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“La Fnsi alzi la voce in difesa dei redditi dei giornalisti pensionati”: documento del Comitato Esecutivo dell’Ungp agli organi dirigenti del Sindacato

Roma, 9 dicembre 2103. Dopo due anni di blocco totale della perequazione, i giornalisti pensionati  rischiano di subire un’altra decurtazione dei loro redditi anche per i prossimi dodici mesi e per il biennio successivo, quindi fino al 2016. La legge di stabilità approvata dalla Camera ed attualmente in discussione al Senato prevede infatti il ripristino dell’indicizzazione delle pensioni al costo della vita solo per gli assegni pari a tre volte il minimo Inps, e un adeguamento in forma ridotta per le pensioni di importo superiore ma comunque non oltre la soglia dei 2.972 euro lordi mensili (sei volte il minimo Inps)- (in http://www.ungp.it/Pagine/Home.asp)


 


 


 


 




La Fnsi alzi la voce in difesa dei redditi dei giornalisti pensionati. Documento del Comitato Esecutivo agli organi dirigenti del Sindacato



Dopo due anni di blocco totale della perequazione, i giornalisti pensionati  rischiano di subire un’altra decurtazione dei loro redditi anche per i prossimi dodici mesi e per il biennio successivo, quindi fino al 2016. La legge di stabilità approvata dalla Camera ed attualmente in discussione al Senato prevede infatti il ripristino dell’indicizzazione delle pensioni al costo della vita solo per gli assegni pari a tre volte il minimo Inps, e un adeguamento in forma ridotta per le pensioni di importo superiore ma comunque non oltre la soglia dei 2.972 euro lordi mensili (sei volte il minimo Inps). La stragrande maggioranza dei giornalisti pensionati hanno redditi superiori a queste cifre, frutto di contributi versati all’Inpgi durante l’intera attività lavorativa. Anche se il Senato mantenesse i parametri della Camera, e se gli aumenti dei minimi riconosciuti si riflettessero pro quota sulle pensioni più elevate (il che non è scontato), l’aumento di reddito per i giornalisti pensionati sarebbe irrisorio, pari a poche decine di euro l’anno, con tanti saluti al principio dell’adeguamento al costo della vita previsto da una legge in vigore dal 1995, in base alla quale le pensioni devono essere automaticamente  rivalutate all’inizio di ogni anno secondo parametri fissati dall’Istat. Per il 2014 l’incremento dovrebbe essere dell’1,5%, come deciso dal governo nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.



I pensionati italiani, e fra essi anche i giornalisti pensionati, non intendono sottrarsi al dovere di contribuire, anche con i propri sacrifici, al risanamento del bilancio pubblico e, per quanto li riguarda più direttamente, all’equilibrio dei conti dell’Inpgi; ma denunciano il persistere di una ingiusta differenza di trattamento che li penalizza nel raffronto con i colleghi ancora in attività, i quali, pur nella difficile situazione sociale del paese e nella crisi dell’editoria, possono ricorrere alla contrattazione per adeguare i loro redditi al costo della vita.



Tale risorsa è di per sé  inibita ai pensionati, ai quali viene oggi di fatto sottratto l’unico strumento di tutela del reddito: la perequazione automatica. Il blocco dell’aumento indicizzato, introdotto come misura temporanea ed eccezionale in un momento di grave sofferenza del bilancio statale, e come tale accettato, sta diventando strutturale, il che non è consentito dalla giurisprudenza costituzionale (sentenza n. 316 del 2010) e produce un danno economico rilevante a buona parte degli iscritti al sindacato e non solo ad essi.



Un’altra grave penalizzazione che colpisce i pensionati riguarda il trattamento fiscale dei loro redditi che, caso quasi unico in Europa, è esattamente uguale a quello dei redditi da lavoro, mentre, trattandosi di salario differito, è stato già tassato una volta all’origine. Per questo motivo, in numerosi paesi europei, compresa la virtuosa Germania, le pensioni non vengono tassate affatto o sono



sottoposte ad aliquote bassissime.



Di fronte a tali situazione di palese ingiustizia, l’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati chiede alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato di cui è organismo di base, di farsi carico del problema, unendo la sua voce a quella dei pensionati nelle sedi parlamentari e governative nelle quali si discutono in queste settimane i problemi strutturali del comparto editoriale e di chi ci



lavora o ci ha lavorato per anni. Chiediamo un intervento della nostra Federazione consapevoli del rischio che sul problema del trattamento pensionistico possono entrare in sofferenza l’unità della nostra categoria e la coesione sociale fra i colleghi attivi e i pensionati. Non mancano, purtroppo, segnali di allarme in tal senso, con la minaccia esplicita da parte di alcuni di provocare una “fuga” dal sindacato che indebolirebbe tutti noi, attivi e pensionati. Recentemente, con l’avvio del meccanismo di erogazione dell’assegno di perequazione per i redditi più bassi previsto dal Fondo contrattuale, il sindacato ha dato una prova di solidarietà che confidiamo riscuota il meritato apprezzamento. Ora chiediamo di accogliere, nelle forme opportune, le istanze di tutti i giornalisti pensionati su un tema che sta diventando di urgente attualità.



Convinti che la battaglia per le pensioni sia giusta ed equa, chiediamo alla Fnsi di poter difendere le nostre posizioni anche nelle sedi sindacali più rappresentative.



Documento approvato all’unanimità dal Comitato esecutivo dell’Ungp nella seduta del 5 dicembre 2013 (IN http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=369)



 



 




 


 


 





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