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LEGGE DI STABILITA’ 2014 - LE REGOLE PER LA PREVIDENZA. Pensioni, che cosa cambia. Dalla rivalutazione al contributo di solidarietà: cinque punti per capire. Torna l’adeguamento al costo della vita per le pensioni oltre 1400 euro mensili ma in forma limitata e non oltre i 2900 euro lordi

di Enrico Marro – www.corriere.it – 28/1172013

Torna l’adeguamento al costo della vita per le pensioni superiori a 1.486 euro lordi al mese (3 volte il minimo), ma in forma limitata e comunque non oltre i 2.972 euro lordi. Ma torna anche il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro che solo lo scorso giugno la Corte costituzionale aveva cancellato. Questa volta sarà del 6-12 per cento sugli importi superiori a 6.936 euro lordi al mese (90.168 euro all’anno). Sono le principali novità in materia previdenziale contenute nel disegno di legge di Stabilità, come modificato dal maxi emendamento del governo approvato al Senato. Ora passa tutto all’esame della Camera.


 


COSÌ IL BLOCCO FINO AL 2013 -La legge Finanziaria 1995 ha disposto che il primo gennaio di ogni anno le pensioni vengano adeguate in base alla variazione del costo della vita accertata dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica. L’adeguamento è fissato con un decreto del ministero dell’Economia alla fine di ogni anno per l’anno successivo. Per il 2014 l’aumento dovrebbe aggirarsi intorno all’1,5%, stima di aumento dei prezzi nel 2013 fatta dall’Istat e dal governo nella nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza). Fin dall’inizio l’adeguamento non è stato riconosciuto al 100% per le pensioni di importo elevato, con soglie che sono cambiate di anno in anno. La stretta più forte fu decisa con il decreto Salva Italia del governo Monti, che stabilì sia per il 2012 sia per il 2013 la perequazione al 100% solo alle pensioni di importo fino a tre volte il minimo (1.441,59 euro lordi al mese, nel 2012), abolendola sulle pensioni di importo superiore.


 


SCATTI FINO A SEI VOLTE IL MINIMO - La legge di Stabilità 2014, come modificata dal maxiemendamento del governo, dispone per il triennio 2014-2016 di una perequazione limitata anche sulle pensioni di importo fra 3 e 6 volte il minimo, negandola per quelle superiori a sei volte. L’adeguamento al costo della vita sarà quindi del 100% per i trattamenti fino a tre volte il minimo (1.486,29 euro lordi al mese). Per quelle fra 3 e 4 volte il minimo (1.486,29—1.981,72 euro) la rivalutazione sarà del 90% «con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi». Sempre sull’intero importo, l’aumento sarà del 75% per le pensioni fra 4 e 5 volte il minimo (1.981,72—2.477,15 euro lordi) e del 50% su quelle fra 5 e 6 volte il minimo (2.477,15—2.972,58 euro lordi) mentre sulla parte eccedente 6 volte non ci sarà alcun aumento.


 


FINO ALL’1 PER CENTO DAI FONDI SPECIALI - Il decreto Salva Italia del governo Monti rafforzò il contributo di solidarietà già introdotto dall’esecutivo Berlusconi, stabilendo, dal 2012, un prelievo del 5% sugli importi di pensione compresi fra 90mila e 150 mila euro lordi, che saliva al 10% sulla fascia 150-200mila e al 15% sulla parte eccedente i 200 mila euro lordi. Tale contributo è stato dichiarato incostituzionale dalla Consulta lo scorso giugno, perché discriminatorio in quanto applicato a una sola categoria di contribuenti, i pensionati, e non anche ad altri cittadini con lo stesso reddito. È ancora in vigore, invece, il contributo di solidarietà fissato da Monti per i pensionati dei fondi speciali: Trasporti, Elettrici, Telefonici, Volo, ex Inpdai. Il prelievo oscilla tra lo 0,3% e l’1% della pensione in base agli anni di contribuzione versati prima del 1996. Sono escluse dal contributo le pensioni fino a 5 volte il minimo.


 


IL CONTRIBUTO FINO AL 18 PER CENTO - Il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro viene riproposto nel maxiemendamento del governo per finanziare un sussidio a favore dei più poveri, motivazione che dovrebbe consentire, secondo il governo, di superare eventuali nuovi giudizi di costituzionalità. Il contributo è fissato nel 6% per la parte di pensione compresa fra 14 e 20 volte il minimo (90.168—128.811 euro lordi annui), che sale al 12% sugli importi fra 20 e 30 volte il minimo (128.811—193.217 euro lordi annui) e al 18% sulle quote oltre 30 volte. In tutto, le pensioni colpite dal nuovo contributo di solidarietà sono, secondo i dati Inps, 29.554. Si tratta di assegni superiori a 6.936 euro lordi al mese. Di questi, 6.805 sono maggiori di 9.908 euro lordi al mese (20 volte il minimo) e appena 1.344 superano i 14.863 euro lordi al mese (30 volte il minimo).


 


L’IPOTESI DEL 10 PER CENTO Le norme sulle pensioni sono tra quelle che potrebbero cambiare durante l’esame della legge di Stabilità che ora, dopo l’approvazione del Senato, passa alla Camera. Il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, auspica per esempio un miglioramento dell’indicizzazione al costo della vita, come chiedono anche i sindacati. Il contributo di solidarietà è invece un argomento che divide. Le associazioni dei manager e dei professionisti parlano di norma incostituzionale, anche nella nuova versione. Un economista e parlamentare vicino a Matteo Renzi come Yoram Gutgeld propone un prelievo del 10% sulle pensioni maggiori di 3.500 euro lordi al mese che frutterebbe 3,3 miliardi l’anno, ma altri economisti come Tito Boeri e Tommaso Nannicini hanno calcolato che, anche con un prelievo progressivo (2-15%), al massimo si potrebbe ottenere un miliardo. Le pensioni sopra 3.367 euro lordi al mese sono infatti solo 397.128 su un totale di 23,4 milioni.


TESTO IN http://www.corriere.it/economia/13_novembre_28/pensioni-che-cosa-cambia-rivalutazione-contributo-solidarieta-cinque-punti-capire-49cc5520-57f6-11e3-8914-a908d6ffa3b0.shtml


 





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