Milano, 11 febbraio 2013. L'a.d. di Rcs Pietro Scott Jovane e il capo del personale hanno annunciato al Cae (Comitato aziendale europeo) 800 esuberi di cui 600 in Italia tra personale giornalistico e non. Il gruppo intende vendere o chiudere 10 testate di Rcs Periodici e spostare in via Rizzoli le sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport (ANSA)
Terremoto in Via Solferino. Se manterrà fede ai propri impegni presi con i giornalisti, i minuti di Ferruccio de Bortoli alla direzione del Corriere della Sera sono contati. Già, perché secondo quanto annunciate oggi dai vertici di Rcs Mediagroup alle rappresentanze sindacali del gruppo editoriale, il piano industriale dell'amministratore delegato di Rcs Pietro Scott Jovane, arrivato lo scorso anno per sostituire Antonello Perricone, prevede, fra i diversi interventi di ristrutturazione, una mega operazione sugli immobili, con la destinazione ad un altro uso dei palazzi in via San Marco e in via Solferino, sedi rispettivamente della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera e il conseguente trasferimento di tutti i giornalisti nella torre Rcs a Crescenzago. Ipotesi avversata, sempre lo scorso anno, da tutto il corpo redazionale con dura presa di posizione di de Bortoli. Se il direttore del CorSera si dimetterà dal suo incarico, per il suo posto è già pronto, sempre secondo le indiscrezioni, Mario Calabresi, attuale direttore della Stampa ed ex inviato de La Repubblica.
Il piano industriale di Scott Jovane è quello del rilancio, viste le ingenti perdite maturate dal gruppo editoriale nel 2012. Strategie che, oltre a un mega aumento di capitale che dovrebbe aggirarsi intorno ai 400 milioni di euro e l'implementazione dell'area digitale, prevede una forte riduzione dei costi. Risparmi da conseguirsi attraverso la fuoriuscita di 800 esuberi (di cui 640 in Italia e il resto in Spagna) e la chiusura di 10 testate periodiche. Si tratta di A, Brava Casa, Astra, Max, Ok Salute, l'Europeo, Visto, Novella 2000, Yacht&Sail e del polo dell'enigmistica.
Con gli esuberi annunciati il gruppo editoriale, gravato da un indebitamento finanziario di circa 900 milioni di euro, taglia del 14% la sua forza lavoro (l'ultimo dato disponibile, del 30 settembre scorso, parla di 5.740 dipendenti). Quanto all'immobile di via Solferino e agli uffici adiacenti di via San Marco, una volta spostate le redazioni dei due quotidiani nella sede periferica che già ospita i periodici del gruppo, Rcs pensa a una "valorizzazione". Tra i periodici che vanno incontro alla vendita o alla chiusura, ci sono A (il direttore Maria Latella dovrebbe andare a Io Donna con Diamante D'Alessio promossa invece ad Amica), Max e Bravacasa. A fronte del taglio dei dipendenti e delle cessioni, a quanto viene riferito, i vertici del gruppo editoriale, a cominciare da Scott Jovane e dal presidente Angelo Provasoli, hanno annunciato una riduzione del 10% del loro stipendio. Dopo l'incontro con i vertici, i giornalisti dei quotidiani e dei periodici Rcs, da sempre contrari all'abbandono della storica sede di via Solferino, sono riuniti in assemblea per un aggiornamento della situazione e per valutare le risposte. Se Calabresi prenderà il posto di de Bortoli, secondo i rumors, alla direzione del quotidiano di Torino dovrebbe salire Luigi Contu.
Intanto in Borsa, Rcs perde ulteriore terreno dopo la flessione di venerdì, quando si erano diffuse indiscrezioni sul preoccupante andamento della raccolta pubblicitaria dei due principali quotidiani del gruppo (CorSera e Gazzetta dello Sport). C'è da dire però che giovedì scorso il titolo era balzato in avanti di oltre il 20%. Quindi oggi, secondo alcuni analisti, potrebbe trattarsi di prese di beneficio su un'azione molto volatile a causa dello scarso flottante.
