C'era voluto l'intervento del presidente della Repubblica per cancellare i quattordici mesi di carcere. Non è bastato. Il caso Sallusti riesplode per la seconda volta e la condanna uscita dalla porta rientra dalla finestra.
Questa volta non per l'intervento della magistratura, ma per mano dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia che l'altra sera, sia pure a maggioranza, ha disposto la sospensione del direttore del Giornale per tre mesi dalla professione. «Farò ricorso - è la prima reazione di Sallusti - contro l'ennesima presa di posizione politica. Chiederò i danni. E continuerò a lavorare».
Una sanzione pesantissima, dunque, sua pure sul piano disciplinare e non più su quello penale, congelata però dagli stessi giudici in attesa del processo d'appello a Roma: per ora la pena è sospesa. Un contentino, o se si vuole il tentativo di mitigare la durezza del provvedimento, che il presidente dell'Ordine Letizia Gonzales, spiega così: «Avremmo potuto rendere esecutivo il verdetto, ma abbiamo deciso di bloccarlo in attesa di quel che stabilirà l'Ordine nazionale».
La storia è quella del commento che Renato Farina, coperto dietro lo pseudonimo Dreyfus, firmò sul quotidiano Libero il 18 febbraio 2007. Un pezzo aspro in cui l'editorialista attaccava il giudice di Torino Giuseppe Cocilovo, attribuendogli di fatto una decisione che Cocilovo non aveva preso a proposito dell'aborto di una minorenne. Per quell'articolo, come è noto, Sallusti, al termine di un procedimento giudiziario controverso, era stato stangato con una sentenza choc, addirittura, a 14 mesi di carcere, per di più senza condizionale. Un trattamento con pochissimi precedenti nella storia italiana, una sentenza che metteva e mette a rischio la libertà di stampa nel nostro Paese e infatti la memoria corre, con un certo disagio, alla disavventura di Giovannino Guareschi che finì in galera per aver diffamato Alcide De Gasperi.
Un episodio vergognoso. Pareva che i tempi fossero cambiati, ma alla fine la condanna per il direttore del Giornale è diventata definitiva. La procura che indagava non si è mai messa seriamente alla ricerca di Dreyfus, la cui identità, poi puntualmente affiorata a cose fatte, non era poi un mistero di Fatima.
Ma tutta questa drammatica vicenda sembrava ormai superata, dopo l'intervento di Napolitano che aveva commutato la pena trasformandola in una sanzione pecuniaria. Niente da fare. L'Ordine è tornato alla carica e ha concluso per la colpevolezza di Sallusti. Due i punti della condanna, anche se le motivazioni devono ancora essere pubblicate: «Abbiamo ritenuto - spiega il presidente Gonzales - che il direttore fosse responsabile di omesso controllo per non aver fermato Dreyfus; il secondo punto è che il quotidiano Libero avrebbe dovuto pubblicare la smentita della notizia falsa, indipendentemente da una qualunque richiesta di rettifica, nel momento in cui ci si accorse dell'errore commesso».
Ora la parola passa a Roma, anche se sul procedimento pende la spada di Damocle della nullità per una questione procedurale: «Il processo a Sallusti non spettava all'Ordine ma al Consiglio disciplinare previsto dalla nuova legge e mai varato a Milano», spiega il consigliere Franco Abruzzo che infatti non ha partecipato al voto. «La legge è nebulosa - ribatte Gonzales - ma in ogni caso non dice quello che sostiene Abruzzo». Una querelle senza fine. «Sallusti - controreplica l'ex presidente dell'Ordine - ha diritto come tutti i giornalisti ad un giudice naturale che in questo momento a Milano non c'è». Un pasticcio per una sentenza che punisce per la seconda volta il direttore del Giornale.
ARTICOLI CORRELATI
1) 20/8/2012. La riforma degli ordinamenti professionali e delle professioni ordinistiche nel DPR del 07.08.2012 n. 137. Articolo 8: "Presso i consigli dell'Ordine o collegio territoriali sono istituiti Consigli di disciplina territoriali cui sono affidati i compiti di istruzione e decisione delle questioni disciplinari riguardanti gli iscritti all'albo". Il 14.08.2012 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 189 il Regolamento che disciplina la riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell'articolo 3 comma 5 del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138 convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011 n. 148. TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=9706
2) 9/10/2012. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha deciso: le regole deontologiche saranno gestite soltanto dai “Consigli territoriali di disciplina”. Sconfitto con 38 voti contro 28 (18 astenuti) il tentativo di alcuni presi denti regionali di interferire nella vita dei nuovi organismi. Ha vinto la volontà del Parlamento. In allegato la bozza del Regolamento. Dice la norma approvata dal Cnog: “Il procedimento disciplinare è iniziato dal Consiglio territoriale di disciplina a seguito di segnalazioni o esposti di terzi o del Consiglio dell’Ordine, nonché su richiesta del Procuratore generale della Repubblica o del procuratore della Repubblica competenti”.
