Milano, 22 gennaio 2004. Quattro casi di commistione informazione-pubblicità al supplemento “Corriere Economia” (Osservatorio Hi-Tech) del “Corriere della Sera”. Conseguentemente il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia ha deliberato:
1) di sanzionare con l’avvertimento (articolo 52 legge n. 69/1963) il giornalista professionista Edoardo Segantini (redattore capo del supplemento “Corriere Economia”), che viene richiamato all'osservanza dei suoi doveri fissati negli articoli 2 e 48 della legge professionale nonché nell’articolo 1 (terzo comma) e 44 del vigente Cnlg;
2) di agire in sede giudiziaria civile, con il patrocinio dell’avv. Remo Danovi del Foro di Milano, contro l’editore del “Corriere della Sera” per le responsabilità emerse a suo carico nel corso dell’istruttoria.
3) di sottoporre in futuro all’esame del Tribunale civile di Milano eventuali analoghi comportamenti di altri gruppi editoriali lombardi.
La delibera è stata trasmessa alla Fnsi e alla Fieg firmatari del Cnlg 2001/2005, che sul piano deontologico detta principi irrinunciabili della professione giornalistica agli articoli 1 (terzo comma) e 44. Gli articoli 2 e 48 della legge professionale enunciano le regole deontologiche dei giornalisti, mentre l’articolo 1 del Cnlg ancora l’autonomia della professione alla deontologia fissata per legge. L’articolo 44 del Cnlg pone, invece, i paletti tra informazione e pubblicità, che devono essere distinte e separate in maniera chiara e inequivocabile.
I fatti. Il Consiglio ha preliminarmente esaminato le pagine dell’Osservatorio Hi-Tech collocate all’interno del supplemento “Corriere Economia” del 16 dicembre 2002; del 31 marzo, del 14 aprile e del 16 giugno 2003. Edoardo Segantini è il responsabile della redazione che cura detto supplemento. Nelle edizioni citate dell’inserto appaiono questi servizi in un contesto chiaramente e indiscutibilmente pubblicitario:
1) 16 dicembre 2002. Intervista a Vincenzo Novari, numero uno di H3g. L’intervista è incastonata a pagina 11 tra due inserzioni pubblicitarie di H3g in cima e in fondo alla pagina; la pagina 14 ospita una inserzione di H3g di una pagina.
2) 31 marzo 2003. Intervista all’amministratore delegato della Siemens Fausto Plabani: due piccole inserzioni Siemens in cima e una pubblicità su 9 colonne in fondo alla pagina 21. Una pagina di pubblicità Siemens a pagina 24.
3) 14 aprile 2003. Quattro pagine (21, 22, 23 e 24) dedicate alla BenQ con sei inserzioni pubblicitarie (una di una pagina e un’altra di mezza pagina). Intervista a Giorgio Bagnoli, amministratore delegato di BenQ Italia.
4) 16 giugno 2003. Pubblicità Benq alle pagine 21, 22 (metà pagina) e 23 (pagina intera). Intervista a Enrico Mercanti, responsabile marketing di BenQ Italia.
La motivazione. Le pagine dedicate all’Osservatorio Hi-Tech nel contesto del supplemento appaiono, come sono, un contenitore pubblicitario. Queste scelte normalmente vengono decise ai massimi livelli editoriali e gestite dagli uffici Marketing/pubblicità delle aziende editrici con le strutture di vertice del giornale. Segantini era ed è il vertice del supplemento “Corriere Economia” con una rivendicata libertà “totale“ di azione. Dall’istruttoria è emerso, per pacifica e leale ammissione dell’incolpato, che lo stesso Segantini sceglieva in piena autonomia gli argomenti dei singoli numeri dell’Osservatorio e che poi nell’Osservatorio veniva collocate (dall’Ufficio Marketing/pubblicità) le inserzioni “in sintonia” perfetta con i temi giornalistici trattati via via. Tale convivenza o commistione informazione/pubblicità, che non può essere casuale e che fa una “brutta impressione”, “non piaceva per niente” a Segantini: “…neanche a me piace questa cosa qua. Non mi piace per niente. Cioè avrei preferito che ci fossero più investitori, che ci fosse non so la pubblicità della Nutella”.
La commistione pubblicità/informazione appare una risposta miope e sbagliata da parte degli editori, che non si pongono il problema di difendere anche l’immagine della testata, della professione giornalistica e dei loro redattori. Nessuno avversa la pubblicità, ma la si vuole soltanto corretta. Il Consiglio non può (sentenza n, 11/1968 della Corte costituzionale) e non intende giudicare gli articoli, che accompagnano le inserzioni pubblicitarie apparse sui 4 numeri dell’Osservatorio Hi-tech presi in esame. Gli articoli sono estranei a questo giudizio disciplinare, ma sono e appaiono funzionali alla pubblicità ospitata nel ”contenitore”.
Il Consiglio afferma che pertanto il comportamento tenuto dal giornalista professionista Edoardo Segantini (e dall’editore) presenta indubbi profili di illiceità, in quanto contrario agli articoli 2 e 48 della legge 3 febbraio 1963 n. 69, alla Carta dei doveri dei giornalisti e all’articolo 44 del Contratto collettivo nazionale dei giornalisti. Recita la Carta dei doveri: “I cittadini hanno il diritto di ricevere un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario e non lesiva degli interessi dei singoli”. Proclama l’articolo 44: “Allo scopo di tutelare il diritto del pubblico a ricevere una corretta informazione, distinta e distinguibile dal messaggio pubblicitario e non lesiva degli interessi dei singoli, i messaggi pubblicitari devono essere chiaramente individuabili come tali e quindi distinti, anche attraverso apposita indicazione, dai testi giornalistici”. Segantini, per pacifica ammissione, non ha fatto nulla per impedire, dopo la prima coincidenza del 16 dicembre 2002, che gli episodi spiacevoli si ripetessero. Non ha protestato con i vertici aziendali come garante della correttezza e della qualità dell'informazione del supplemento “Corriere Economia”. Segantini aveva e ha sul piano deontologico ed operativo una funzione di supplenza del direttore per quanto riguarda l’ambito del supplemento a lui affidato.
Il Consiglio ha affermato in diverse delibere che esiste una strategia precisa degli editori secondo la quale la pubblicità deve presentarsi come informazione e/o frammista all’informazione. Si punta a collocare il messaggio pubblicitario in maniera sempre più diretta all'interno dell'informazione. Questa strategia finisce per inquinare la figura del giornalista professionista. La nuova frontiera della pubblicità, che sta invadendo l'informazione, mette in discussione l'autonomia professionale del giornalista con ricadute lesive sull’immagine del giornalista, dell’Ordine e della professione.
Il Consiglio ritiene che l’editore del “Corriere della Sera” abbia tenuto una condotta illecita tale da generare una responsabilità civile poiché “la violazione delle norme interne della categoria professionale è sufficiente per qualificare il fatto compiuto come ingiusto” (in tal senso sentenza del Tribunale di Udine del 23 febbraio 1998 in Resp. civ. prev., 1998, 1500). L’esistenza di un fatto ingiusto obbliga al risarcimento del danno ex art. 2043 del Codice Civile. Conseguentemente il Consiglio ha deliberato di agire in sede giudiziaria civile, con il patrocinio dell’avv. Remo Danovi del Foro di Milano, contro l’editore del “Corriere della Sera” per le responsabilità emerse a suo carico nel corso dell’istruttoria nonché di sottoporre in futuro all’esame del Tribunale civile di Milano eventuali analoghi comportamenti di altri gruppi editoriali lombardi.
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Il testo della delibera disciplinare nei riguardi del giornalista professionista Edoardo Segantini
Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia
nella sua seduta del 19 gennaio 2004;
sentito il consigliere istruttore, Sergio D’Asnasch (articolo 6 della legge 7 agosto 1990 n. 241);
visti gli articoli 2 e 48 della legge 3.2.1963 n. 69 sull’ordinamento della professione giornalistica con riferimento all’articolo 44 del vigente Cnlg e alla Carta dei doveri del giornalista dell’8 luglio 1993;
lette la sentenza n. 11/1968 della Corte costituzionale secondo la quale l’Ordine <....con i suoi poteri di ente pubblico vigila, nei confronti di tutti e nell'interesse della collettività, sulla rigorosa osservanza di quella dignità professionale che si traduce, anzitutto e soprattutto, nel non abdicare mai alla libertà di informazione e di critica e nel non cedere a sollecitazioni che possano comprometterla> e la sentenza n. 7543 del 9 luglio 1991 (Mass. 1991) della Cassazione civile secondo la quale ;
espletate le sommarie informazioni di cui all’articolo 56 della legge 3.2.1963 n. 69;
tenuto conto della sentenza 14 dicembre 1995 n. 505 della Corte costituzionale;
visti altresì gli atti del procedimento;
Considerato quanto segue:
1. I fatti. L’avviso disciplinare 23 luglio 2003. L’assunzione delle “sommarie informazioni” di cui all’articolo 56 della legge n. 69/1963. Memoria difensiva del 17 settembre 2003. La delibera di apertura del procedimento disciplinare. I vari passaggi dell’istruttoria.
La segreteria di questo Consiglio ha acquisito le copie del supplemento “Corriere Economia” del 16 dicembre 2002; del 31 marzo, del 14 aprile e del 16 giugno 2003. Edoardo Segantini è il responsabile della redazione che cura detto supplemento. Nelle edizioni citate dell’inserto, appaiono questi servizi in un contesto pubblicitario:
1) 16 dicembre 2002. Intervista a Vincenzo Novari, numero uno di H3g. L’intervista è incastonata a pagina 11 tra due inserzioni pubblicitarie di H3g in cima e in fondo alla pagina; la pagina 14 ospita una inserzione di H3g di una pagina.
2) 31 marzo 2003. Intervista all’amministratore delegato della Siemens Fausto Plabani: due piccole inserzioni Siemens in cima e una pubblicità su 9 colonne in fondo alla pagina 21. Una pagina di pubblicità Siemens a pagina 24.
3) 14 aprile 2003. Quattro pagine (21, 22, 23 e 24) dedicate alla BenQ con sei inserzioni pubblicitarie (una di una pagina e un’altra di mezza pagina). Intervista a Giorgio Bagnoli, amministratore delegato di BenQ Italia.
4) 16 giugno 2003. Pubblicità Benq alle pagine 21, 22 (metà pagina) e 23 (pagina intera). Intervista a Enrico Mercanti, responsabile marketing di BenQ Italia.
Edoardo Segantini ha presentato una memoria difensiva in data 17 settembre 2003, che, con l’avviso disciplinare del 23 luglio 2003, fa parte integrante di questo provvedimento amministrativo.
Il Consiglio ha deliberato l’apertura del procedimento disciplinare nella seduta del 13 ottobre 2003 contestando a Edordo Segantini i fatti con le violazioni in ipotesi delle norme che fissano i paletti tra informazione e pubblicità. Anche quella delibera va parte integrate del presente provvedimento amministrativo. Il Consiglio in quell’occasione sottolineò quanto affermato dalla Cassazione (sez. un. civili 25 ottobre 1979 n. 5573) per cui “il provvedimento con il quale il Consiglio dell’Ordine deliberi l’apertura del procedimento disciplinare non implica, neppure implicitamente, alcuna pronuncia sulla colpevolezza del professionista, ma costituisce mero atto preliminare della decisione”.
Edoardo Segantini, presente il difensore, è stato ascoltato dal Consiglio nella seduta del 24 novembre. In data 25 novembre 2003, l’avvocato Caterina Malavenda è stata avvertita per raccomandata rr (anticipata via fax) che “il Consiglio deciderà sulla vicenda nella seduta del 15 dicembre 2003. Il suo intervento difensivo è previsto per le ore 18. Alla seduta potrà intervenire ovviamente anche Edoardo Segantini”. Il 18 dicembre 2003 l’avv. Caterina Malavenda ha svolto le sue difese davanti al Consiglio. Il 19 dicembre tutte le “carte” del procedimento sono state trasmesse al domicilio dei consiglieri, che poi il 14 gennaio 2004 hanno ricevuto, sempre al loro domicilio, la trascrizione della difesa orale dell’avv. Malavenda.