A far balzare le azioni la scorsa settimana erano state proprio le voci sull'imminente completamento del piano industriale da parte dell'ex numero uno di Microsoft Italia, con le banche che sosterranno l'aumento di capitale, fra cui UniCredit, Intesa-Sanpaolo, Mediobanca e Bnp Paribas-Bnl. Parlando sabato a margine del diciannovesimo Congresso Assiom-Forex, l'amministratore delegato di Piazza Cordusio Federico Ghizzoni ha confermato che il suo istituto è stato contattato dai vertici di Rcs per la rimodulazione del debito di Via Rizzoli e che si sta lavorando in tal senso. (www.affaritaliani.it)
………………..
RCS ANNUNCIA 800 ESUBERI E La VENDITA di 10 PERIODICI. SENZA CESSIONE SARANNO CHIUSI. CORRIERE TRASLOCA DA VIA SOLFERINO. Ai Cdr del Corsera e della Gazzetta dello Sport assegnato un pacchetto di dieci giorni di sciopero.
di Sabina Rosset-ANSA
Milano, 11 febbraio 2012. Rcs MediaGroup ha comunicato ai rappresentanti sindacali 800 esuberi, 640 in Italia e i restanti in Spagna, la messa in vendita di dieci periodici e il trasferimento del Corriere della Sera dalla sede storica in via Solferino alla più periferica via Rizzoli a Milano. Il trasloco epocale riguarda anche la Gazzetta dello Sport. Il quadro presentato dai vertici del gruppo editoriale è drammatico: se le cessioni non andranno a buon fine in tempi rapidi, le testate periodiche in uscita dal perimetro del gruppo sono destinate alla chiusura. Si tratta di nomi anche molto noti al grande pubblico: Novella 2000, Visto, A, Max, Astra, Ok Salute, BravaCasa, l'Europeo, Astra, Yacht & Sail, oltre al polo dell'enigmistica. Trattative di vendita in realtà sarebbero già state avviate nelle scorse settimane, dopo lo stallo seguito alla mancata cessione di otto testate tentata già nel 2011. Secondo quanto si è appreso da fonti finanziarie diversi soggetti, una decina sembra, avrebbero guardato al dossier. Sono circolate anche voci di alcune manifestazioni di interesse non vincolanti già pervenute da parte di cordate di carattere finanziario, con la presenza anche di un editore, ma si tratta al momento solo di voci. Il gruppo Rcs è da tempo impegnato a definire un piano di rilancio e riduzione del pesante debito, con l'attesa di un aumento di capitale che avrebbe ormai coagulato i grandi soci per un'operazione attesa nell'ordine dei 400 milioni di euro. Domani si riunirà un consiglio di amministrazione di aggiornamento sullo stato dell'arte, per definire i passi ulteriori, mentre la delibera dell'operazione potrebbe arrivare già con il Cda di inizio marzo. Quanto al debito, atteso nell'ordine degli 800 milioni a fine 2012 e in gran parte in scadenza questo autunno, dovrebbe venir riscadenzato di due o tre anni con le banche, prevedendo - se ci sarà modo - anche una piccola parte di rimborso a valle dell'aumento. Oltre alla prevista ricapitalizzazione, infatti, le risorse per il fabbisogno del gruppo dovrebbero venir reperite appunto dalle annunciate dismissioni dei periodici, dalle forti efficienze sul personale e dalla possibile cessione dell'immobile con il Corriere in centro a Milano - anche se ancora di recente uno dei nodi aperti sul tema era il necessario cambio di destinazione d'uso da parte del Comune. I vertici Rcs, il presidente Angelo Provasoli, l'amministratore delegato Pietro Scott Jovane, e i loro collaboratori diretti hanno intanto già annunciato di essersi ridotti i compensi del 10%. Dopo l'incontro con l'azienda i rappresentanti del Cae, il comitato aziendale europeo, hanno subito espresso «grande preoccupazione» per un piano di «drastico ridimensionamento degli organici» e di «allarmante sacrificio di asset», sottolineando anche le «forti criticità» del piano, con nuovi tagli al personale dopo quelli già «pesanti» attuati negli ultimi anni, con ben 350 posti persi solo in Spagna nel 2012, a fronte di un piano finanziario con ancora molte incognite. Nel pomeriggio si sono riuniti in assemblea i giornalisti del Corriere. Per responsabilità, vista l'eccezionalità della giornata con le annunciate dimissioni del Papa, hanno deciso di uscire regolarmente domani in