di Franco Abruzzo-già presidente e oggi consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia
TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10162
3) 30/10/2012. Le risposte del Ministero della Giustizia ai cinque quesiti posti dal presidente Enzo Iacopino per conto del Cnog. I Consigli di disciplina istruiscono e decidono gli affari deontologici, mentre i vecchi Consigli dell’Ordine hanno un potere di denuncia al pari del Pg, delle Autorità indipendenti, dei gruppi sociali o dei cittadini. (In coda l’art. 8 del dpr 137/2012). TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10360
4) 5/12/ 2012. Grave smacco per il Consiglio nazionale dell’Ordine. La ministra Severino cancella 34 articoli del Regolamento di disciplina e così ne restano in vita appena 8, quelli essenziali. In coda il Regolamento in vigore e quello antecedente bocciato dalla Giustizia. I nuovi Consigli di disciplina (nazionale e territoriali) vanno nominati subito per evitare le “eccezioni di competenza” dei giornalisti sotto processo. TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10767
5) 14/12/2012. Consiglio nazionale: adottato il regolamento di disciplina ed eletti i 12 componenti del nuovo Consiglio nazionale di disciplina. Presidente il più anziano e segretaria la più giovane dei 12 giudici. TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=10870
6) 18/2/2013. CONSIGLI TERRITORIALI DI DISCIPLINA: il Ministero della Giustizia detta le regole. Devono entrare in attività subito. Piegata la resistenza corporativa e nostalgica di alcuni Ordini regionali, che hanno perso ogni competenza sulla deontologia.
GIORNALISTI. Il Ministero della Giustizia scrive al Consiglio nazionale dell’Ordine: “Le norme di riforma sono già entrate in vigore e nessuna disposizione autorizza a ritardare la costituzione dei nuovi organi disciplinari”. “I procedimenti disciplinari già in corso possono proseguire dinanzi ai nuovi organi senza necessità di essere rinnovati neanche in parte”. “La durata dei Consigli territoriali di disciplina non è parallela o sovrapponibile a quella dei Consigli amministrativi dell’Ordine, ma semplicemente uguale quanto alla misura del tempo”. I Consigli regionali dovranno trasmettere al più presto una rosa di 18 nomi ai presidenti del Tribunale che ne sceglierà 9 come membri del Consiglio territoriale di disciplina. IN CODA la normativa. TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=11456
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4. Legge 3 febbraio 1963, n. 69 (1). Ordinamento della professione di giornalista (2).
(versione adeguata alla normativa europea con l'art. 54 del dlgs 26 marzo 2010, n. 59 e al D.Lgs. 1° settembre 2011, n. 150).
(1) Pubblicata nella Gazz. Uff. 20 febbraio 1963, n. 49.
(2) Il comma 1 dell’art. 1, D.Lgs. 1° dicembre 2009, n. 179, in combinato disposto con l’allegato 1 allo stesso decreto, ha ritenuto indispensabile la permanenza in vigore del presente provvedimento.
2. D.P.R. 4 febbraio 1965 n. 115. Regolamento per l'esecuzione della L. 3 febbraio 1963, n. 69, sull'ordinamento della professione di giornalista.
In coda:
A). Giornalisti stranieri in Italia e cittadini stranieri che intendono diventare giornalisti in Italia. Le procedure stabilite dal Consiglio nazionale d’intesa con il Ministero della Giustizia (Circolare n. 1/2005).
B). Decreto 17 novembre 2006 n. 304. Regolamento di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 2 maggio 1994, n. 319, in materia di misure compensative per l'esercizio della professione di giornalista professionista.
C). Decreto legge 13 agosto 2011 n. 138 (1) (2). Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. (1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 13 agosto 2011, n. 188. - (2) Convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 14 settembre 2011, n. 148.
TITOLO II. LIBERALIZZAZIONI, PRIVATIZZAZIONI ED ALTRE MISURE PER FAVORIRE LO SVILUPPO
Art. 3 Abrogazione delle indebite restrizioni all'accesso e all'esercizio delle professioni e delle attività economiche
D). Dpr 7 agosto 2012 n. 137. Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell'articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148. (GU n. 189 del 14-8-2012)
E). Regolamento delle funzioni disciplinari dell’Ordine dei giornalisti.
F). Regolamento in materia di ricorsi innanzi al Consiglio di disciplina nazionale
G). Formazione professionale continua degli iscritti all'Ordine dei giornalisti – Regolamento attuativo
TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=11110
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