Milano, 24 marzo 2014. Promossa dall’Unione nazionale pensionati per l’Italia (Unpit), si è svolta al Circolo della Stampa una tavola rotonda sul tema: "Sistemi pensionistici europei a confronto (calcolo degli assegni, adeguamento al costo della vita, fisco). In Italia stiamo meglio o peggio?". Ha moderato il dibattito il presidente dell’Unpit Franco Abruzzo, relatori le europarlamentari Cristiana Muscardini, Patrizia Toia e Li cia Ronzulli (sostituita all’ultimo minuto dal sen. Enrico Panetta). Il consigliere Unpit Adriano Ortile ha illustrato uno studio/analisi (IN ALLEGATO) sulle pensioni di 5 paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna). Dal dibattito è emerso che i “meno giovani” godono di trattamenti più favorevoli in Germania e Francia, in po’ meglio in parte rispetto a Gran Bretagna e Spagna. Dagli interventi di Cristiana Muscardini e Patrizia Toia è affiorato nitido il ruolo della Ue sul tema pensionistico peraltro delineato nella “Risoluzione del Parlamento europeo del 21 maggio 2013 su un'agenda dedicata a pensioni adeguate, sostenibili e sicure (2012/2234(INI))” (il testo è in http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2013-0204+0+DOC+XML+V0//IT).
IL RUOLO DEGLI STATI MEMBRI E DELL'UE - Gli Stati Membri sono i primi responsabili del sistema pensionistico, tuttavia l'UE organizza misure integrative e legislazioni comunitarie per sostenerli: In particolare la Commissione raccomandava di allineare l'età pensionabile con l'aumento della speranza di vita, limitare l'accesso al regime di prepensionamento, migliorare l'accessibilità all'apprendimento e alla formazione anche per gli anziani, equiparare l'età pensionabile di uomini e donne e sostenere lo sviluppo di pensioni complementari private per alleggerire i sistemi di welfare e offrire allo stesso tempo competitività e più garanzie ai consumatori. L'UE può inoltre tentare di intervenire sui sistemi sanitari al fine di migliorare lo stato di salute delle persone prossime alla pensione, attivando anche il Fondo Sociale Europeo, anche per eliminare gli ostacoli al lavoro femminile. Inoltre l'UE raccomanda l'introduzione di "lavori alternativi" come "seconde carriere" e posti di lavoro "di fine carriera", in particolare per i lavori usuranti.
Altra raccomandazione che viene dall'Europa è quella di eguagliare l'età pensionabile tra uomo e donna: 18 Stati Membri lo faranno entro il 2020 (l'Italia entro il 2018), in modo da favorire le donne i cui diritti pensionistici al momento sono scarsi e inferiori a quelli degli uomini.
GLI STRUMENTI UE - L'UE ha varato due direttive per le riforme del sistema pensionistico: 1) la direttiva per la tutela dei lavoratori subordinati in caso di insolvenza del datore di lavoro 2) la direttiva relativa alle attività e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali o professionali (EPAP). Altro intervento è quello fatto con il regolamento CE 883/2004, con cui si garantisce la trasferibilità dei diritti pensionistici in caso di trasferimento in un altro Stato Membro, regolamento da cui però al momento sono esenti le pensioni private. Per aiutare i cittadini a districarsi nella burocrazia, la Commissione ha proposto degli sportelli di ricostruzioni delle pensioni, per dare consulenza a chi deve ricostruire la propria pensione.
L'UE può intervenire con tre strumenti:
- Legislativi: riformando il mercato interno delle pensioni; eliminando le discriminazioni di qualsiasi tipo; facendo leva sui diritti dei lavoratori.
- Finanziari: Mobilitando fondi, come il Fondo Sociale Europeo, per promuovere politiche sociali, occupazioni (fondo PROGRESS), sanità pubblica e apprendimento.
- di coordinamento delle politiche: con il programma Europa 2020.
Franco Abruzzo ha rilanciato la battaglia contro il mondo economico illegale: “Governo e Parlamento devono dare la caccia, non ai pensionati, ma agli evasori, ai big del sommerso e ai patrimoni delle 4 mafie: un mondo che vale 1000 (mille) miliardi di euro. Chiediamo, con il rispetto dei giudicati costituzionali, la perequazione piena per tutte le pensioni, la cancellazione degli assegni elargiti senza base contributiva ai boiardi di stato (da 21 a 91mila euro al mese), la tutela gratuita della salute degli anziani e un piano serio per il lavoro giovanile. I pensionati oggi formano un grande ammortizzatore sociale (del valore di 6 miliardi all’anno) per figli e nipoti disoccupati”.
