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Stampa

La Fnsi rinvia lo sciopero
dei giornalisti dopo una
lettera del presidente del
Senato: “Auspico che
l’iniziativa possa essere
differita all'esito del voto
finale dell'Aula di Palazzo
Madama sul ddl relativo
alla diffamazione". Il voto
è previsto entro la giornata
di lunedì 26 novembre.

I cronisti promuovono la protesta diffusa. Anselmi (Fieg): “Condivido e comprendo le ragioni della protesta dei giornalisti contro una pessima legge sulla diffamazione. Ma ritengo improprie le modalità della protesta con uno sciopero che rende ancora più difficile la situazione dell'informazione".


Roma, 23 novembre 2012. Congelato, almeno per il momento, lo sciopero generale della Stampa, previsto per lunedì 26 novembre contro il ddl sulla diffamazione, in seguito all'intervento del presidente del Senato, Renato Schifani. L'annuncio del presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, sulla sua pagina Facebook confermato poco dopo da una nota della Federazione nazionale della Stampa: "Domani - annuncia il sindacato - saranno considerate e comunicate le modalità esecutive di tutte le iniziative di protesta in campo sempre a partire da lunedì prossimo per un allarme democratico alto".


L'FNSI. "Rispettosi della vita istituzionale del Paese, per gli stessi principi di adesione al dettato della Costituzione messi a rischio da proposte di legge devastanti, che ci costringono alla più forte protesta perchè aggrediscono il diritto dei cittadini alla verità dei fatti di interesse pubblico e all'autonomia dell'informazione - si legge nella nota della Fnsi - accogliamo l'appello alla riflessione che arriva dalla seconda carica dello Stato. E' un appello che, parimenti, va rivolto ai proponenti delle norme legislative in discussione in Senato. La riflessione sarà speculare a quella che avanzerà nel corso del processo legislativo. Nello stesso tempo la Fnsi rileva che, per la prima volta, la sua protesta, dopo la proclamazione di uno sciopero dei giornalisti, registra la convergenza piena della Federazione degli Editori sulle ragioni di una protesta determinata, sostenuta dai comitati di redazione, dalle associazioni regionali di stampa e da migliaia di colleghi, rendendo possibile una grande iniziativa comune per consentire a milioni di italiani di capire cosa sta accadendo, quale sia il senso di una battaglia civile per il diritto alle verità delle notizie, all’autonomia e al pluralismo dell’informazione. Lo sciopero può, perciò, essere differito e nella giornata di domani saranno considerate e comunicate le modalità esecutive di tutte le iniziative di protesta in campo sempre a partire da lunedì prossimo per un allarme democratico alto”.


 L'INTERVENTO DI SCHIFANI. Nella "lettera impegno" il presidente del Senato ha scritto: "nel pieno e totale rispetto dell'autonomia di scelta sulla protesta deliberata dal sindacato della stampa", per la giornata di lunedì, "auspica fortemente che questa iniziativa possa essere differita all'esito del voto finale dell'Aula di Palazzo Madama sul ddl relativo alla diffamazione". Voto che avrà luogo entro la giornata di lunedì. "L'eventuale rinvio della protesta - precisa Schifani - potrà consentire alle organizzazioni sindacali una valutazione complessiva del testo esitato dal Senato, destinato, tra l'altro, a successiva valutazione da parte della Camera dei deputati". "Tutto ciò - conclude Schifani - costituirebbe garanzia di quel clima di coesione sociale di cui l'Italia ha bisogno".


LA NORMA "SALVA-DIRETTORI". I giornalisti di tv, radio, agenzie, carta stampata, testate online, uffici stampa avevano dichiarato lo sciopero generale per lunedì 26 novembre dopo l'approvazione da parte del Senato, nel ddl sulla diffamazione, della controversa norma salva-direttori. L'emendamento Berselli limita alla multa la pena per i direttori e i vicedirettori responsabili ma lascia il carcere (o la multa) per i cronisti accusati di diffamazione.


ANSELMI (FIEG) CONDIVIDO PROTESTA MA SCIOPERO IMPROPRIO. Per il Presidente della Fieg, Giulio Anselmi, le ragioni della protesta dei giornalisti contro una pessima legge sulla diffamazione sono comprese e condivise. Ma la Fieg ritiene "improprie le modalità della protesta con uno sciopero che rende ancora più difficile la situazione dell'informazione".


LA PROTESTA ARRIVA AL CONGRESSO USIGRAI. Nel pomeriggio, al congresso dell'Usigrai di Salerno, i giornalisti Rai avevano protestato imbavagliati e con le mani incrociate, per mimare il segno delle manette. Un gesto di solidarietà alla Fnsi su proposta del segretario uscente Carlo Verna (fonte: www.tg1.rai.it).


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Il voto del Senato  collide frontalmente  con i valori europei


Diffamazione:  i cronisti promuovono  la protesta diffusa


Roma, 23 novembre 2012. Lo sciopero di lunedì prossimo deciso dalla Fnsi come prima immediata protesta contro il voto del Senato che ha deciso, in tema di diffamazione, di mandare in galera i cronisti e fare pagare una multa ai direttori, deve essere arricchito da tutta una serie di manifestazioni, convegni, dibattiti. I primi sono previsti in concomitanza con lo sciopero del 26 nelle sedi dei Gruppi  cronisti regionali. Queste iniziative,  promosse dall’Unci e dai Gruppi regionali in tutta Italia hanno l’obiettivo di far comprendere ai cittadini che il Senato con il provvedimento votato ieri  vorrebbe che il nostro paese si allineasse a Turchia, Ungheria, Romania introducendo una pretesa libertà di stampa che in realtà, come è stato efficacemente detto, è una pistola spianata alla nuca dei giornalisti. Il messaggio che l’aula di Palazzo Madama ha inviato ai giornalisti e al Paese è chiaro: non disturbate il manovratore. Il mandato era preciso: salvate Sallusti, e il Senato, dopo mille capriole, ha individuato il modo. Ha però preteso di essere pagato con la norma “cronisti in carcere”. Una norma che collide frontalmente con i valori di democrazia dell’Europa come dimostrano tutte le sentenze della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo le quali condannano costantemente i tentativi degli Stati di limitare la libertà di informazione e tutela l’attività dei giornalisti, “cani da guardia della democrazia”. Che l’Italia sia un luogo in cui la libertà di stampa non è considerata sacra come in tutti gli stati civili, e non è quindi tutelata e promossa  lo dimostra del resto l’aggressione compiuta nei giorni scorsi contro un operatore Rai dentro il Palazzo di Giustizia di Torino  (UNCI)



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DDL DIFFAMAZIONE. FELTRI:


LUNEDÌ IL GIORNALE NON


SCIOPERA. AL LAVORO


PER RACCONTARE l’ULTIMO


GIORNO di LIBERTÀ DEL


DIRETTORE SALLUSTI”.


In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10608


…………………


DDL SALLUSTI. IACOPINO:


È PISTOLA ALLA NUCA


DEI GIORNALISTI:


“PERQUISITO ANCHE


L'ORDINE.  NON LASCEREMO


SOLO IL GIORNALE”.


in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10609


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2010-2012. Diffamazione tramite mass-media: i nuovi orientamenti dei giudici di merito tra prova del danno e liquidazione del risarcimento.


di Sabrina Peron e Emilio Galbiati, avvocati in Milano


In http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10599


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