Il 19 gennaio, mentre ero in corso la seduta, l’avv. Malavenda ha trasmesso un fax con il quale chiedeva “il differimento di qualsivoglia decisione relativa alla posizione di Edoardo Segantini allo scopo di poter far pervenire sintetica memoria a tutti i consiglieri”. Il Consiglio ha ritenuto superata la richiesta, in quanto l’avvocato aveva svolto le sue difese con la memoria scritta del 17 settembre 2003, con gli interventi svolti durante l’audizione di Segantini del 24 novembre 2003 e successivamente con l’intervento del 18 dicembre 2003 davanti al Consiglio. La richiesta del difensore, peraltro generica, non rientra in una delle previsioni contemplate da questa massima: “L'articolo 56 della legge 3 febbraio 1963 n. 69, che regola il procedimento disciplinare a carico dei giornalisti, deve essere interpretato, alla luce dei principi affermati dalla Corte cost. nella sent. n. 505 del 1995, nel senso che ove l'istruttoria prosegua in detta sede, per l'accertamento dei fatti attraverso la raccolta delle prove, pur non essendo prevista la presenza dell'incolpato e del suo difensore, deve essere riconosciuto il diritto di prendere visione dei verbali e di confutare le prove raccolte non solo attraverso memorie illustrative, ma anche con la presentazione di nuovi documenti e con la deduzione di altre prove, compresa la richiesta di risentire testimoni su fatti e circostanze specifiche rilevanti ed attinenti alle contestazioni” (Cass. civ., sez. II, 29 novembre 1996, n. 10638; Parti in causa: Pietroni c. Consiglio naz. ord. giornalisti e altro; Riviste: Mass., 1996).
Il difensore, peraltro, come ammette, era stato messo al corrente, sia pure informalmente, che il Consiglio avrebbe deliberato nella prima seduta utile dopo le ferie natalizie concepita alla stregua di una prosecuzione di quella del 18 dicembre 2003.
2. L’audizione di Edoardo Segantini
Nella seduta del 24 novembre 2003, il giornalista professionista Edoardo Segantini, presente il difensore avv. Caterina Malavenda, è comparso davanti al consiglio. Questa la trascrizione dell’audizione:
Presidente Abruzzo: Allora, siamo qui, per la vicenda di Segantini. Vi ho mandato in data 20 ottobre una raccomandata con l’apertura del procedimento disciplinare. I fatti sono: il collega Segantini è il responsabile del Corriere Economia... diciamo l’inserto che esce tutti i lunedì ha pubblicato in certe date delle interviste a personaggi che sembrerebbero collegati alla pubblicità che appare all’interno dell’inserto stesso, mi riferisco al 16 Dicembre del 2002, l’intervista Vincenzo Novari, numero uno di H3G e poi c’è la pubblicità di H3G. Il 31 marzo c’è l’intervista a Fausto (Cognome inintelleggibile), poi ci sono due inserzioni della Siemens, due piccole inserzioni della Siemens, eccetera, eccetera, poi nove colonne alla pagina 21 e a pagina 24 ce n’è un’altra. Il 14 aprile, invece, sono uscite quattro pagine sulla Bank con sei inserzioni pubblicitarie e via, c’è l’intervista a Giorgio Bagnoli, Amministratore delegato di Bank Q Italia. Ma si pronuncia così, boh?
Edoardo Segantini: Bank Q.
Presidente Abruzzo: Bank Q, va bene. 16 giugno 2003 ancora la pubblicità della Bank, alle pagine 21, 22, 23, l’intervista a Enrico Mercande, Responsabile Marketing di Bank Q Italia. Quindi, abbiamo ricevuto una memoria difensiva….
Avvocato Malavenda: Se vuole…...
Presidente Abruzzo: …abbiamo codificato noi nell’86, occupandoci di Amica, il principio della separazione netta tra pubblicità e informazione, principio che poi è diventato l’articolo 44 del contratto…. abbiamo contribuito a scrivere credo tutta la giurisprudenza che esiste su questo punto….. Segantini è pregato di spiegarci come ha agito………..Non abbiamo certezze, ma vogliamo capire insomma, ecco.
Edoardo Segantini: Io cerco di... cercherò di darvi gli elementi di conoscenza in modo tale che voi possiate......In modo tale che voi possiate farvi un’idea il più possibile precisa, insomma. Mah, diciamo io distinguerei due aspetti no? perché mi pare che l’imputazione, diciamo i dubbi, le accuse che mi vengono rivolte non riguardano tanto, non sono tanto basate su un’analisi dei prodotti quanto sull’aspetto più appariscente che tu sintetizzavi all’inizio cioè la compresenza di interviste e di pubblicità. Allora, cerco di spiegarvi come nascono questi osservatori Hi-tech, in quali tempi, secondo quali cadenze, in modo tale che spero il più possibile possiate farvi un’idea. Allora, innanzitutto questi osservatori li ho proposti io, e li ho proposti sulla base del fatto che secondo la mia valutazione, ci sono degli argomenti meritevoli di approfondimenti sulla tecnologia. Li facciamo anche in altri settori, più prettamente finanziari. Diciamo che ora stiamo parlando, diciamo, il punto è questo. Sono argomenti che noi sviluppiamo anche nelle pagine normali del Corriere Economia, però un po’ a modello delle pagine che fa da sempre il Financial Times a cui ci siamo in qualche modo ispirati, non è che ci siamo inventati niente di nuovo. Si cerca di individuare o delle tendenze già presenti, caso dell’UMTS, per esempio, qualcosa che il consumatore, l’utente può già trovare, voglia riscontrare, è una cosa che esiste. Oppure l’abbiamo fatto anche in altri casi, quando si trattava di cercare di mettere a fuoco delle tendenze che secondo noi avranno un grande peso nel... diciamo da qui ai prossimi anni, ma che non erano ancora esplose quando le abbiamo fatte. L’esempio del WI-FI, cioè questa tecnologia che consente a uno che è seduto all’aeroporto di Linate con un personal computer in mano di collegarsi a Internet, senza fili. Individuavamo degli argomenti, li abbiamo proposti alla direzione del giornale e li abbiamo sviluppati. La chiave di successo di questi, di una cosa di questo genere, sta nella sua verità. Io non amo tanto la parola credibilità che oggi si usa molto. Cioè, credibile è anche uno che racconta delle palle, cioè anzi è bravo se credibile pur raccontando delle palle, invece il pubblico che io stimo molto nella sua intelligenza, sa distinguere la credibilità dalla verità, allora noi naturalmente non abbiamo la pretesa di raccontare la verità assoluta, però cerchiamo di dare la posizione, il punto nautico diciamo di tutti i competitori sui mercati di cui ci siamo occupati, e naturalmente siamo in un piccolo paese non siamo gli Stati Uniti dove ci sono duecento operatori di telecomunicazioni, noi ne abbiamo cinque. Più o meno come la Francia, come l’Inghilterra. Quindi facciamo parlare tutti, ma uno dice :”Va beh, ma fai parlare tutti, allora tu parli bene di tutti, alla fine non hai fatto un’operazione informativamente decente, no?”. Non è così perché abbiamo fatto parlare, abbiamo dato voce a delle posizioni anche autonome nostre, tipico caso questo qui no? poi questo è un analista, questo qua.
Presidente Abruzzo: Chi è?
Edoardo Segantini: Cioè, questo ha fatto la prova, Torelli ha fatto la prova della videotelefonata che...
Presidente Abruzzo: Torelli qual è, scusa?
Edoardo Segantini: E’ il primo, scusami. E’ il primo.
Presidente Abruzzo: Di dicembre.
Edoardo Segantini: Sì è il primo, quello di Dicembre. Questo, nessuno aveva fatto una specie di prova su strada di questo UMTS di cui si parla, almeno uno ha l’intervista qui, ma subito sotto, subito sotto c’è il tecnico che dice “guarda che c’è un problema perché audio e movimento delle labbra non sono sincronizzate”. Poi ti dice, si mette l’auricolare e si tiene, però non tutto va liscio” quindi c’è subito un contenuto informativo critico, contestuale non è che.... Che poi uno va anche a leggere dopo, si accorge che ci sono tutti i suoi concorrenti che parlano e badate, se avete tempo, di dare un’occhiata, vi accorgete che tutti vi dicono ”guarda, caro Signor Novari, che tu sei come un treno che è lanciato contro un masso gigantesco sui binari. Tu fallirai”. Questo ti dicono. Quindi secondo me uno, e poi qui dentro trova una conclusione di un analista che è Vito Grazzini, che dice “Tuttavia dubitiamo che ci sia una diffusa esigenza da parte del pubblico di vedersi nel corso di una telefonata”. Quindi addirittura quello diceva : “Ma forse la video telefonata serve” questo dice “no guarda, neanche quello”. Quindi secondo me il pubblico che lo legge, capisce che trattasi di informazione. Però...
Presidente Abruzzo: Scusami. Cioè queste tue richieste, è la videotelefonata, insomma ....
Edoardo Segantini: Guarda, questo noi l’abbiamo fatto perché? Perché questi signori dell’H3G sono l’unico operatore in Italia, ma anche nel Regno Unito, per esempio, che ha puntato totalmente su questo UMTS. Hanno investito 7-8 mila miliardi, cioè loro non hanno fatto il passaggio intermedio dal telefonino che usiamo normalmente, cosa che molti hanno detto: “Ma perché non vi siete comprati IPSE, che è andata a carte 48, potevate comprarvi IPSE e intanto cominciavate a dare col vostro marchio questo e poi passavate all’UMTS. Quindi loro sono l’unico operatore che offre questo standard.
Presidente Abruzzo: Offre un telefono con l’immagine.
Edoardo Segantini: Ti dà...
Presidente Abruzzo: Vedo e poi parlo...
Edoardo Segantini: Esatto, cioè la tipica cosa, la mamma anziana, il figlio e si parlano ecc., però i concorrenti gli dicono “guarda che tu stai sbagliando tutto. Perché è un modello di business che non sta in piedi, nel senso che tu non sai se c’è”, dicono i tuoi clienti “se c’è un pubblico che è pronto, è interessato a quella roba lì, perché guarda che io Vodafone, io Tim, io Wind io gli do già i messaggini, i videomessaggi, vi mando la foto della fidanzata, la mamma, il bambino, ma questo basta e avanza. Per di più io Wind, io Vodafone tra un anno gliela do anch’io la roba che gli dai tu, ma gliel’ha do meglio, perché io ho già l’esperienza di dieci anni, ecco. Questa è un po’ la partita. Ora se io faccio una cosa che si occupa di UMTS, non possono non intervistare l’unico che offre questo servizio. Dopodiché gli dico : qui, prima avete visto però, qui gli dico, ma guarda che questa roba qua funziona ma fino a un certo punto, poi gli butto lì tutti quelli che parlano, che spiegano “noi siamo meglio” contro di lui questo che fa un punto che prescinde da tutti e dice la sua in modo totalmente autonomo, ripeto perché la chiave di queste cose qua è che non sono dei redazionali, perché la gente se ne accorge, cioè, se ne accorgerebbe, cioè quelli a cui sono rivolti queste cose è gente che se ne intende, sa di cosa stiamo parlando. Non gliene raccontiamo palle. Allora, però il punto, adesso io non volevo sfuggire al vostro punto no?, perché il vostro punto non è questo qua, cioè voi mi dite un’altra cosa, cioè voi mi dite: “Sì, però tu mi metti un’intervista che convive con una pubblicità e quindi che impressione dai. Dai una brutta impressione”. Io, neanche a me piace questa cosa qua. Non mi piace per niente. Cioè avrei preferito che ci fossero più investitori, che ci fosse non so la pubblicità della nutella, che ne so. Però ecco per dire questo, devo spiegarvi in pochi minuti come funzionano, diciamo, com’è la sequenza organizzativa di questa roba qua. Diciamo che, allora, noi facciamo una riunione tutti i lunedì, a cui partecipo io, Massimo Fracaro che è l’altro responsabile di Corriere Economia, della parte soldi, prima partecipava il Direttore e il Vice Direttore Gaggi, adesso partecipa Gaggi e la redazione di Roma. Quindi è una riunione, noi scherzando diciamo che è come un colcoat, perché è un pochino così partecipato. E’ una riunione molto severa, vi assicuro. Cioè io se volessi parlare, non so se avessi un amico imprenditore, dice: “Ma pensavo di fare un pezzo”, “perché, perché facciamo sto pezzo?”, cioè vi assicuro che c’è una attenzione, una severità, una presenza, non ne passano di cose. L’altro giorno per dire, dice: ”Facciamo una cosa su Didario, l’imprenditore”, dice: “ma perché facciamo questa cosa?” cioè dice “I profili li facciamo se sono un po’ cattivi, se sono un po’ taglienti, se mordono”. Cioè noi è questo il problema che ci poniamo. Anche perché noi ci vogliamo distinguere...
