EDITORIA. SIDDI A MONTI: “L’INFORMAZIONE NON SI VENDE A SUPERMARKET. LA CRISI DELL'INDUSTRIA EDITORIALE NON E' UNA CRISI DI SINGOLE SITUAZIONI MA DI UN INTERO SETTORE DECISIVO DELLA DEMOCRAZIA, DELLA VITA PUBBLICA E DELL'INDUSTRIA ITALIANA. CI SPIACE CONTRADDIRE, PERCIÒ, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IN CARICA CHE EVOCA L'IMPOSSIBILITA' DI SOSTITUIRE I MANCATI RICAVI CON IL DENARO DEI CONTRIBUENTI. EVOCARE CONFLITTI TRA STAMPA E CONTRIBUENTE È UN PARALLELISMO INADEGUATO E FUORI SISTEMA”
Roma, 14 febbraio 2013. "Sfugge al presidente del Consiglio, Mario Monti, che il bene informazione prodotto e distribuito dai media vecchi e nuovi, non e' un banale prodotto di consumo come tanti se ne trovano nei supermercati. La crisi dell'industria editoriale non e' una crisi di singole situazioni ma di un intero settore decisivo della democrazia, della vita pubblica e dell'industria italiana". E' la replica del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, alle dichiarazioni di Monti oggi in Puglia durante il suo tour elettorale sui possibili interventi per l'editoria. Per Siddi le origini della crisi dell'editoria "sono in un indispensabile processo di innovazione e trasformazione che ha bisogno di tempo per produrre utili e, soprattutto nei riflessi della crisi economica che impoverisce la capacità di spesa delle persone e abbatte le risorse del mercato pubblicitario. Ci spiace contraddire, perciò, il presidente del Consiglio in carica che evoca l'impossibilita' di sostituire i mancati ricavi con il denaro dei contribuenti. Da chi governa, e si candida a governare, ci si aspetta indicazioni e segnali per politiche di sviluppo, di innovazione e di rilancio dell'occupazione". Secondo il segretario generale della Fnsi "la questione e' quella del pluralismo ed e' soprattutto oggi quella di capire che l'industria dell'informazione, e il lavoro che lì si svolge, hanno un'importanza decisiva per la vita del Paese, meriterebbe adeguata considerazione anche da chi pensa che tutto risolva il Dio mercato. E ciò con azioni pari come quelle assunte nel tempo dai pubblici poteri per l'automobile e sicuramente ben piu' di quanto fatto per coprire i disastri delle centrali finanziarie". Evocare conflitti tra stampa e contribuente e' un parallelismo inadeguato e fuori sistema. Confidiamo comunque - conclude Siddi - che la sensibilita' che il presidente Monti è sicuro avra' il nuovo governo per le situazioni di crisi, abbia uno sviluppo coerente nell'assunzione di corresponsabilità (certamente con editori e lavoratori giornalisti) verso una visione non parziale o superficiale dell'intero settore". (AGI)
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