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IL MESSAGGERO: l'assemblea dei redattori all’unanimità proclama lo stato di agitazione affidando al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero. Lo scontro è sul lavoro domenicale. “La recente riorganizzazione del lavoro domenicale e festivo ha comportato una notevole erosione del reddito dei giornalisti insieme al deterioramento della qualità del lavoro e - di riflesso - del prodotto editoriale”.


L'assemblea dei redattori del Messaggero giudica irricevibile e senza valore la comunicazione inviata dalla segreteria di redazione via e-mail il 2 gennaio scorso sul lavoro domenicale perché non identificata e comunque fatta in violazione dell'articolo 6 del contratto nazionale di lavoro, che affida al direttore la competenza esclusiva in materia. Ribadisce che la recente riorganizzazione del lavoro domenicale e festivo ha comportato una notevole erosione del reddito dei giornalisti insieme al deterioramento della qualità del lavoro e  - di riflesso - del prodotto editoriale e chiede quindi a norma dell'articolo 34 del contratto un incontro urgente congiunto con la direzione e l'azienda. Richiama ancora una volta il direttore ad assumersi in pieno tutte le responsabilità che il contratto gli affida, provvedendo alla redazione in forma scritta di un piano organizzativo sul lavoro domenicale e festivo. Proclama intanto lo stato di agitazione affidando al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero e chiede ai colleghi di rispettare rigidamente l'orario di lavoro, in particolare la domenica, evitando di andare oltre i limiti previsti dal contratto. Invita inoltre il Cdr ad assumere tutte le azioni necessarie, anche legali, per tutelare i propri diritti e la qualità del lavoro giornalistico.



Roma 17 gennaio 2014



Approvata all’unanimità






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