Presidente Abruzzo: Ma chi ha informato l’Ufficio Marketing che c’era Novari?
Edoardo Segantini: Allora, la cosa funziona in questo modo. Il lunedì io dico qual è il mio menu per il numero successivo. Nel caso degli osservatori Hi-tech, come questi, come altri che abbiamo fatto, non abbiamo fatto solo questi, abbiamo fatto anche degli altri. Io ho detto, allora noi intendiamo, nei prossimi, nelle prossime settimane, occuparci di, non so di UMTS, di Wi-Fi, delle nuove tecnologie per i video, delle varie cose che ci siamo occupati e molte altre per cui per esempio la sicurezza informatica. Ora se tu mi chiedi qual è il passaggio tra me e il marketing, io ti dico che non lo so. Io non parlo con il marketing, io parlo con il mio Direttore e coi i miei collaboratori, i miei colleghi. Però evidentemente c’è un meccanismo di, diciamo....
Presidente Abruzzo: Con questa nota tu come fai il numero di lunedì...
Edoardo Segantini: No, io non faccio una nota, l’abbiamo fatta oggi, facciamo una riunione, una riunione vera come quella che stiamo facendo adesso, in cui io propongo la copertina, la copertina di oggi, per esempio, per fare un esempio, tanto per non essere generico, la copertina di oggi era una copertina contro un settimanale, che qualche settimana fa ha scritto che il Signor Micheli e il Signor Veronesi hanno il segreto dell’elisir di lunga vita. Quindi investite nei titoli del Signor Micheli, come avete già fatto con E-Biscom, così poi non ne se esce, con 125 milioni di Euro e voi rimanete a piedi. Allora noi abbiamo fatto una copertina che dice, se la prendi, c’è: “Attenzione soprattutto a quelli che annunciano miracoli” che poi non si riescono a fare, perché è documentato che i miracoli non li fa nessuno. Allora noi proponiamo questo, poi ti dico evidentemente una forma di un passaggio di informazioni c’è, perché poi, appunto, i risultati sono che io vedo, dunque quando lo vedo, questa è l’altra cosa che ti devo spiegare. Allora. Io oggi, mettiamo dico “facciamo nelle prossime settimane un”, è un esempio teorico perché non l’ho ancora proposto, ma lo propongo la prossima, il prossimo lunedì “Un osservatorio Hi-tech, su una nuova tecnologia radio che sostituisce i come si dice il codice a barre”, allora...
Presidente Abruzzo: L’Avvocato sa che noi abbiamo acquisito in un’altra vicenda (Pallotti) la certezza dei collegamenti tra le redazioni e gli uffici marketing delle case editrici... Io voglio capire….il collegamento, cioè, com’è che hanno fatto a sapere che tu intervistavi Novari e gli altri.
Edoardo Segantini: Io ti assicuro che nella mia parte informativa io ho, godo di una libertà totale. Oggi, e volevo tornare su questo punto perché se no non riesco a darti la risposta chiara.
Presidente Abruzzo: Nel settimanale, cosa si fa? La scaletta?
Edoardo Segantini: No, ma io ti dico di più. Oggi propongo a te Direttore di fare questa cosa qua. Ti mi dici “Ok, la facciamo”. Io il giorno stesso faccio partire gli articoli. Perché lo faccio? Perché dato che siamo due gatti, io ho tutto l’interesse a fare un’organizzazione non sincrona, per cui ho, io da oggi fino a venerdì, lavoro sul prodotto di venerdì prossimo. Ma intanto ho già dato le istruzioni diciamo ai collaboratori che faranno questa tecnologia radio, che cominciano a scrivere i pezzi, quindi loro decidono, noi decidiamo che articoli fare, chi intervistare, che cosa scrivere, in modo totalmente indipendente. Poi arriva il lunedì che io ho in mano il timone. Ho il timone, dove ci sono tutti gli spazi e dove ci sono scritti i nomi degli inserzionisti.
Presidente Abruzzo: ….ma il timone non viene concordato con l’ufficio Marketing…..
Edoardo Segantini: No, no, no ... io ricevo il lunedì mattina, a volte il venerdì sera, un timone via fotocopia, dove ci sono, che è quello lì, al massimo io posso dire ”guarda, scusa, dato che ho un problema, non so, nella pagina di una foto di primo piano mi servirebbe un po’ di spazio, questa pubblicità la posso spostare?”. Ecco, i margini di interlocuzione sono queste. Ma io il lunedì....
Presidente Abruzzo: il lunedì mattina fai la riunione. Il lunedì mattina l’Ufficio Marketing ti manda un pezzo di carta. Dice “guarda che abbiamo già la pubblicità per tot pagine….gli ingombri sono così distribuiti…”
Edoardo Segantini: No, assolutamente no. Giuro.
Presidente Abruzzo: Di tot pagine. I fatti vengono comunicati a un certo momento, vengono comunicati.... non sappiamo in che giorno, lunedì, martedì, mercoledì...
Edoardo Segantini: Io ricevo il lunedì mattina, a volte il venerdì sera....
Presidente Abruzzo: Per il lunedì prossimo....
Edoardo Segantini: Per il lunedì prossimo, io l’ho ricevuto stamattina un timone, con tutti gli ingombri pubblicitari con i nomi degli inserzionisti.
Presidente Abruzzo: Ah, li fate allora....
Edoardo Segantini: Certo, io quello disegno. Per quello che volevo tornare a quel punto, per dirti, quando arriviamo alla settimana, in cui, spostiamoci in avanti di due settimane, oggi siamo all’08 dicembre...
Presidente Abruzzo: E’ necessario essere chiari…..
Edoardo Segantini: ...e ti sto dicendo. Io fra due settimane l’08 dicembre mettiamo, siamo lunedì 08 dicembre, io riceverò, avrò quel timone, con gli spazi, le cose e tutto quanto e a quel punto ho lo spazio per introdurre il mio osservatorio. Giusto? A quel punto, io so chi sono i, gli inserzionisti, giusto? So chi sono gli inserzionisti. Gli articoli sono già scritti, gli articoli sono fatti, gli interlocutori sono già scelti e tali rimangono. Certo, se io fossi un cretino, potrei manovrare sui titoli a favore dell’inserzionista, ma dato che io non sono un cretino, ma soprattutto non sono uno che non ha a cuore l’interesse del suo supplemento e io, se non sono credibile sono morto, allora non faccio nessun tipo di..., tanto è vero che chi trova questo, daremo il calcio di inizio, pronto chi guarda, la videotelefonata, e nel sommario c’è scritto (inintelleggibile) ……. Cioè non mi cambia niente, a quel punto è fatta. La domanda semmai è, secondo me, ma qual è il passaggio, come fa a arrivare, io questo però non te lo so dire.
______________: la domanda è questa, “come mai ci sono delle coincidenze e ad un certo numero arriva il pezzo esatto per...”, cioè, questa è la domanda...
Presidente Abruzzo: Lui sta dicendo un’altra cosa, nel momento in cui lui mi dice “Abruzzo, tu mi vai a intervistare…questo signore dell’H3G... , io vado intervistare, e dico. “Novari, io la devo intervistare perché stiamo facendo un’inchiesta”. Novari sa e fa le inserzioni, cioè si incrociano le…. (inintelleggibile).
Edoardo Segantini: No, no, no non si incrocia niente. Dal punto di vista informativo non mi si incrocia proprio niente. Cioè io questi supplementi li faccio, ripeto nella più totale libertà.
Presidente Abruzzo: D’accordo, l’abbiamo capito, l’hai già detto, ma il punto è, come dice Tanzi, la coincidenza .....
___________: Vuoi un esempio? Oggi abbiamo quella riunione, il lunedì prossimo. Tu hai già in mente quello che dovrai fare lunedì prossimo e hai già dato istruzioni per fare il pezzo se ho capito, mi pare per il lunedì prossimo.
Edoardo Segantini: No, per lunedì prossimo faccio, diciamo il numero normale. Metti che avessi detto, se avessi annunciato uno di questi....
____________: No, no, puoi fare degli articoli di Alemagna e Campari, puoi fare questi qui, i pezzi hai già dato l’ordine di farli o lo dai dopo l’OK della Direzione?
Edoardo Segantini: No, beh, dopo la riunione... se il Direttore mi dice ....
______________: Ecco, va beh, se vanno bene, dai l’OK e da domani allora fai il pezzo per lunedì.
Edoardo Segantini: Esatto.
____________: ... (inintelleggibile) la pubblicità di Campari, eccetera, eccetera...La coincidenza, come arriva? In quel caso c’è sta coincidenza dell’argomento con la pubblicità... è il cliente che va a cercarsi il (inintelleggibile) il che sa che esce il pezzo?
Edoardo Segantini: Io non ho rapporti.
___________: No, non dico che è colpa tua.
Edoardo Segantini: No, no, hai ragione, cioè un passaggio di comunicazione a un qualche livello sicuramente c’è.
Presidente Abruzzo: Con chi?
Edoardo Segantini: E non lo so. Devo dedurre...Con me non c’è...
Presidente Abruzzo: Queste tue intenzioni. Tu sei un Capo Redattore, no? Hai il Direttore, hai la figura di comando sopra di te...quando tu decidi di fare una inchiesta su questa roba qui, a chi lo comunichi? Lo comunicherai a qualcuno.
Edoardo Segantini: Al mio direttore e a chi c’era alla riunione. Prima c’era De Bortoli e Gaggi, Sergio Rizzo è il mio interlocutore romano, e adesso non c’è... Folli non viene a queste riunioni perché delega di più l’economia a Gaggi, lo comunico a Gaggi. Questo è un po’ il passaggio.
___________ : Scusami...Posso dire una cosa? Se non ho capito male, venendo io dai settimanali dove ci sono delle analoghe tipi di lavorazioni come il timone che tu spiegavi, tu ricevi un timone dove tu sai già chi sono gli inserzionisti di quel numero lì...esatto?
Edoardo Segantini: Sì, esatto.
_____________: Però tu contemporaneamente hai già una settimana prima ordinato i pezzi che dovevi mettere su quel numero lì.
Edoardo Segantini: No, no, io ho detto che c’è una non sincronia rispetto a questo tipo di cosa, no, cioè per esempio questa settimana ho già fatto partire gli articoli che usciranno il lunedì 01 Dicembre, ma se avessi messo in cantiere e non l’ho fatto, ma insomma, mettiamo che l’abbia fatto, uno di questi, avrei già detto a Andrea Lavendel, Chiara Sottocorona, Umberto Torelli, di lavorare già su quella cosa lì, perché così a me consente, che quando arriva la settimana io mi trovo già gli articoli fatti.
___________ : Sì, tu ti trovi già gli articoli fatti, ma tu in un certo senso contemporaneamente tu sai già chi è l’inserzionista. Questo per dire un’altra cosa: che se uno è libero dalla pubblicità a prescindere dall’inserzionista che sa già chi è, tratta il suo giornale in un modo, tanto è vero che lui ha anche detto che è molto attento proprio perché sa chi sono i suoi inserzionisti alla titolazione dei suoi pezzi. Cioè voglio dire che lui lavora contemporaneamente, adesso lasciamo via la pubblicità. Ma lui lavora, avendo già in mano il piano di pubblicità e sapendo anche chi sono i suoi inserzionisti. Esatto, quindi lui dice: “se io volessi fare un favore ai miei inserzionisti, userei, se c’è una coincidenza, se su quel numero lì c’è anche un inserzionista di cui io parlo in un’altra parte del mio giornale, potrei usare la titolazione o il commento in un modo diverso.
Edoardo Segantini: ...l’impaginazione...
Presidente Abruzzo: Scusami un’altra cosa. Oggi è lunedì, no? E’ lunedì. Tu stamattina hai fatto la riunione, hai già ricevuto dall’ufficio marketing il timone con i nomi...
Edoardo Segantini: Sì,sì,sì,assolutamente per lunedì prossimo.
___________: E poi c’è tanto di disposizioni per fare gli articoli in riferimento a questi.
Edoardo Segantini: Per fare il prossimo numero, cioè, abbiamo deciso che faremo la copertina, cioè abbiamo fatto, abbiamo deciso facciamo la copertina sull’Alitalia, perché c’è uno scontro di potere tra la Lega e An, eccetera, eccetera e lavoriamo su questo. Oppure facciamo, abbiamo detto c’è la storia della Cirio. Ma quali sono tutte le società con i bond in scadenza, cioè quali altre tegole ci stanno per arrivare sul coppino? Per dire, no? Questo. Poi abbiamo altre storie. Ma totalmente, cioè, io voglio dire se mi chiedi chi sono gli inserzionisti del prossimo numero non lo so, vado a vederlo, poi te lo dico. Cioè è talmente estranea dalla nota.
