Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
  » Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
I fatti della vita
INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  Attualità
Stampa

Caso Sallusti.
La versione di Cocilovo

Il magistrato autore della denuncia spiega alla Stampa che voleva una rettifica della notizia e che non immaginava "si sarebbe arrivati a questo punto"

di RAPHAËL ZANOTTI
La Stampa 27/9/2012

TORINO. «Sarebbe bastata una lettera di scuse. Non a me, per carità, quanto ai lettori, per la notizia errata pubblicata dal giornale. E invece nulla, in sei anni quella lettera non è mai arrivata». Quando lo si raggiunge a casa, a Torino, il giudice Giuseppe Cocilovo non vorrebbe rilasciare dichiarazioni. 


Un operatore del diritto difficilmente fa commenti su una sentenza di cui non si conoscono ancora le motivazioni. Ma sulla condanna, sul carcere per un giornalista, qualche parola il giudice la spende.


E sono parole di amarezza: «Non immaginavo neanch’io si sarebbe arrivati a questo punto. Si figuri, da giudice di sorveglianza non auguro ad alcuno di finire in galera». Ma poi, riflettendo, una domanda la pone lui: «Però, mi dica: cosa dovrebbe fare una persona quando è diffamata e un giornale non corregge i propri errori?».


Il fragore mediatico di questi giorni ha travolto anche lui, il giudice Cocilovo, che ritrova nella sequenza dei fatti il senso di una sentenza. «Libero pubblicò una notizia sbagliata - racconta - Lo fecero anche altri, all’epoca. Un infortunio giornalistico, lo capisco: la fretta di scrivere una notizia, le fonti non sempre affidabili, può capitare. Ma poi quello stesso giorno c’erano stati un comunicato ufficiale, lanci Ansa. Tutti gli altri hanno riparato a quell’errore, hanno informato correttamente i loro lettori. “Libero” non l’ha mai fatto, nemmeno quando l’ho richiesto. Hanno detto che quando uscivano i lanci Ansa erano in auto e non li avevano visti, e negli anni successivi?».


Ci sono due parole che ricorrono spesso durante la telefonata: «intenzionale» e «deliberata». Il giudice si riferisce alla diffamazione subita. Perché un conto è sbagliare, un altro è insistere nell’errore anche dopo.


Qualcuno ha detto che andare contro un giudice è impossibile per vie legali. La casta si chiude, fa quadrato. Cocilovo nega: «Casta? Ci sono voluti 6 anni per arrivare a una sentenza per una diffamazione. E non si trattava di un maxiprocesso per mafia. Piuttosto sono altre le caste, quelle che parlano di libertà di stampa, di tutela della categoria dei giornalisti: cosa c’entra, mi chiedo. Qui si tratta di libertà di diffamare deliberatamente». 


Fino a qualche giorno fa, tra i legali del direttore Alessandro Sallusti e l’avvocato del giudice Cocilovo, sembrava si potesse arrivare a una soluzione extragiudiziale. Poi tutto è saltato. Perché? Sallusti dice perché «quel signore pretendeva da me altri soldi». La versione del giudice Cocilovo è diversa: «Abbiamo fatto una proposta transattiva: avrei ritirato la querela dietro il pagamento di 20.000 euro da devolvere a Save the Children. Invece il giorno dopo mi trovo un editoriale di Sallusti in cui sembra che io voglia quei soldi per me, si chiama a raccolta l’intera categoria nel nome della libertà di stampa, s’incassa la solidarietà del Capo dello Stato e si cerca la sponda del ministro della Giustizia. Una campagna stampa allucinante. E allora le domando: qual è la casta?». 


L’episodio in sé e il dibattito che ne è scaturito non è detto che vadano a braccetto. È evidente che colpisce il fatto che un direttore di giornale possa finire dietro le sbarre perché non ha controllato la veridicità di quanto scritto da uno dei suoi cronisti, ma il giudice Cocilovo - in questo dibattito - non vuole entrare: «Non è compito di una delle parti stabilire se una norma è giusta o sbagliata. E nemmeno nella mia veste di giudice sarebbe istituzionalmente corretto. Mi limito a riaffermare, da parte in causa, che tutto questo si sarebbe potuto evitare con una semplice rettifica».


in  http://www.ilpost.it/2012/09/27/la-versione-di-cocilovo-sul-caso-sallusti/


 


 





Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com