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IL PUNTO. Editoria in crisi, mercato in subbuglio. Circa 60 aziende coinvolte. Da Rcs, che annuncia sede in vendita e 800 esuberi (100 al Corsera) a Mondadori, che chiude 4 testate e taglia 100 risorse. SOLIDARIETA’ AL 20% ANCHE PER CHI HA UN POSTO AL SOLE (24 ORE). ANCHE REPUBBLICA PERDE COPIE: -2,9% A DICEMBRE. Al Messaggero è scontro tra proprietà e giornalisti su 33 licenziamenti. CONDE’ NAST: BORDERO’ TAGLIATI E ASSUNZIONI BLOCCATE. SOLO NEL 2012, 60 AZIENDE HANNO DICHIARATO LO STATO DI CRISI. UNO STRESS TEST PER L’INPGI

di Ulisse Spinnato Vega
www.economiaweb.it

Il settore editoriale italiano sprofonda in una crisi sempre più nera. Le testate cartacee vedono erodere costantemente il numero dei lettori, ma gli investimenti pubblicitari sono in picchiata un po’ per tutti ormai dal 2008 e internet, pur garantendo una redditività via via migliore, stenta ancora a decollare. Negli ultimi 4 anni circa 400 crisi aziendali hanno fatto sparire 1300 posti di lavoro. E persino i giganti arrancano sotto il peso di conti economici in rosso profondo.


RIZZOLI, 800 ESUBERI E VIA SOLFERINO IN VENDITA. Rcs ha appena messo sul tavolo un piano da 800 esuberi su 5mila dipendenti complessivi, di cui 640 in Italia (un centinaio dei quali al Corriere della Sera e una quarantina alla Gazzetta dello Sport) e il resto in Spagna. Fa scalpore l’idea che il CorSera debba lasciare la storica sede milanese di via Solferino, ma è ancora più grave che dieci testate del gruppo vadano incontro alla dismissione o all’eventuale chiusura.  A, Bravacasa, Yacht&Sail, Europeo, Max, Astra, Novella 2000, Ok Salute, Visto e il polo dell’enigmistica sono l’agnello sacrificale del piano dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. E tuttavia rappresentano circa il 20% del fatturato dei periodici Rcs. I conti 2012 hanno subito la svalutazione degli asset spagnoli, ci sono poi 300 milioni da investire e un indebitamento da 875 milioni a fine settembre malgrado la cessione della casa editrice francese Flammarion.


Verso un aumento di capitale da almeno 400 milioni di euro. Lo stesso Corriere a dicembre ha visto crollare di 20mila unità il numero delle copie vendute in edicola rispetto a novembre (-5,5%) e Jovane conta di rispondere a questo stato di cose con il potenziamento delle attività digitali, da cui dovrebbe arrivare il 25% dei ricavi entro il 2015. Intanto, però, è attesa in primavera la ricapitalizzazione da non meno di 400 milioni che sarà curata da quattro banche (Unicredit, Ubi, Intesa SanPaolo e Mediobanca) e che dovrebbe essere sottoscritta da quasi tutti i soci del patto di sindacato che controlla circa i due terzi delle quote.


100 GIORNALISTI DI TROPPO NELLE REDAZIONI MONDADORI. Da Milano a Segrate il passo è breve. E anche Mondadori è nella bufera, malgrado le professioni di ottimismo fatte dall’ex premier Silvio Berlusconi. Il gruppo ha già deciso di chiudere Panorama Travel, Casaviva, Ville&Giardini e Men’s Health. Ma nel frattempo prende corpo il piano di riorganizzazione, anticipato da Lettera43.it, che ha come padri Ernesto Mauri, direttore generale periodici, e Carlo Mandelli, direttore periodici Italia, di concerto con i direttori di testata. Si tratta di 100 esuberi nelle redazioni, di cui 35 attraverso le chiusure già annunciate e 65 nelle altre realtà editoriali. Tra l’altro, tutte le testate devono dimagrire e prevedere al massimo due vicedirettori.


SOLIDARIETA’ AL 20% ANCHE PER CHI HA UN POSTO AL SOLE (24 ORE). Anche al Sole24Ore la situazione non è rosea. L’intenzione del gruppo editoriale guidato dall’amministratore delegato Donatella Treu, come anticipato da Economiaweb.it, sarebbe quella di estendere a tutti i dipendenti (giornalisti, grafici e poligrafici) il contributo di solidarietà al 20% rispetto al 15% attuale dei redattori del quotidiano e al 9% dei colleghi dell’agenzia Radiocor (mentre Radio 24 dovrebbe essere ancora una volta risparmiata).


Verso un rosso 2012 a quota 50 milioni. D’altronde, il consuntivo 2012, che sarà diffuso ad aprile, dovrebbe registrare 50 milioni di rosso dopo gli 8,4 milioni del 2011 e i 40,1 milioni del 2010. In pratica 100 milioni nel triennio. Il Sole24Ore ha subito in dicembre la perdita di 14.462 copie rispetto al mese precedente (-8,6%) e anche in questo caso la riscossa sperata, passa per il digitale: secondo i dati del gruppo editoriale di Confindustria, infatti, nel mese di gennaio la nuova versione del sito ha fatto il record di utenti con oltre 10 milioni di browser unici/mese.


