DIBATTITO. Con Giannino perdiamo anche noi
di Paolo Zucca Il Sole 24 Ore-Plus24
Ora che abbiamo smesso di ridere (il mago Zurlì-Cino Tortorella smentisce alle agenzie di stampa che il giornalista-conferenziere-candidato Oscar Giannino abbia mai partecipato allo Zecchino d’Oro) proviamo a misurare quanto abbiamo perso tutti, pro-quota, da questa brutta storia. “Ho verificato negli annuari” dice Tortorella. Non va a memoria, non cerca su Wikipedia. Effetto della competizione politica e dei suoi veleni? Non è la prima volta che un collega sceglie un altro tipo di impegno pubblico, quindi accettando un controllo sociale sulle sue credenziali. Se è vero che un giornalista ha segnato la storia nazionale, nel secolo scorso, per almeno un ventennio diversi altri hanno contribuito in prima fila positivamente, tantissimi hanno dato da buoni artigiani quello che potevano.
Forse è meglio concentrare l’attenzione sui nostri obblighi di reputazione e di assenza di conflitti di interesse. Valgono in campagna elettorale e nella vita professionale, per chi di mestiere fornisce alla collettività informazioni e interpretazioni in forma scritta, parlata e per immagini. Siamo, dovremmo esserlo, i rappresentanti-intermediari dei cittadini che hanno poche possibilità di avvicinare eventi, burocrazia e protagonisti della vita pubblica. Pensiamo ai tanti vecchi e nuovi italiani che agiscono ancora “perché lo ha detto la televisione”. Non ci sarà tesserino, Ordine, associazione o quello che verrà, che ci potrà difendere dalla scarsa credibilità. In questi giorni sottoposta ai sorrisini. Ci si accapiglia spesso per uno zerovirgola di contributi Casagit o Inpgi, mentre i colleghi più giovani stanno diventando sottoproletariato intellettuale, precari alla mercè di ogni sopraffazione e di ogni lusinga. In queste condizioni da Far West non avranno la possibilità di formarsi, di crescere e garantire, insieme alla propria dignità di lavoratori, anche il diritto della collettività di poter respirare in un ambiente informativo non nocivo. Bene l’equo compenso. Ottimo l’utilizzo del cannocchiale per guardare lontano, invece della lente concentrata sui propri piedi. Si può discutere di tutto, il Papa si è dimesso perché non sentiva le forze per guidare il futuro della Chiesa. Figuriamoci noi.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
DIBATTITO. LETTERA di Ezio Chiodini a Franco Abruzzo: il caso Giannino deve far riflettere l’intera categoria professionale. E’ il momento di una rigenerazione del giornalismo italiano, così come da tempo si avverte il problema di una rigenerazione della politica.
TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=11487
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
|