edicola anche se la testata ammiraglia del gruppo avrà per la prima volta un comunicato sindacale sin dalla prima pagina. Al Cdr è stato poi assegnato un pacchetto di dieci giorni di sciopero. Analoga decisione da parte dell'assemblea della Gazzetta, regolarmente in edicola con pacchetto di sciopero assegnato al Cdr. I giornalisti dei Periodici hanno invece proclamato quattro giorni di sciopero da martedì 12 fino a venerdì 15. Le dieci testate in uscita dal gruppo impiegano un centinaio di giornalisti, generando il 20% del fatturato della divisione. A fine settembre tutto il gruppo Rcs aveva circa 5.100 dipendenti.(ANSA)
RCS: DOMANI IN CDA LA SOSTITUZIONE DI AMBROSOLI E L'AGGIORNAMENTO SUL PIANO
Milano, 11 febbraio 2013. Consiglio di amministrazione domani per Rcs Mediagroup. Gli amministratori della società editoriale si riuniranno nel pomeriggio nella sede di via Solferino, che in futuro, secondo quanto trapelato oggi dopo l'incontro tra i vertici e le rappresentanze sindacali, non ospiterà più le redazioni del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, destinate, secondo quanto previsto dal piano che deve ancora essere approvato dal consiglio, a trasferirsi nella sede di via Rizzoli, alla periferia nordorientale della città. La storica sede di via Solferino dovrebbe essere venduta. All'ordine del giorno della riunione di domani c'è anzitutto la sostituzione del consigliere Umberto Ambrosoli, dimessosi per candidarsi alla presidenza della Regione Lombardia. I soci saranno poi aggiornati sull'avanzamento del piano industriale. Non dovrebbero, a quanto risulta allo stato, essere prese decisioni domani per quanto riguarda l'aumento di capitale, che dovrebbe passare, come annunciato, al vaglio del board che approverà i conti del 2012, all'inizio di marzo. L'entità della ricapitalizzazione non dovrebbe comunque essere inferiore ai 400 mln di euro. (Adnkronos)
.........................
RCS. CAE: GRANDE PREOCCUPAZIONE, FORTI CRITICITA’ NEL PIANO TRIENNALE presentato dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. 640 TAGLI IN ITALIA,160 IN SPAGNA DOPO PESANTI INTERVENTI GIA’ ATTUATI
Milano,11 febbraio 2013. Il Comitato aziendale europeo di Rcs Mediagroup esprime in una nota “grande preoccupazione di fronte alle ipotesi contenute nel piano triennale presentato oggi dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane”. “Si tratta - afferma il Cae - di un piano che prevede un drastico ridimensionamento degli organici e del costo del lavoro in Italia come in Spagna e un allarmante sacrificio di asset, testate e patrimonio storico del gruppo, a fronte di prospettive di sviluppo molto accelerato sulle iniziative digitali e sull’integrazione tra piattaforme tradizionali e innovative di informazione”. I rappresentanti sindacali dei dipendenti Rcs sottolineano come “aspetti di forte criticità” il fatto che i tagli prospettati, pari a 800 lavoratori, di cui 640 in Italia e 160 in Spagna, vanno a sommarsi ai pesanti interventi già attuati negli anni passati, soprattutto in Spagna, dove solo nel 2012 si sono persi circa 350 posti di lavoro, con un evidente pericolo per il mantenimento della qualità dell’offerta editoriale oltre che un ulteriore aggravio dei carichi di lavoro”. “Il piano si regge su un equilibrio finanziario ancora soggetto a numerose incognite - afferma poi il Cae -, poiché si basa anche su un aumento di capitale da parte degli azionisti non definito negli importi, nelle modalità e nelle finalità”. “Le prospettive di sviluppo del fatturato di gruppo - viene poi spiegato -, affidate in larghissima parte alle attività collegate al digitale, sono tutte da verificare nella loro realizzazione concreta, e ancora indeterminati sono gli ambiti di intervento degli investimenti industriali previsti”. “Il Cae - conclude l’organismo - apprezza comunque il metodo di trasparenza nella comunicazione da parte dei vertici di gruppo, che precede e prelude all’avvio di tavoli di negoziazione, e l’apertura verso un obiettivo di ricerca di soluzioni di gestione condivise tra azienda e organismi sindacali”. (ANSA).