ANCHE REPUBBLICA PERDE COPIE: -2,9% A DICEMBRE. Se Viale dell’Astronomia piange, Carlo De Benedetti non ride. Repubblica a dicembre ha visto sfumare 10mila copie (-2,9%) rispetto a novembre. E l’Espresso ha già prepensionato 12 persone oltre a prevedere la chiusura dell’ufficio di corrispondenza di New York. A novembre il gruppo ha dichiarato lo stato di crisi anche per lo storico settimanale, che si aggiunge a quello dell’Agl, l’agenzia che fornisce servizi ai quotidiani locali Finegil. Il rosso di bilancio è di 4 milioni.


Al Messaggero è scontro tra proprietà e giornalisti su 33 licenziamenti.


Il Messaggero dal canto suo ha cambiato pelle, ossia progetto grafico. E ha fatto una festa, nel novembre scorso, per presentare il nuovo quotidiano. Nonostante le celebrazioni, però, c’è poco da sorridere. La famiglia Caltagirone ha promosso un giro di vite per i borderò dei collaboratori e soprattutto sta cercando di far passare 33 licenziamenti. Il gruppo editoriale è colpito inoltre dai riscontri non buoni che arrivano dagli altri giornali in portafoglio e dal free press Leggo. A fine gennaio è arrivato il via libera del cda della Caltagirone Editore alla fusione per incorporazione in Caltagirone Editore della società controllata Messaggero Partecipazioni. Ma il resoconto di gestione intermedio a settembre 2012 presenta un -13,4% dei ricavi operativi nel 2012 e un risultato ante imposte in rosso per 23,3 milioni rispetto ai + 1,7 milioni del 2011. I ricavi della vendita di quotidiani, pari a 56,5 milioni di euro, calano del 4,4%. E gli introiti pubblicitari sono passati dai 101,7 milioni dell’anno scorso a 82,3 milioni (-19,1%).


CONDE’ NAST: BORDERO’ TAGLIATI E ASSUNZIONI BLOCCATE. Infine, tra le varie crisi editoriali, merita una citazione quella del gruppo americano Condé Nast, che fa capo alla famiglia Newhouse. Giampaolo Grandi, presidente e amministratore delegato in Italia, ha già da un anno avviato una politica di forte riduzione dei costi. I borderò collaboratori sono stati tagliati del 15%, assunzioni e promozioni sono rimaste bloccate per tutto il 2012 e l’utile netto nel 2011 è sceso a 13 milioni, contro i 14,5 milioni dell’anno prima. La cosa che preoccupa di più, però, è il calo della pubblicità (atteso un -10% nel 2012), cui si aggiunge la picchiata continua delle copie vendute, soprattutto da Vanity Fair.


SOLO NEL 2012, 60 AZIENDE HANNO DICHIARATO LO STATO DI CRISI. Lo scenario è desolante. Soltanto nel 2012 gli stati di crisi gestiti con prepensionamenti, cig e contratti di solidarietà hanno coinvolto circa 1.200 giornalisti e una sessantina di aziende. La legge di stabilità garantisce ancora 182 milioni di fondi pubblici per l’editoria nel 2013, cifra che dovrebbe ridursi a 144 milioni per il 2014. Ma quanto si potrà ancora succhiare dalla mammella pubblica? E quali sono le ripercussioni di questo stato di cose sui conti dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti?


UNO STRESS TEST PER L’INPGI. Dal punto di vista patrimoniale, l’ente appare in linea con i criteri di sostenibilità da qui al 2050 imposti alle casse privatizzate dal ministro del Welfare Elsa Fornero. Tuttavia, il bilancio 2011, l’ultimo disponibile, segnala una qualche sofferenza. Intanto un aumento delle spese per ammortizzatori sociali a 16,2 milioni di euro (+2,6 milioni, ossia +18,9% rispetto al 2010), con i trattamenti di disoccupazione cresciuti del 2,7%, la solidarietà quasi del 29% e la cig straordinaria schizzata addirittura del 144,6% rispetto all’anno prima. Più in generale si assottiglia il rapporto tra giornalisti attivi e trattamenti di quiescenza da erogare (la gestione previdenziale ha perso 1,3 milioni). E tuttavia l’avanzo di gestione 2012 «dovrebbe essere sostanzialmente in linea con i 12,7 milioni del 2011», dice a Economiaweb.it una fonte qualificata dell’istituto. «Vediamo più avanti con il rinnovo del vostro contratto, ma la situazione tecnico-attuariale è tranquilla», chiude l’interlocutore, «i conti stanno bene, anche se in questi tempi di crisi possiamo scordarci gli avanzi di gestione degli anni passati».


In http://www.economiaweb.it/editoria-in-crisi-mercato-in-subbuglio/


 





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