Presidente Abruzzo: Non può essere estraneo, c’è una strana coincidenza….. Tu vai ad intervistare Novari e c’è la pubblicità della marca dei (inintelleggibile)
Edoardo Segantini: No, è un’altra cosa. Stavamo dicendo due cose diverse.……. Allora non mi sono spiegato. No, non mi sono spiegato bene. Allora, sono due cose diverse quelle che cercavo di distinguere. Uno è il lavoro che noi facciamo da questa settimana per l’altra.
Presidente Abruzzo. Hai avuto la pubblicità stamattina che uscirà lunedì prossimo.
Edoardo Segantini: Esatto. Se per questa settimana fosse programmato uno di questi osservatori, io l’avrei fatto quando non sapevo chi erano gli inserzionisti. Non so come dirlo.
Presidente Abruzzo: Esce lunedì prossimo, lo fai in questa settimana.
Edoardo Segantini: Questa è una lavorazione più lunga. Sto cercando di dire, ci sono due velocità diverse. Non mi sono spiegato bene.
Presidente Abruzzo: Scusami…. Non abbiamo capito.
Edoardo Segantini: Non mi sono spiegato bene.
Presidente Abruzzo: … Ha tempi più lunghi…
Edoardo Segantini: Tre settimane.
Presidente Abruzzo: Tre settimane.
Edoardo Segantini: Due o tre settimane, capisci. Facciamo l’esempio che siamo alla riunione di stamattina al giornale. Allora io dico prima il mio menu, l’Alitalia.
Presidente Abruzzo: Dell’inserto complessivo. Parliamo dell’osservatorio.
Edoardo Segantini: E no, scusa te lo devo dire, se no non si capisce. Nella stessa riunione, io dico :”Ho messo anche in cantiere, ma non per lunedì prossimo, ho messo anche in cantiere, fra quindici giorni, tre settimane, un osservatorio Hi-Tech su questa RFID, questa nuova tecnologia radio. Quindi, oggi io so qual è la pubblicità di lunedì, ma non ...
Presidente Abruzzo: Dimmi una cosa, sono fatte a 15 o a 22 giorni?
Edoardo Segantini: Esattamente. E’ questo che non ho spiegato.
... voci sovrapposte ...
Presidente Abruzzo: Allora fra 15 giorni c’è la riunione, allora lunedì ti troverai il menabò con la pubblicità di questa affare qui. Come reagisci?
Edoardo Segantini: Ecco, questa è la domanda. Io reagisco...
Presidente Abruzzo: Tu fra 15 giorni in vista della pubblicazione ...(sovrapposizione di voci)...
Edoardo Segantini: Questa è la domanda. Allora, Ora ci siamo capiti. Siamo sul livello giusto, no? Allora. Qui è un fatto di scelte. Io la mia scelta che ho fatto è che lo tengo. Ritengo che non ci sia un mercato pubblicitario talmente sviluppato da consentirmi di dire : “Ah no, io questo non lo faccio”. Perché c’è soltanto. E certo che preferirei che ci fossero due, tre, quattro inserzionisti. Certo che preferirei che non si occupassero di UMTS, ma di tutt’altra cosa, però ho anche chiaro che questo inserto si regge anche se c’è un po’ di pubblicità. Allora ritengo che non sia giusto per me, per questo inserto che secondo me è un ottimo lavoro, di dire no, allora no. Anche perché, ripeto, scusami se mi ripeto Presidente, ma mi sembra importante, io sul piano dell’informazione, perché scusami ma nella tua, nel vostro documento mi si dice che io faccio l’intervista in ginocchio. Cari Signori, io di interviste in ginocchio non ne ho mai fatte a nessuno. Io passo il tempo a litigare con gli uffici stampa, rispondo a trenta uffici stampa al giorno che mi danno il tormento con il recall, io non ho neanche la segretaria, tra l’altro, a me qualunque, chiunque mi può raggiungere, mi telefonano dei ragazzini che probabilmente sono in stage, non sono neanche pagati, per dirmi se ho ricevuto dei comunicati di cui loro ignorano tutto, io passo le mie giornate anche a fare queste cose qua e quando invece sono persone che sanno il fatto loro gli dico : “Guarda, se vuoi pubblicità gratuita te la paghi, non vengo a raccontare la storia bella, perché è una storia bella, perché faccio il giornalista. Ho incominciato a fare il giornalista per raccontare le rogne, perché se no continuavo a fare lo sceneggiatore di Topolino, che guadagnavo più a 24 anni di ora che ne ho 53. Quindi, se ho scelto di fare questo mestiere, non è che volevo fare dei piaceri gratuitamente. D’altra parte quando mi è capitato guarda, o a me o a chiunque, io trovo, non so qual è la vostra percezione, ma trovo che c’è un pubblico straordinariamente, io sono uno di quelli al giornale che mette la mail, dopo la firma, no. Da noi è facoltativo per una decisione di Ferruccio, chi vuole la mette chi non la vuole la mette. Bene,lo dico perché mettendo la mail, arrivano molti più messaggi, cioè aumentano, telefonano anche i matti, scrivono i matti, però anche la gente che segnala delle notizie, la gente che mi dà una reazione, un feedback, delle informazioni, spesso mi danno delle notizie. Quelle volte che io mi sono, me la sono bevuta diciamo, mi ricordo una volta, con uno ho fatto un’intervista a uno di Virgilio che avevo perso una connessione, ma guarda, ma tu, ma stavi dormendo, ma questo è uno che ha guadagnato i soldi a spese, per dire, no? Cioè il pubblico, almeno il nostro pubblico è un pubblico molto attento, molto attento, che non ha reverenze, non ce l’ha per il direttore del giornale, figurati se le ha per noi, quindi non so.... scusate la mia...
Sergio D’Asnach: Tu hai detto e ripetuto più volte ed è evidente, che la credibilità è la cosa principale a cui devi guardare quando fai le cose, no? Ora non ti rendi conto del fatto che compaia un’intervista di un personaggio che di fianco della pubblicità dello stesso personaggio, mira a questa credibilità.
Edoardo Segantini: Certo, me ne rendo conto anch’io...
Sergio D’Asnach: Anche apparentemente, anche al di fuori della tua volontà.
Edoardo Segantini: Mi rendo conto, mi rendo conto di questo, che riduce, limita una verità, ti ripeto, la parola credibilità da quando la usano i comunicatori non mi piace più. Che in ognuno di questi c’è ed è assolutamente evidente, evidente, cioè, prendeteli uno per uno, cioè ci sono tutti i protagonisti dei mercati, ci sono i concorrenti, ci sono gli analisti. Se leggete poi il singolo articolo, cioè, non c’è uno sconto per nessuno. Naturalmente, hai ragione. Quando lui dice: “Ma caspita, Siemens, Siemens”. Peccato che questo signore qua non l’aveva intervistato nessuno in quel periodo lì, dicendo delle cose straordinariamente interessanti, tutt’altro che intuitive. Questo signore qua, della Bank Q, hai ragione tu quando mi dici tu che fa una brutta impressione, disturba anche me perché questo è un bel prodotto e questa cosa qua, me lo rovina in qualche modo. Però Il Sole 24 ore di oggi, no, di ieri, sull’apertura della pagina Finanza e Mercati,c’è un articolo che spiega, scopre improvvisamente che c’è una società che si chiama Bank Q che ha una storia incredibile. Noi l’avevamo scritto mesi prima, tirando fuori un personaggio che non era per niente noto, questo signore qua. Per cui, hai ragione, è vero. Anch’io me lo pongo.
______________: Snocciola il problema. Tu ovviamente ti preoccupi della tua credibilità. Noi ci preoccupiamo della credibilità del giornalismo in generale. Allora come si fa? Tu hai fatto qualcosa? Ritieni che sia possibile fare qualcosa? Perché è evidente che quando tu dici tra due settimane comparirà quella tal cosa, c’è qualcuno che corre all’Ufficio Marketing, oppure c’è una spia nell’Ufficio Marketing piazzata dentro quella stanza e che registra tutto in maniera di andare a tampinare quelli che possono fare la pubblicità. Dev’essere un meccanismo di questo genere. Cioè, che a un certo momento determina che la pubblicità del tizio compare quando c’è l’intervista del tizio. Ecco, visto che non può essere casuale, perché i calcoli è impossibile farli, penso che è più facile vincere al Superenalotto che far succedere una cosa di questo genere con tutte le persone che ci sono con tutto quanto...allora, io... è evidente...
Edoardo Segantini. La risposta è nel tema. Nel senso che, penso che se noi facessimo, per esempio questo mettiamo.... una volta abbiamo fatto un, cerco di risponderti, abbiamo fatto uno di questi osservatori sulla sicurezza informatica no? Sai sicurezza informatica, saranno due aziende che lo fanno, cioè questi...
___________: Sì, sì, ho capito. Deve essere più facile diciamo l’Enalotto, fare un terno al Lotto, cambio il paragone...però dico, tu dici “io non mi sento di rifiutare la pubblicità”, quando anche...
...voci sovrapposte...
____________: E’ vero, è vero. Tu non puoi...fare quello che stiamo dicendo, intanto è sull’altro numero che...
Presidente Abruzzo: Scusami, sai qual è la polemica ...(inintelleggibile) ... il giornalista, il magistrato, dev’essere e deve apparire indipendente, noi dobbiamo essere e dobbiamo apparire corretti. Questo è il punto, tu hai un essere e un apparire….. Quando esce…. questa pagina…. poi c’è ancora l’intervista…. il lettore medio, attento, critico, può avere qualche dubbio. Dico può ... questo è il punto che dobbiamo superare, che dobbiamo capire... essere e apparire ... io lettore leggo… e ho dei dubbi legittimi, dubbi per carità………….Qualcuno sa quello che tu fai…..qualcuno avverte l’Ufficio Marketing, oppure tu mandi un tuo collega a intervistare un signore XY e si presenta dicendo: “Stiamo facendo un inserto su UMTS”. E’ chiaro che poi XY ordina la pubblicità del suo marchio….sul Corsera…
Edoardo Segantini: No, cioè, è vero soprattutto la brutta impressione che dà questa convivenza anche se, se appena uno legge, ma neanche gli articoli, legge gli articoli ogni dubbio viene fugato. Ma se legge semplicemente, se sfoglia le pagine si accorge che trattasi di un prodotto molto informativo. Allora, cioè il dubbio che mi viene però alla fine di questo, che mi rimane un po’, scusa se mi permetto di sottoportelo, perché mi interessa proprio per capire perché io ho cercato, da questa cosa che ho vissuto come un’umiliazione feroce, proprio perché per me è il peggiore, per me conta l’onore, quindi questa cosa qua ... comunque cerco di trarne le maggiori opportunità per la mia crescita, cioè alla fine mi rimane il dubbio che in questa storia è più importante apparire che essere, no? Sì, perché, allora io potrei dire, allora sai che c’è, che io faccio un accordo con questo inserzionista per dire no? allora, facciamo dei favori differiti, no? allora adesso faccio una cosa molto critica, tutta molto per bene, dopo di che tra due settimane gli faccio un’intervista super favorevole in un contesto pubblicitario assolutamente impeccabile no, dove ci sono dentro, niente pubblicità ed ecco fatto, cioè come la vedete? Io capisco che sia importante l’apparire, però accidenti, io sono, questi prodotti testimoniano, ripeto, basta leggerli e non a caso nella vostra accusa diciamo non c’è neanche un accenno alla qualità del prodotto, evidentemente avete ritenuto, concordate con me che la qualità, che è informativo, voglio dire, non sto dicendo che sia il giornalismo a ...cioè ...
Presidente Abruzzo: Tu sei troppo bravo per non capire che gli articoli appaiono funzionali alla campagna pubblicitaria… C’è questo dubbio….
Edoardo Segantini: Questo lo so.