…………………………
Comunicato del CdR del Corsera: “Subiamo un attacco inaudito e inaccettabile. Gli azionisti principali della RcsMediaGroup, in particolare quelli raccolti nel patto di sindacato, sono ora chiamati a fare la loro parte, garantendo la sottoscrizione di un aumento di capitale adeguato al rilancio indispensabile del gruppo e al mantenimento della leadership. Negli ultimi cinque esercizi (2007-2011), già segnati dall’inizio della crisi, il monte dividendi ha raggiunto quota 108 milioni”.
Care lettrici e cari lettori, il giornale che state leggendo oggi è in edicola grazie al senso di responsabilità mostrato dai giornalisti del Corriere della Sera in forza degli avvenimenti eccezionali accaduti ieri. Il nostro giornale, insieme con tutto il gruppo RcsMediaGroup, sta subendo un attacco inaudito e inaccettabile da parte dei vertici di questa azienda. E’ stato annunciato, a soli due anni dal precedente stato di crisi, un ulteriore taglio di 800 lavoratori (tra giornalisti e poligrafici), una quota pari a oltre il 15% degli organici, tra Italia e Spagna. Una decisione gravissima che, se applicata fino in fondo, sfregerebbe irrimediabilmente l’identità del Corriere e delle altre testate del gruppo. Inoltre l’azienda ha annunciato di voler spostare la sede del Corriere della Sera da via Solferino 28, cancellando con un grossolano gesto contabile più di 100 anni di storia, il simbolo più importante della libertà di stampa in questo Paese, un pezzo unico e irripetibile del patrimonio culturale italiano.
Il comitato di redazione di questo giornale fin dall’ottobre scorso ha raccolto la sfida del cambiamento, promuovendo, tra l’altro, l’accordo per l’introduzione delle nuove tecnologie multimediali. E continuerà a farlo, mobilitando le intelligenze e i contributi di tutti i giornalisti del Corriere, anche nelle prossime settimane per concorrere a progettare e realizzare il Corriere del futuro. Ma nel piano che è stato presentato ieri dall’azienda ancora non si vede lo sviluppo concreto di quei progetti di innovazione sulle varie piattaforme editoriali (web, tablet, smartphone) che rappresentano la frontiera delle nuove aree di business. Certamente è anche una questione di risorse finanziarie. Gli azionisti principali della RcsMediaGroup, in particolare quelli raccolti nel patto di sindacato, sono ora chiamati a fare la loro parte, garantendo la sottoscrizione di un aumento di capitale adeguato al rilancio indispensabile del gruppo e al mantenimento della leadership del Corriere della Sera.
Il Cdr insiste su questo punto da mesi, ricordando che negli ultimi cinque esercizi (2007-2011), già segnati dall’inizio della crisi, il monte dividendi distribuito agli azionisti ha raggiunto quota 108 milioni di euro, contro risorse provenienti da aumenti di capitale pari a zero. Per memoria dei lettori ricordiamo chi sono i
componenti del Patto di sindacato: Mediobanca (13,6%); Fiat (10,2%); Italmobiliare, gruppo Pesenti (7,4%); Pirelli (5,2%); Fondiaria, gruppo Unipol (5,2%); Banca Intesa Sanpaolo (4,9%); Assicurazioni Generali (3,7%); Sinpar, gruppo Lucchini (2%); Merloni Invest, Francesco Merloni (2%); Mittel (1,2%); Eridano Finanziaria (1,2%), Edison (1%).
Nello stesso tempo, pur cogliendo il valore simbolico comunicato dall’amministratore delegato di autoridursi lo stipendio del 10%, osserviamo che servirebbe ben altro per compensare le perdite causate a questa azienda da una lunga sequela di manager e amministratori, alcuni dei quali si sono congedati, già in tempi di magra, con sontuose buonuscite.
L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera ha affidato al comitato di redazione un pacchetto di 10 giorni di sciopero da gestire nei prossimi giorni in funzione del negoziato che si aprirà con l’azienda.
Il comitato di redazione Corriere della Sera – 1172/2013
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Tutte le più recenti vicende del Corriere della Sera
in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6129
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx