Oggi fa sorridere solo pensarlo, ma per 12 anni, tra il 1945 e il 1957, San Marino è l’avamposto del comunismo in Occidente. Mentre in Italia trionfa la Dc, sul Titano i social-comunisti continuano a vincere tutte le elezioni, anche dopo il 18 aprile 1948, ininterrottamente fino al 1955. La più antica Repubblica del mondo diventa così uno dei simboli della Guerra Fredda. Per abbattere il “regime” sammarinese si mobilitano il Governo italiano, la Polizia di Scelba, perfino gli Stati Uniti d’America e la Cia. Per difenderlo, scendono in campo Piero Calamandrei, Nenni, Togliatti, i vertici del Pcus, perfino Ho Chi Minh.
Prima si prova a strangolare economicamente il governo popolare delle sinistre. Poi scatta il blocco di polizia dei confini per far chiudere il Casinò del Titano: i traffici delle persone e delle merci resteranno semi-paralizzati per due lunghi anni, il Premio Nobel Eugenio Montale sarà costretto a passare la frontiera di notte per i campi, come uno “spallone”, per andare a ritirare un premio letterario. Ma per riuscire a rovesciare il governo dei “rossi” e a mandare al potere la Dc e l’alleato socialdemocratico si deve ricorrere, nell’autunno 1957, alla corruzione di un consigliere – il trentunesimo, quello decisivo per far saltare la maggioranza, l’indipendente comunista Attilio Giannini, detto “Piciulà” - e al “colpo di mano” di Rovereta. In questa località al confine tra Italia e San Marino, sotto la protezione dei blindati italiani, la copertura politica del Governo di Adone Zoli e con la regia degli Stati Uniti, si insedia un nuovo governo provvisorio democristiano che, come scrive Sergio Zavoli nella prefazione al libro, “passerà alla storia come il più fantasma dei governi fantoccio”.
In questo libro c’è la ricostruzione di quel periodo e del “colpo di Stato”, arricchita dalle testimonianze di chi c’era e dai documenti americani desecretati dal presidente Clinton, compresi i risvolti sulla situazione politica riminese che portarono al doppio commissariamento del sindaco comunista Walter Ceccaroni. Ma sono narrati anche altri fatti salienti degli ultimi ottant’anni di storia sul Titano e in Romagna, raccontati dalle cronache dell’epoca, da chi li ha vissuti in prima persona e dai protagonisti della San Marino di oggi. E ci sono le vicende personali di questi testimoni, le loro battaglie politiche, a volte tragicomiche, gli intrighi che le circondano e che coinvolgono direttamente il potere della più antica Repubblica del mondo e dei suoi “vicini di casa”.
C’è la vicenda della ferrovia meno longeva del mondo, la Rimini-San Marino fatta costruire da Mussolini, inaugurata nel 1932, danneggiata dalle bombe degli Alleati nel giugno del 1944 e mai più ricostruita. C’è la storia stile “Schindler list” del “tedesco buono” Richard Gumpert, che riuscì a convincere il terribile comandante Kesserling a tenere la Wermacht e la guerra fuori dai confini del piccolo Stato. E c’è la conseguente, bellissima vicenda umanitaria della neutrale San Marino che diventa il rifugio di chi fugge dalla guerra; che accoglie, sfama e mette al riparo nelle gallerie del treno più di centomila sfollati riminesi, romagnoli e marchigiani.
Ci sono poi i retroscena del ritorno della salma del duce a Predappio, che nell’estate del 1957 condizionò la condotta del primo ministro Zoli, anche lui predappiese, su San Marino. C’è lo strano e per certi versi inquietante caso della radio-televisione di Stato, da sempre oggetto di scontro e di trattativa tra Italia e San Marino, diventata suo malgrado “il precedente” per la penetrazione del malaffare sul Titano. C’è la storia nella storia della radio “pirata” impiantata nel 1977 dai comunisti sammarinesi in territorio marchigiano e diretta dal riminese Nando Piccari, messa a tacere da un misterioso furto di tutte le attrezzature, successivamente rinata e diventata Radio San Marino. E ci sono gli sviluppi clamorosi delle recenti inchieste sul “paradiso fiscale”, il riciclaggio del denaro sporco e l’intreccio perverso tra potere politico e criminalità organizzata.
Un affresco di vita sammarinese e romagnola inedito. Un recupero della memoria di questo piccolo Stato attraverso le storie vissute da alcuni dei suoi cittadini più noti. Un come eravamo che aiuta a comprendere meglio cos’è il Titano oggi.
CURRICULUM dell’AUTORE
Claudio Visani, classe 1957, romagnolo di origine e bolognese di adozione, giornalista professionista e scrittore, una vita a l'Unità e dintorni, consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti, blogger a tempo perso. Con Pendragon ha pubblicato nel 2000 il volume “Arriverà quel giorno – Lettere dal fronte e dai campi di prigionia 1943-1945”.