Presidente Abruzzo: Cioè, il discorso si presta a un gioco di equivoci …
Edoardo Segantini: Presidente, ma se avete visto, c’è una molteplicità di voci, di confronti, che io veramente anche nel, poi ci stiamo proprio attenti con una particolare cura, proprio perché sappiamo che se non fosse così, cioè, diventa spazio che non vale più niente, diventa come redazionali, come quella pubblicità che ha messo il Corriere dove c’è un enorme, ci sono due pagine a specchio, c’è un enorme armadio come quello dell’Ibm, proprio tutto intorno ci sono delle pubblicità come si dice, come quelle tipo “Le aziende informano”. Sarebbe così, ma questo non è, questo è pregiato, ma è pregiato perché è informazione, e lo sanno tutti che è informazione. Io non ho mai ricevuto (registrazione interrotta per cambio cassetta) ... che non fosse, per me conta questo poi alla fine. Noi giornalisti prendiamo una fregatura che non sappiamo mai cosa pensa quello, no? Viviamo in un mondo autoreferenziale per cui quando io cerco dalla gente, va beh, ma ... La gente cosa vuol sapere dal Corriere Economia? Nessuno è in grado di dirmelo, nessuno me l’ha mai detto. L’unico strumento, sarà primordiale, sarà rudimentale, quello che volete, che io ho, sono le mail che riceviamo io e i miei colleghi, che dice: ”Guarda che quello lì scrive” e ne arrivano, arrivano, ne arrivano tante. E noi su quello ci orientiamo un po’.
Presidente Abruzzo: Poi noi possiamo essere anche influenzati dalle affermazioni che fa il dottor Romiti in giro.
Avvocato Malavenda: Allora, io ho una lettera indirizzata a questo Consiglio firmata Cesare Romiti che dice: “Io sottoscritto Cesare Romiti, Presidente di RCS a richiesta giornalista Edoardo Segantini cui è stato contestato il fatto che io avrei pronunciato la frase: “Gli inserzionisti sono i veri padroni dei giornali, dichiaro di non aver mai pronunciato questa frase e di non averla mai nemmeno pensata, anche perché ritengo che i proprietari di un giornale siano i lettori”. Non facciamo come la Pallotti, che per dieci anni me la rimenate sempre nelle... Adesso questo qui lo voglio vedere nella prossima... o chiamate Romiti e gli chiedete conto, oppure voglio nella prossima contestazione. Romiti ha escluso di aver detto e mai pensato questa cosa ... e qui non c’è scritto dove l’ha detto. Per il Consiglio.
Presidente Abruzzo: Benissimo. Posso vederla?
Avvocato Malavenda: Come no.
Presidente Abruzzo: Mettiamo a verbale che l’Avvocato Malavenda consegna una lettera del Dr. Cesare Romiti all’Avvocato Caterina Malavenda in cui dice che lui mai ha pronunciato questa affermazione: “Gli inserzionisti sono i veri padroni dei giornali”.
____________: Posso fare una osservazione ai margini?
Presidente Abruzzo: Come?
_____________: Una osservazione ai margini.
Presidente Abruzzo: Osservazioni no, domande sì, tante.
_____________: La domanda è: Se, dato l’eccesso di informazione pubblicitaria sui giornali, sui quali Lombardini vende, in tanti hanno capito che non hanno più, hanno difficoltà in molti, ho notato, perché c’è un eccesso, c’è una cattiva informazione, c’è una cattiva immagine, non sia maturato in alcune aziende, l’idea di essere collocate in spazi, cioè, praticamente la domanda è se qualche azienda non abbia addirittura...(inintelleggibile)... quindi preferiscono essere su una pagina così, forse che su mezza pagina. Questo è un discorso, è una domanda. Mi rendo conto che è una domanda un po’ complicata, però ... inintelleggibile) ...
Edoardo Segantini: Ho capito perfettamente. Non faccio il pubblicitario, grazie a Dio, ma conosco questo tema che negli Stati Uniti va sotto il nome di twilight advertising, cioè una pubblicità diciamo nel chiaro scuro. Da noi non c’è da noi non c’è, questa è l’informazione. Lei può, tu puoi guardare nel dettaglio questi ed altri osservatori che noi abbiamo fatto, che hanno tutte le caratteristiche dell’informazione, nel senso che ci sono tutti i progetti di informazione economica, in particolare, e quindi ci sono i protagonisti dei mercati, ci sono gli utenti dei mercati che sono fra i protagonisti essenziali. E quindi, cioè, non c’è confusione, per me.
____________: Io so che ... (voce fuori microfono)...
Edoardo Segantini: Quindi tipo, non so, allora disse l’amministratore delegato della Fiat, accendendosi una Marlboro o salendo sulla sua Mercedes...
Presidente Abruzzo: Era una sera buia e tempestosa ...
Edoardo Segantini: Era una sera buia e tempestosa, ma io avevo un ombrello della Brik ... quindi mi riparava...Non so, io, scusatemi, vedo, leggo anch’io i giornali, cerco di seguire nelle mie possibilità, sia la discussione su queste cose, mi è capitato anche di parlarne con Raffaele (cognome inintelleggibile) che è un altro molto attento a questi temi, e leggo come voi i giornali e leggo delle autentiche schifezze. Però devo dire che questo è un dato storico. Rimane il fatto che non piace neanche a me questa cosa qua, perché mi rovina una cosa bella, però, insomma è tutta un’altra storia.
Sergio D’Asnach: Tu cosa consiglieresti per l’organizzazione di un giornale per evitare che questo avvenga, perché qui si vede, no? che qui esistono due entità diverse... il giornalista che cerca di acquisire credibilità...
Edoardo Segantini: Beh, lo sfalsamento dei tempi. Quando forse, non so, ricevo il menabò, dico però non lo so, se facendo i conti con un realismo è sostenibile una condizione di questo genere. Non so, me lo sto chiedendo.
Sergio D’Asnach : No, perché a prescindere dalla tua persona…
Edoardo Segantini: No, naturalmente.
Sergio D’Asnach: Il problema è appunto, dico qui esistono due entità di un giornale, i giornalisti che si danno da fare al massimo per acquisire credibilità. Ecco, poi esiste una entità, l’Ufficio Marketing a cui non frega assolutamente niente della parte giornalistica e credibilità, l’unica cosa che gli interessa è che a fine anno ci sia la crescita continua della pubblicità.... (inintelleggibile) ... allora, evidentemente c’è qualcosa, sembra che uno giochi contro l’altro.
Edoardo Segantini: Non lo so, perché, questo che tu dici, non so, non sono in grado di verificarlo perché non ho mai... Però io so per esempio che ci sono, anche nel campo del marketing, tra giornali e giornali ci sono delle profonde differenze.
Sergio D’Asnach: Possono esserci ...
Edoardo Segantini: Per esempio, io so che Repubblica ha lo stesso affare finanza, fa una politica di sconti, molto aggressiva, molto forte. Fa questi mono inserzionisti che hanno le caramelle che mangiavano prima, no? a bocca. Io, per quel che ne so, per esempio la nostra ditta non fa questa politica, ne fa un’altra, infatti il valore noi... battiamo ... se sono corrette le mie informazioni... in valore, non in quantità, in centimetri quadrati, in numeri, in valore. Per cui non lo so tu dici, a loro non gliene frega niente della attualità, mi sorprenderebbe se fosse così, mi sorprenderebbe veramente, vorrebbe dire che non sono dei bravi manager, dei bravi…….
Sergio D’Asnach: Se fanno cose di questo genere evidentemente non si sono posti, o loro non sapevano che c’è stata una coincidenza, e tu non sapevi che c’era questa pubblicità, loro non sapevano che c’erano questi articoli, è avvenuta questa cosa, però è un caso talmente raro che sinceramente non posso tenere in considerazione, oppure tu lo sapevi che avrebbero fatto, avrebbero programmato quella pubblicità, proprio in vista di quello, però, sì, e hanno fatto tutto il possibile per acquisirla, non credo che ci possano essere altre soluzioni, se mi permetti. Ecco, allora se lo hanno fatto e hanno fatto una cosa che a te stesso ha dato fastidio, evidentemente hanno fatto una cosa scorretta nei confronti della credibilità del giornale, perché a te ti ha dato fastidio anche quello, perchè un lettore meno attento che non è andato a vedere
Edoardo Segantini: Però scusa D’Asnach. Mettiti anche nei panni di uno che raccoglie pubblicità su un certo settore, cioè non è che ha 120 possibilità di…….
____________: Esatto. Era quello che volevo dire io.
Edoardo Segantini: Se io facevo l’UMTS, e metti questi qui, che ne so, puntavano su Tim, per dire, perché questi son quattro, eh, son quattro gatti, stiamo parlando di mercati, cioè, noi siamo un mercato piccolo, di un Paese piccolo e quindi soprattutto per questi, scusate correzione, ho detto una stupidaggine. Siamo mercato piccolo soprattutto nelle grandi tecnologie, perché se noi parliamo di sicurezza informatica non c’è neanche un’azienda, uno straccio di azienda italiana, sono due o tre quelle che ci ritroviamo sui computer, che fanno gli antivirus. Allora, se io dico al mio Direttore: “ Guarda,farò qualcosa sulla sicurezza informatica, le informazioni girano, pare che ... ok, andiamo su, questi dove andranno? Andranno da non so, quelle due lì, sono due, tre, quindi... Ecco,è anche questo un aspetto da considerare. Certo io vorrei che fosse tutto, anche la pubblicità, molto più, cioè vorrei che il pluralismo che c’è nel mio livello informativo, ci fosse anche nel livello pubblicitario, cioè se qui oltre Bank Q, ci fosse anche il suo concorrente, così come c’è nei miei pezzi, perché i pezzi qui sono tutti di confronto, che sarebbe il benchmarcking, questo, quest’altro, quest’altro, quest’altro ancora, cioè non c’è una cosa che sia a favore di nessuno. Se tu hai questa esigenza puoi contare su, è tutto così e anche le voci delle persone sono tutte che ognuno dice la sua e il taglio è sempre critico, cioè io ci tengo molto, scusatemi, io non leggo tanto, il cliente nobile come centrarlo? e questo le dice: “è stata venduta troppa tecnologia fine a se stessa”, sembra “Mi manda Rai Tre”, cioè questo che dice, “tutti contro, il come si dice, la magia tecnologica”, sai questa cosa, ah meraviglioso, che meraviglia, certo io non approvo. Per esempio noi abbiamo una rubrica, non voglio andare fuori tema, ma solo per spiegarti, perché tu dicevi prima, facevi una distinzione molto ... il bene e il male ... secondo me non è vero, non è tanto vero, perché noi abbiamo una rubrica che si chiama “Provato per voi”, è una rubrica che prende ogni volta un, fuori dall’osservatorio, non centra niente, è una pagina di tecnologia e ricerca, no? E prende ogni volta un aggeggio e fa una specie di prova su strada e dice quali sono i pro e i contro ... io devo sempre richiamare i miei collaboratori all’attenzione, dite sempre anche le ombre, non solo le luci e quando non ci sono abbastanza, glielo faccio accentuato. A volte mi dicono: “Sai, il prodotto è bellissimo, va benissimo, funziona benissimo” io dico, “OK, scegliene un altro, scegline un altro”, cioè, se va benissimo si parla da solo, ma noi non è che dobbiamo ... siamo al mondo per parlare bene delle cose che sanno già parlare da sole, tu prendi un prodotto che viene venduto, che magari è caro, che magari ha successo e spiegane i limiti,no? non per attaccare, perché anche lì, non è che si tratta di voler parlare, perché secondo me voler parlare male di qualcuno è lo stesso che volerne parlare bene a tutti i costi, no? Però per dirti c’è molta attenzione, c’è tantissimo. Io vedo con piacere che non tutti i nostri concorrenti hanno questa nostra attenzione e lo vedo con piacere, perché vedo che il pubblico se ne accorge, ma se ne accorge tanto, t’assicuro, ma se ne accorge proprio tanto, così come ci bastona, appena come noi sgarriamo, come noi operiamo, ripeto, è capitato anche a me, ci bacchetta in modo tremendo.
Presidente Abruzzo: Tu delle iniziative dell’Ordine ne hai parlato col Direttore?
Edoardo Segantini: Sì. Sai io al Direttore ho dato tutte le informazioni, così, che sono un poi alla base della memoria che ho mandato, perché lui non c’era, non sapeva niente e quindi l’ho informato di che cosa si trattava, gli ho spiegato la logica di questi inserti negli inserti, chiamiamoli così.
Presidente Abruzzo: Altre domande? Io domande non ne devo fare. Prego Sergio.
Sergio D’Asnach: ...voce fuori microfono...in questo caso porteremo gli atti alla Malavenda, in modo che possa ...
Avvocato Malavenda: Allora, io ho solo la lettera di Massimo Gaggi che mi dice di dirgli che lui è a disposizione per qualunque informazione dovesse essere utile nell’interesse di Segantini... ne ho ricevute trenta di lettere...(inintelleggibile)...
Avvocato Malavenda: Io posso dire due parole?
Presidente Abruzzo: Diamo atto che l’Avvocato Malavenda deposita una lettera del collega Gaggi,….
Avvocato Malavenda: Posso dire due parole, poi dopo usciamo e deciderete come, ci possiamo anche aggiornarci se per voi è troppo tardi, anche se non dovessimo sentire nessun altro. Io credo che poi i temi siano tre, se mi posso permettermi di sottoporre alla vostra attenzione. Il primo problema è cosa fa il marketing. Allora o noi assumiamo che Segantini abbia mentito e che lui sappia cosa accade e non ve lo voglia dire, oppure cosa fa il marketing lui non lo sa. E quindi, se dobbiamo sentire l’Ufficio Marketing non c’è alcun problema, io vi indico il Responsabile dell’Ufficio Marketing. Ho capito però io Vi posso portare i testimoni, Voi non potete convocarli, io li posso portare, quindi se è interesse del Consiglio, siccome il tema mi è parso in molte domande ricorrente, allora, se è interesse del Consiglio sapere come funziona l’ufficio Marketing, rispetto al Corriere della Sera, Voi non li potete chiamare, ma io Ve li posso portare, Vi porto il Capo dell’Ufficio Marketing così scopriamo ...
Presidente Abruzzo: Prima dobbiamo decidere se accettare questa Sua richiesta ...
Avvocato Malavenda: No, io non sto facendo una richiesta. Attenzione. Siccome ho visto che le domande vertevano su come sia possibile sul racconto con D’Asnach, cioè certamente non è un caso. Io piuttosto immagino che il Marketing...
Presidente Abruzzo: Te l’ha detto lui, questo?
Avvocato Malavenda: No, anche lui l’ha detto. Può anche essere che il marketing, per esempio, abbia che so io, mille lire di pubblicità acquistata da UMTS e decide il marketing dove metterla a seconda dell’opportunità, quindi può anche essere che UMTS non concordi. Io non lo so come funziona, però è cosa che prescinde da questo, noi che siamo qui a discutere: a) se lui è d’accordo col marketing e mi sembra di escluderlo; b) se lui fa bene il suo mestiere e gli inserti sono lì da leggere; c)se una volta che ha il timone lui possa andare a ribaltare i tavoli da Romiti e da Folli, perché questi qua sono i tre temi, no?. Allora, che sia d’accordo col marketing penso che possiamo convenire che possiamo escluderlo, che il suo mestiere lo sappia fare, sono lì da vedere. Rimane il terzo punto, cioè cosa avrebbe potuto fare Segantini, Capo Redattore, 54 anni, di questo inserto, che cosa poteva fare una volta che ha visto che nel timone c’erano gli inserzionisti di cui avessero occupato con i suoi collaboratori ignorando il timone per due settimane precedenti. Son questi i temi. Allora poteva andare da Romiti e protestare picchiando i pugni? Poteva andare da Folli e ribaltare il tavolo? Poteva fare al meglio il suo mestiere, avendo molto fastidio vedendo questa cosa qua, ma ritenendo che il suo dovere e il suo diritto sia fare bene il suo mestiere. Questo è il tema. In questo tema Voi potete chiamare chi volete, se volete persone che non sono giornalisti ve li porto qua io. Io trovo, e questa è una cosa che lo ha proferito, spiegato, poi, l’apparire e l’essere. Se io vedo un vecchio che porta via una bambina per mano, dipende con quale occhio lo guarda, il vecchio, la bambina. Perché se io lo guardo con l’occhio prevenuto, penso che sia un pedofilo che la porti su un cespuglio, magari è il nonno che la sta portando a vedere i burattini. Dipende con che occhio io guardo le cose, quindi l’apparire da una parte, e dall’altra parte l’occhio di chi guarda. Se l’occhio di chi guarda è prevenuto, io prendo il Corriere di oggi, vi trovo 4,5,6,12 esempi di cose che potrebbero venire da questo Consiglio. Non solo il Corriere. Però se noi guardiamo con l’occhio severo, di chi legge e di chi giudica, voi dovete giudicare Segantini per quello che ha fatto, cioè per il plot giornalistico, e vedere se ha venduto o svenduto il suo mestiere a favore dell’inserzionista. Questo è, perché l’intervista apre gli inserti, ma poi ci sono tre pagine di inserti in cui parlano un sacco di persone. Se avesse messo Tim, Tim c’era dentro. Avesse detto che è mascherato perché fa finta di intervistare HG3, ma in realtà intervista Tim, perché c’è l’inserzione di Tim, perché a pagina due c’è Tim, c’è Vodafone, c’è Wind, quindi qualunque fosse l’inserzionista avrebbe trovato riscontro al suo interno. E’ ancora più mascherata, perché faceva finta di parlare di a) in realtà faceva un soffietto a b), per cui dipende con che occhio lo guardiamo, quindi io credo che gli occhi li abbiate tutti, siete del mestiere, da tanti anni,le domande che sono state fatte sono tutte domande pertinenti e intelligenti, quindi mi pare che il tema sia stato centrato, poi, per carità, se vogliamo, cioè, trovare altri aspetti io, ripeto, i testi che non potete convocare voi, a parte quelli che vi ho offerto, se volete Cesare Romiti ve lo porto qui. Insomma. Basta saperlo. Non c’è problema. Aspettiamo fuori?
Presidente Abruzzo: Segantini, hai mai protestato con l’Ufficio Marketing…
Edoardo Segantini: …no….
3. La difesa orale dell’avvocato Caterina Malavenda
Nella seduta del 18 dicembre 2003, l’avvocato Caterina Malavenda ha sviluppato i temi difensivi. Questa la trascrizione dell’audizione:
Abruzzo: Prego avvocato, se vuole incominciare.
Malavenda: Io la volta scorsa avevo già sintetizzato quelli che sono i temi che secondo me meritano attenzione e devo dirvi che la cosa che mi ha più colpito la volta scorsa era (io l'ho percepita poi magari perché sono di parte) come dire lo sconforto di Segantini nel senso che Segantini, credo che la cosa sia stata percepita da una persona assolutamente perbene, e sia prima di entrare in questa audizione e sia dopo essere stato in questa stanza incominciò a dirmi «Ma che cosa avrei potuto fare per evitare o per convincere che sono una persona perbene, che non ho venduto, che non ho fatto niente in ginocchio...?», eccetera, eccetera. Io ho cercato di spiegargli qual è la linea di questo disciplinare, non so se ci sono riuscita. Io credo che... io conosco la vostra giurisprudenza, in alcuni casi la condivido, credo che questa volta veramente il discorso che ho letto in tanti vostri provvedimenti, l'accorato richiamo vostro all'essere e all'apparire, in questo caso io credo che non calzi per tre motivi. Allora io intanto vi prego di una cortesia, la prossima volta che in un provvedimento, in un atto di accusa, mettete la Pallotti, io la Pallotti la voglio qua.
Abruzzo: La...?
Malavenda: La Pallotti la voglio qua, perché la Pallotti che diventa questo mito, adesso c'è anche Romiti, non so che altro, che altro pezzo, diventerà un tormentone. Allora la Pallotti, la Pallotti il 1° luglio 96 ha detto delle cose che io conosco quasi a memoria perché ogni volta me le trovo sempre... Allora la Pallotti, intanto, è una, era un direttore di giornali femminili, quindi intanto non possiamo usare la Pallotti per il Corriere della Sera perché io onestamente, per carità, ma fra Bella, Intimità e il Corriere della Sera esistono dei divari...
Abruzzo: Era Anna...
__________: Era direttore di Anna...
Malavenda: Beh, Anna, il Corriere della Sera, cioè sono due come dire bacini di utenza e sono due concetti che non possono essere...
Abruzzo: Stesso gruppo comunque, eh! Credo...
Malavenda: ...eccetera. Cioè, il peso specifico che la pubblicità ha su Anna non ce l'ha sul Corriere, cioè questo, il concetto è questo. Cioè Anna vive di pubblicità come tutti i "femminili"; io parlavo un momento fuori - dico la signora Elisabetta (che ce la raccontiamo mentre voi parlate e io sono fuori) - è evidente che il peso specifico che ha la pubblicità su un femminile è obiettivamente di gran lunga più forte. Il Corriere della Sera, io mi auguro, sono convinta che lo si compri per le notizie, non per sapere che profumo usi Demy Moore, no? Allora...
Abruzzo: .. c'è questa tendenza….
Malavenda: Sì, però, allora io...
Abruzzo: Non c'entra questo fatto qui...
Malavenda: Io credo che noi... Allora, noi però non possiamo però fare così, far finta che il dito ci fa ombra, allora i giornali se non hanno la pubblicità chiudono, e cioè dal Corriere...
Abruzzo: Noi la vogliamo la pubblicità, ma ci mancherebbe altro!
Malavenda: Ma certo, certo, e allora è un po' come la legge Gasparri e le frequenze, no? Allora mi spiegavano l'altro giorno che ci sono delle persone che si sono ...(ININTELLIGIBILE)... a fare la televisione e allora per fare una televisione occorre avere pubblicità: Dice «Noi andiamo dagli inserzionisti e diciamo la nostra pubblicità ve la vendiamo a cinque». Dice «Bene». Publitalia li chiama e gli dice «Noi ve la vendiamo a tre, non solo a tre, ma vai su tre reti in tutta Italia» e quindi l'inserzionista che ha dieci da spendere li spende con Publitalia ma non perché Publitalia è di Berlusconi, perché Publitalia ha una forza di penetrazione venti volte superiore, ha una diffusione capillare degli spot pubblicitari in tutta Italia, perché mai dovrebbe spendere i soldi per una televisione che nasce?
Abruzzo: Con una stratificazione poi diversa.
Malavenda: Benissimo. Quindi è la pubblicità che dà la musica, non ci sono santi e la dà al Corriere come la dà ad Anna. Io dico, faccio un discorso diverso, cioè che il Corriere lo si compra per le notizie, la pubblicità.....Allora il quotidiano sta messo così, quindi il quotidiano ha bisogno della pubblicità, allora secondo noi ci sono dei comportamenti che andrebbero come dire non solo censurati, andrebbero stigmatizzati pubblicamente con dei comunicati. Io facevo l'esempio……: se tu intervisti Berlusconi per sapere cosa pensa, perché zumi sul Cavaliere e il Professore otto volte? Perché durante quel convegno Berlusconi ha parlato del libro, o perché vuoi fare un favore a Vespa? Questo mi chiedo. Io ho visto tre servizi su tre reti pubbliche che Berlusconi parlava al microfono e mentre quello parlava io vedevo il Cavaliere e il Professore con Berlusconi in sottofondo. Adesso io trovo molto più grave questo che ai tre, no? tanto per dire, tanto per fare un esempio voglio dire non so neanche chi fosse l'operatore, non so se è stato pagato, non so niente. So che fa parte del gioco. Allora, Segantini è accusato di avere tenuto un comportamento che appare - su quello siamo d'accordo che non è "appare" - un comportamento non in linea con la necessità di non fare commistione fra pubblicità e informazione. Allora, il comportamento di Segantini, se non ho capito male è di non essere andato dal marketing a protestare perché il comportamento di Segantini...
Abruzzo: Questo l'ho ripreso, lo ha detto la Corte d'appello sulla Deimichei...
Malavenda: Sulla Deimichei vogliamo dire che esiste una qualche differenza, li difendo tutti due io, però fra il giornale della signora Deimichei e il Corriere Economia...
Abruzzo: Dicevo, la regola che la Corte d'appello ha estrapolato, che ha indicato i direttori...
Malavenda: Guarda, non vorrei parlare…. quando fa questi processi, vorrei se fosse possibile esimermi da un mio commento, mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Allora, il problema è questo. Il comportamento può essere censurato, allora il comportamento di Segantini è quello che lui ha pubblicato su questo inserto, quindi sono tutti gli articoli che lui ha pubblicato dopo averli letti, sui singoli inserti, e su questi articoli io non ho letto una riga di contestazione il che vuol dire che gli articoli sono articoli di informazione perché sennò mi avreste contestato che si fa dire...
Abruzzo: Abbiamo contestato che c'è la pubblicità X e c'è l'amministratore della società X, questo...
Malavenda: Bene. Lui vi ha spiegato, è stato un po' involuto infatti poi leggendo non ho capito quasi niente, lui vi ha spiegato una cosa che mi pare sia stata chiara poi a tutti, che quando lui decide di fare questi inserti hi-tech, parte tre settimane prima di quando gli arriva il "timone" mandando ai singoli collaboratori i compiti. Loro sono tre in redazione, lui e altri due, tutti gli altri - perché la redazione con l'Economia, si è asciugata perché da qualche parte bisogna tagliare - erano dodici e sono rimasti in tre.
Abruzzo: Quattro sono.
Malavenda: Non so cosa vorrà dire, vorrà dire che forse la pubblicità non dà abbastanza denaro, non lo so. Sta di fatto che lui deve fare questi inserti con tre collaboratori e allora lui dice «Io decido di fare l'osservatore hi-tech, decido di trattare quattro argomenti e parto dando ai miei collaboratori l'incarico di fare alcune cose e quindi quando mi torna il timone, con la pubblicità inserita, io i pezzi ce li ho già scritti, non è che scopro che ci ho hi-tech e i pezzi di commissiono dopo. quando mi arriva il timone io ho già gli inserzionisti». Vi ha detto con una lealtà e una linearità, della quale io l'ho rimproverato aspramente, che non gli piace questa cosa qui, preferirebbe la "Nutella" (non lo so, io preferirei qualche altra cosa ma insomma...) quindi vi ha detto che certo dall'esterno guardare questi inserti non lo fa particolarmente felice. È stato più che, più che corretto. Vi ha detto però che lui è felice perché può scrivere quello che vuole e nessuno lo censura, e questo mi pare una cosa molto importante in un giornale, quale esso sia. Allora, lui che cosa ha fatto che non avrebbe dovuto fare? Niente, rispetto a questo prodotto. Lui non ha protestato, mi pare che alla fine l'unica cosa che gli si può contestare è che quando ha visto il primo timone non è andato da Romiti, Folli, l'Ufficio marketing, non so da chi a protestare vibratamente, del fatto che gli avessero messo in questo inserto gli inserzionisti dell'inserto. Allora, io non credo che questa condotta avrebbe mutato l'orientamento di chi ha letto, cioè chi ha letto questi inserti si sarà convinto di ciò che adesso vediamo, ma certamente se lui avesse protestato quell'"apparenza" semmai c'è stata non sarebbe cambiata perché allora avremmo fatto gli inserti dell'inserto per dire, e comunque Segantini ha protestato. Queste cose sarebbero andate avanti esattamente nello stesso modo, non sarebbe cambiato nulla, Segantini forse avrebbe rischiato il posto di lavoro perché uno che ha 54 anni va a rompere l'anima al marketing perché gli mette le manchette, voglio dire...
Abruzzo: Non l'ho visto il posto, Caterina, lo sai bene...
Malavenda: Franco, ti prego, stiamo...
Abruzzo: ...la forza del nostro ordine è che le regole sono... c'entra l'articolo 6. L'azienda non può dare ordini in contrasto con la deontologia professionale.
Malavenda: Tu lo sai gli otto che stavano qui dove sono andati a finire? Tu lo sai?
Abruzzo: È solo io devo dire "No". E scusatemi, è solo io.
Malavenda: Allora ci sono delle redazioni con gli esuberi, Franco, negli esuberi si possono fare delle scelte e allora se un giornalista ti rompe quattro volte, alla quinta volta...
Abruzzo: Al Corriere non ci risulta...
Malavenda: Franco, sto facendo un discorso, adesso non lo so al Corriere...
Abruzzo: Al Corriere non ci risulta.
Malavenda: Eh, guarda, io credo che a un editore non manchino i mezzi per liberarsi di un giornalista che non gli piace senza incappare né nell'ordine, né nel pretore del lavoro. Cioè, adesso, io faccio il vostro stesso mestiere dall'altra parte, quindi lo so di cosa sto parlando, no? Allora, se un giornalista è noioso, se è rognoso, se ti si mette per traverso a fare il marketing e il giornale, l'editore non sceglie il giornalista che l'editore ha bisogno di vendere i giornali.
Abruzzo: Se è così chiudiamo l'ordine allora.
Malavenda: E no, Franco però allora io voglio dire questo. Allora io sto dicendo questo. Un eventuale comportamento di Segantini di protesta, allora io adesso dico a tutti i giornalisti di andare a protestare, di fare le lettere, quando c'è una cosa così voi protestate. Voi li assolvete, non lo so perché non è mica detto, allora la Deimichei è stata condannata per non avere protestato con l'editore quando ha visto che c'erano... no? Vi ricordate perché credo sia ...(ININTELLIGIBILE)... che l'ha detto. Benissimo, non ha protestato. Se Segantini avesse protestato, ripeto, il prodotto giornalistico sarebbe stato lo stesso, quindi voi dovete condannarlo per un comportamento interno a questo inserto che lui non ha tenuto o che ha tenuto. E voi mi dite che il lettore che apre questa cosa qui, per il solo fatto di vedere la faccia di... io di questo prodotto non so come si chiami, la faccia di...
__________: Di Novari...
Malavenda: ...di Novari, benissimo, allora il lettore come me che non sa di cosa stiamo, questo inserto fa così e lo butta nel cestino, quindi non sa chi è Novari, non sa niente. Il lettore che vuole capire di cosa si tratta, indipendentemente dalla manchette, legge gli articoli, legge gli articoli per capire se quello che può avere pensato guardando questa cosa qui è vera, e se legge questo inserto tutto può pensare meno che sia un'intervista in ginocchio perché questa prima pagina ha queste interviste e sotto qui poi c'è scritto "Ma non tutto va liscio", e poi ci sono tutti gli altri concorrenti e poi c'è uno che dice "Ma sei sicuro che vuoi fare così che alla gente non gli interessa affatto delle fotografie perché la voce e il suono non coincidono, la mamma ci ha già le foto se vuole vedere il suo bambino". E poi c'è il calendario a sé in coda. E i quattro inserti sono fatti con lo stesso criterio, cioè se una persona si avventura a leggere questo inserto non ha assolutamente neanche la sensazione che questo prodotto giornalistico sia stato venduto all'inserzionista. Io credo che sia questa la cosa importante perché io non lo so perché quell'inquadratura si sia allargata sul Cavaliere e il Professore, non lo so, ma quell'inquadratura era certamente un favore a Vespa, certamente, e nessuno può avere avuto un'apparenza diversa da questa a vedere quel servizio. Quello è, l'apparenza che dà una cattiva opinione sul giornalista. Quella è l'apparenza. Perché quello non può avere altra lettura che quella. Un favore a Vespa perché, perché è Vespa; io parlo di Vespa però che non diffondiamo i verbali perché...
Abruzzo: È uno de noiantri dicono a Roma.
Malavenda: Come?
Abruzzo: È uno dei noiantri a Roma lo dicono.
Malavenda: Allora..... se noi prendiamo, Segantini ha fatto l'esempio della copertina di Micheli che dà la mano a Veronesi e dice una certa cosa, no? Allora Veronesi è Veronesi e allora se Veronesi dice delle cose è probabile che chi legge ci creda; se quello che dice Veronesi, perché sta dando la mano a Micheli non è scientificamente più che corretto, quello crea danno. Lui mi ha detto questa cosa qua, e questo mi ha fatto un inserto su questa iniziativa spiegando che non è tutta luce, ci sono anche delle ombre. Allora io credo che bisogna, anche perché io ho fatto l'esempio del vecchio che porta via la bambina per mano, adesso se un vecchio porta via la bambina per mano in un parco, con i tempi che corrono e questi chiari di luna, tutti pensano immediatamente che sia un pedofilo, ma perché siamo portati a pensarlo perché la realtà ce lo dice, perché i fatti di cronaca ce lo spiegano, quindi nell'occhio di chi guarda ci può essere certamente; ma se la bambina dice «Nonno!», un minuto dopo uno capisce che non è un pedofilo. E allora se uno guarda questa pagina e vede questa cosa può anche pensare che sia un pedofilo ma alla terza riga che ha letto capisce che non è un pedofilo, che è un giornalista serio. È questo secondo me il passaggio attraverso il quale dà valore Segantini: per quello che ha scritto, per quello che ha fatto fare ai suoi collaboratori, per come ha trattato, male, quando è stato necessario, l'inserzionista che ha pagato questi inserti. Li ha pagati per sentir parlare anche in maniera critica di se stesso. Io non lo so il marketing come funzioni, certo non è un caso, tra l'altro l'ha detto anche ...(ININTELLIGIBILE)... ma è evidente come l'Enalotto, sono assolutamente certa che non sia un caso, ma sono assolutamente certa che è una cosa che prescinde da Segantini ed è una cosa che prescinde dai collaboratori. Allora se noi abbiamo la tranquillità che quando Segantini parte con questo prodotto e lo realizza, non è condizionato da nulla al mondo, e vede la manchette pubblicitaria quando i pezzi sono pronti e i titoli non sono surrettiziamente pubblicitari, o di maniera, o di favore, io credo che questo sia ciò che conta. È questo che voi dovete valutare perché Segantini ha fatto bene il suo mestiere in un mondo qual è questo che non è semplice. Forse è come il femminile, forse è anche peggio perché qua le iniziative sono poche e siccome questi prodotti sono nuovi hanno bisogno che si parli di loro e se si parla in maniera critica non sono contenti. Quindi io credo, e mi pare di avervi tediato abbastanza essendo anche in prossimità del Natale, che non è sufficiente dire che essere e apparire coincidono. È troppo semplice. Bisogna che l'apparenza sia qualcosa in più rispetto all'apparenza oggettiva, ci dev'essere un qualcosa in più che connoti l'apparenza e la faccia diventare quasi sostanza perché se ci fermiamo all'apparenza non so quanti di noi possano andare immuni da censure, qualsiasi cosa facciano se solo chi guarda ha l'occhio prevenuto. Grazie, io vi auguro buon Natale e ci rivedremo certamente non so... ma con l'anno nuovo;
4. Conclusioni. Le responsabilità di Eduardo Segantini e dell’editore del “Corriere della Sera”.
Il Consiglio ha preliminarmente esaminato le pagine dell’Osservatorio Hi-Tech collocate all’interno del supplemento “Corriere Economia” del 16 dicembre 2002; del 31 marzo, del 14 aprile e del 16 giugno 2003. Edoardo Segantini è il responsabile della redazione che cura detto supplemento. Nelle edizioni citate dell’inserto appaiono questi servizi in un contesto chiaramente e indiscutibilmente pubblicitario:
1) 16 dicembre 2002. Intervista a Vincenzo Novari, numero uno di H3g. L’intervista è incastonata a pagina 11 tra due inserzioni pubblicitarie di H3g in cima e in fondo alla pagina; la pagina 14 ospita una inserzione di H3g di una pagina.
2) 31 marzo 2003. Intervista all’amministratore delegato della Siemens Fausto Plabani: due piccole inserzioni Siemens in cima e una pubblicità su 9 colonne in fondo alla pagina 21. Una pagina di pubblicità Siemens a pagina 24.
3) 14 aprile 2003. Quattro pagine (21, 22, 23 e 24) dedicate alla BenQ con sei inserzioni pubblicitarie (una di una pagina e un’altra di mezza pagina). Intervista a Giorgio Bagnoli, amministratore delegato di BenQ Italia.
4) 16 giugno 2003. Pubblicità Benq alle pagine 21, 22 (metà pagina) e 23 (pagina intera). Intervista a Enrico Mercanti, responsabile marketing di BenQ Italia.
Le pagine dedicate all’Osservatorio Hi-Tech nel contesto del supplemento appaiono, come sono, un contenitore pubblicitario. Queste scelte normalmente vengono decise ai massimi livelli editoriali e gestite dagli uffici Marketing/pubblicità delle aziende editrici con le strutture di vertice del giornale. Segantini era ed è il vertice del supplemento “Corriere Economia” con una rivendicata libertà “totale“ di azione. Dall’istruttoria è emerso, per pacifica e leale ammissione dell’incolpato, che lo stesso Segantini sceglieva in piena autonomia gli argomenti dei singoli numeri dell’Osservatorio e che poi nell’Osservatorio veniva collocate (dall’Ufficio Marketing/pubblicità) le inserzioni “in sintonia” perfetta con i temi giornalistici trattati via via. Tale convivenza o commistione informazione/pubblicità, che non può essere casuale e che fa una “brutta impressione”, “non piaceva per niente” a Segantini: “…neanche a me piace questa cosa qua. Non mi piace per niente. Cioè avrei preferito che ci fossero più investitori, che ci fosse non so la pubblicità della Nutella”. Sul punto la difesa nella memoria scritta ammette: “Non si intende contestare quanto segnalato nell’avviso disciplinare, vale a dire che la scelta di vendere gli spazi pubblicitari dei supplementi ai soggetti che dei supplementi stessi risultano essere comunque i protagonisti, possa sollevare qualche perplessità. Perplessità che si possono in qualche modo, anche, condividere”. Ci si potrebbe chiedere: “Come mai ci sono queste coincidenze, il pezzo esatto per la pubblicità in pagina?”. Segantini ammette che “un passaggio di comunicazione a un qualche livello sicuramente c’è…però ho anche chiaro che questo inserto si regge anche se c’è un po’ di pubblicità”. Segantini introduce un argomento di grossa rilevanza economica in una stagione in cui la torta pubblicitaria nazionale vede le tv assicurarsi il 58% di essa contro il 34% dei periodici e dei quotidiani. La carta stampata reagisce inventandosi contenitori pubblicitari, come l’Osservatorio Hi-Tech del Corriere Economia, per resistere all’offensiva dei network televisivi. La concorrenza è forte come ammette Segantini (“Repubblica…fa una politica di sconti, molto aggressiva, molto forte”).
La commistione pubblicità/informazione appare una risposta miope e sbagliata da parte degli editori, che non si pongono il problema di difendere anche l’immagine della testata, della professione giornalistica e dei loro redattori. Nessuno avversa la pubblicità, ma la si vuole soltanto corretta. Il Consiglio non può (sentenza n, 11/1968 della Corte costituzionale) e non intende giudicare gli articoli, che accompagnano le inserzioni pubblicitarie apparse sui 4 numeri dell’Osservatorio Hi-tech presi in esame. Gli articoli sono estranei a questo giudizio disciplinare, ma sono e appaiono funzionali alla pubblicità ospitata nel ”contenitore”.
Il Consiglio afferma che pertanto il comportamento tenuto dal giornalista professionista Edoardo Segantini (e dall’editore) presenta indubbi profili di illiceità, in quanto contrario agli articoli 2 e 48 della legge 3 febbraio 1963 n. 69, alla Carta dei doveri dei giornalisti e all’articolo 44 del Contratto collettivo nazionale dei giornalisti. Recita la Carta dei doveri: “I cittadini hanno il diritto di ricevere un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario e non lesiva degli interessi dei singoli”. Proclama l’articolo 44: “Allo scopo di tutelare il diritto del pubblico a ricevere una corretta informazione, distinta e distinguibile dal messaggio pubblicitario e non lesiva degli interessi dei singoli, i messaggi pubblicitari devono essere chiaramente individuabili come tali e quindi distinti, anche attraverso apposita indicazione, dai testi giornalistici”. Coloro che esercitano una professione intellettuale, come i giornalisti, non solo devono essere, ma devono anche apparire corretti agli occhi del pubblico. I giornalisti hanno anche l’obbligo di comportarsi in modo conforme alla dignità professionale: “In assenza di tipizzazione dei comportamenti illeciti sul piano disciplinare, la rilevanza deontologica dei comportamenti del giornalista va teleologicamente valutata in rapporto all'obbligo di comportarsi in modo conforme al decoro ed alla dignità professionale e tale da non compromettere la propria reputazione o la dignità dell'Ordine sancito dall'art. 48 1. n. 69 del 1963 nonché al dovere di lealtà e buona fede ed all'obbligo di promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione tra giornalisti ed editori e la fiducia tra la stampa ed i lettori sanciti dall'art. 2 della legge medesima”. (App. Milano, 18 luglio 1996; Foro It., 1997, I, 919). Segantini, per pacifica ammissione, non ha fatto nulla per impedire, dopo la prima coincidenza del 16 dicembre 2002, che gli episodi spiacevoli si ripetessero. Non ha protestato con i vertici aziendali come garante della correttezza e della qualità dell'informazione del supplemento “Corriere Economia”. Segantini aveva e ha sul piano deontologico ed operativo una funzione di supplenza del direttore per quanto riguarda l’ambito del supplemento a lui affidato. Argomento già trattato da questo Consiglio nella vicenda “Sette-Pietroni” (Consiglio Lombardia, 5. 6.1989 in Tabloid)..
Inaccettabile per il Consiglio è la tesi difensiva secondo la quale una protesta qualsiasi avrebbe potuto provocare guai seri a Edoardo Segantini sul piano del lavoro e della carriera: “Segantini forse avrebbe rischiato il posto di lavoro perché uno che ha 54 anni va a rompere l'anima al marketing ….a un editore non manchino i mezzi per liberarsi di un giornalista che non gli piace senza incappare né nell'ordine, né nel pretore del lavoro…... se un giornalista è noioso, se è rognoso, se ti si mette per traverso a fare il marketing e il giornale… Se Segantini avesse protestato, ripeto, il prodotto giornalistico sarebbe stato lo stesso…”. La verità è un’altra: i giornalisti non possono ricevere dall’editore indicazioni in contrasto con la deontologia professionale fissata per legge (articoli 2 e 48 l. n. 69/1963) o dal Cnlg (che ha forza di legge ex Dpr n. 153/1961). Tale principio è anche fissato esplicitamente nell’articolo 6 del Cnlg, articolo dedicato ai direttori, che peraltro hanno il dovere e l’obbligo di difendere l’autonomia dei loro collettivi redazionali. L’articolo 1 (terzo comma) del Cnlg afferma: “La legge su «Ordinamento della professione giornalistica» del 3 febbraio 1963, n. 69 garantisce l'autonomia professionale dei giornalisti e fissa i contenuti della loro deontologia professionale specificando che «è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede»”. Questo comma impegna tutti i giornalisti, direttori, caporedattori e redattori, a tenere la spina dorsale diritta in tutte le circostanze. La deontologia affermata per legge e per contratto prevale sugli obblighi di fedeltà all’azienda fissati nel Codice civile nel senso che un giornalista può dire no alle pretese aziendali di comportarsi in maniera scorretta senza correre il rischio di perdere il posto di lavoro e di vedersi dequalificato. L’ordinamento ha norme precise (articolo 13 legge n. 300/1970 o Statuto dei Lavoratori) poste a tutela delle mansioni e delle funzioni espletate dai cittadini, che prestano la loro opera alla dipendenza di un’azienda. La libertà dell’azienda incontra poi un preciso limite nell’articolo 41 della Costituzione: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. La tutela della dignità umana è il cuore e il cardine della nostra Carta fondamentale (sentenza n. 293/2000 della Corte costituzionale). Il professionista che occupa posti di vertice ha precisi obblighi di responsabilità ai quali deve far fronte. Non può abdicare ai suoi doveri. Segantini è un professionista iscritta nell’Albo dal 13 dicembre 1978.
Il Consiglio ha ben presente l’insegnamento della Corte costituzionale e in particolare le parole altissime scritte nella sentenza 11 del 1968: “Chi tenga presente il complesso mondo della stampa nel quale il giornalista si trova ad operare o consideri che il carattere privato delle imprese editoriali ne condiziona le possibilità di lavoro, non può sottovalutare il rischio al quale è esposto la sua libertà né può negare la necessità di misure e di strumenti a salvaguardarla. Per la decisione della presente questione - alla quale, per quanto si è detto al n. 3, resta estranea la rilevanza degli ulteriori profili di pubblico interesse (fra i quali quello inerente all'osservanza del canoni della deontologia professionale) soddisfatti dalla legge - è' in vista di tale finalità che va valutata la funzione che l'Ordine può svolgere. Il fatto che il giornalista esplica la sua attività divenendo parte di un rapporto di lavoro subordinato non rivela la superfluità di un apparato che secondo l'avviso della difesa del Longhitano si giustificherebbe solo in presenza di una libera professione, tale in senso tradizionale. Quella circostanza, al contrario, mette in risalto l'opportunità che i giornalisti vengano associati in un organismo che, nei confronti del contrapposto potere economico del datori di lavoro, possa contribuire a garantire il rispetto della loro personalità e, quindi, della loro libertà: compito, questo, che supera di gran lunga la tutela sindacale del diritti della categoria e che perciò può essere assolto solo da un Ordine a struttura democratica che con i suoi poteri di ente pubblico vigili, nei confronti di tutti e nell'interesse della collettività, sulla rigorosa osservanza di quella dignità professionale che si traduce, anzitutto e soprattutto, nel non abdicare mai alla libertà di informazione e di critica e nel non cedere a sollecitazioni che possano comprometterla”.
I fatti emersi da questa istruttoria pongono il Consiglio dell’Ordine nella condizione di dovere garantire il rispetto della personalità e, quindi, della libertà dei giornalisti iscritti nell’Albo di Milano con una iniziativa che sia rispettosa anche delle sue attribuzioni previste per legge (articolo 11, punti a e f, l. 69/1963). Il Consiglio cura l'osservanza della legge professionale e vigila sulla condotta e sul decoro degli iscritti. Dice il terzo comma dell’articolo 2 della legge professionale n. 69/1963: “Giornalisti e editori sono tenuti...... a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori”. Questa vicenda dimostra che un editore, quello del Corriere della Sera, vincolato per legge, sia venuto meno ai suoi doveri..
Il Consiglio ha affermato in diverse delibere (Alessi/Giacobini,Vanali, Peroni) che esiste una strategia precisa degli editori secondo la quale la pubblicità deve presentarsi come informazione e/o frammista all’informazione. Si punta a collocare il messaggio pubblicitario in maniera sempre più diretta all'interno dell'informazione. Questa strategia finisce per inquinare la figura del giornalista professionista. La nuova frontiera della pubblicità, che sta invadendo l'informazione, mette in discussione l'autonomia professionale del giornalista con ricadute lesive sull’immagine del giornalista, dell’Ordine e della professione.
Non c’è dubbio che il Consiglio sia l’ente esponenziale della categoria e che quindi abbia il diritto di agire in sede giudiziaria contro gli editori, che violano un principio centrale del Contratto (artt. 1 e 44) da loro stessi firmato e la legge professionale, che li obbliga (articolo 2) a cooperare con i giornalisti al fine di promuovere la fiducia tra la stampa e i lettori.
Il Consiglio ritiene che l’editore del “Corriere della Sera” abbia tenuto una condotta illecita tale da generare una responsabilità civile poiché “la violazione delle norme interne della categoria professionale è sufficiente per qualificare il fatto compiuto come ingiusto” (in tal senso sentenza del Tribunale di Udine del 23 febbraio 1998 in Resp. civ. prev., 1998, 1500). L’esistenza di un fatto ingiusto obbliga al risarcimento del danno ex art. 2043 del Codice Civile;
PQM
il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, valutati i fatti e tenuto conto del comportamento leale tenuto dall’incolpato,
delibera
1) di sanzionare con l’avvertimento (articolo 52 legge n. 69/1963) il giornalista professionista Edoardo Segantini, che viene richiamato all'osservanza dei suoi doveri fissati negli articoli 2 48 della legge professionale nonché nell’articolo 1 (terzo comma) e 44 del vigente Cnlg;
2) di agire in sede giudiziaria civile, con il patrocinio dell’avv. Remo Danovi del Foro di Milano, contro l’editore del “Corriere della Sera” per le responsabilità emerse a suo carico nel corso dell’istruttoria.
3) di sottoporre in futuro all’esame del Tribunale civile di Milano eventuali analoghi comportamenti di altri gruppi editoriali lombardi.
La delibera viene trasmessa alla Fnsi e alla Fieg firmatari del Cnlg 2001/2005, che sul piano deontologico detta principi irrinunciabili della professione giornalistica agli articoli 1 (terzo comma) e 44.
Avverso la presente deliberazione (notificata ai controinteressati ex legge n. 241/1990) può essere presentato (dall’interessato e dal Procuratore generale della Repubblica) ricorso al Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti (Lungotevere dei Cenci 8, 00186 Roma) ai sensi dell'articolo 60 della legge n. 69/1963 nel termine di 30 giorni dalla notifica del provvedimento stesso e secondo le modalità fissate dagli artt. 59, 60, e 61 del Dpr 4 febbraio 1965 n. 115.
Il presidente dell’OgL-estensore
(prof. Francesco Abruzzo)