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PILLOLE D'EUROPA- di Cinzia Boschiero – www.affaritaliani.it - Pensionati informati sull'Europa e sul piede di guerra in Italia - Milano, 24 marzo 2014. "Negli altri Paesi europei c'è più rispetto per i pensionati e soprattutto, come abbiamo fatto noi," dice Franco Abruzzo, presidente del movimento nazionale pensionati per l'Italia,dice "i nostri politici italiani devono informarsi bene sulle buone prassi nei diversi Stati europei ed attuarle". Si sono riuniti il 24 marzo gli associati del movimento nazionale pensionati per l'Italia al Circolo della Stampa a Milano per dibattere sul tema pensioni europee e per confrontare i dati dei diversi sistemi pensionistici comunitari. Hanno partecipato due eurodeputati: l'on. Patrizia Toia, Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici e l'on. Cristiana Muscardini, Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei che hanno evidenziato come il Parlamento europeo stia dibattendo anche su questi temi, compreso quello del welfare e dell'invecchiamento attivo. Sono stati confrontati i sistemi pensionistici europei con diversi dati di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Francia. Il sistema italiano è contributivo come quello tedesco però in Germania il limite dei versamenti è di cinquemila euro, basato su punti aggiornati non secondo l'inflazione ma secondo gli aumenti degli stipendi. In Francia la pensione complementare è obbligatoria basata su punti e calcolata sull'intera carriera. Le imposte in Francia si pagano sul coefficiente familiare. I dati OECD evidenziano anche i tassi di sostituzione che sono il rapporto tra ultimo stipendio e prima pensione nei diversi Stati comunitari. E' emerso inoltre che in Europa andare in pensione non vuol dire diventare inattivi e che spesso non si tiene conto del prezioso contributo dato dalle persone della terza età, che prestano assistenza a chi ne ha bisogno, occupandosi dei familiari o facendo opera di volontariato, dando contributo al welfare della società. L'Italia ha la pecca di riforme spezzettate, con regole cambiate in corsa che complicano il quadro contributivo e non tengono conto dell'evoluzione demografica e delle necessità del Paese in divenire. I presenti al dibattito hanno sottolineato come è importante un'informazione corretta sui numeri, che tenga conto di chi ha una pensione dovuta agli effettivi contributi versati e chi invece beneficia di pensioni con contributi non versati, ma solo figurativi. Le pensioni non frutto del proprio lavoro ma frutto di privilegi sono state vigorosamente oggetto di polemica nel corso dell'incontro. Proteste in sala anche per ex parlamentari italiani con vitalizio che sono ben 2200 che vanno in pensione a 65 anni dopo solo 5 di lavoro e a 60 dopo solo 10 anni di lavoro, ed è stato ricordato che tra gli ex-parlamentari con vitalizio c'è anche un terrorista. Nel confronto dei dati europei è emerso come i pensionati oggi aiutino molto chi non ha lavoro; come anche i diversi standard di tassazione e di stipendi evidenzino come l'Italia sia in ritardo su riforme adeguate."Gli Stati membri hanno la competenza dei sistemi pensionistici,"dice l'on. Cristiana Muscardini,"però al Parlamento europeo si lavora con costanza perché il welfare sia adeguato nei diversi Paesi e siano rispettati in tutti gli Stati i diritti dei cittadini, compreso quello della pensione. Monitoriamo pertanto i sistemi pensionistici in Europa perché serve un'armonizzazione a livello comunitario visto anche il fatto che la mobilità dei cittadini negli Stati membri risulta essere in aumento. E' importante che i pensionati siano tutelati, che le loro pensioni non perdano potere d'acquisto, che vi sia solidarietà tra le generazioni nel rispetto di quanto versato negli anni con il proprio lavoro". L'Europa ha stati sociali diversificati ma occorre tener presente che l'Europa può aiutare a trovare le soluzioni migliori confrontando le buone pratiche anche nei sistemi pensionistici, ha sottolineato l'on. Patrizia Toia, che ha evidenziato come occorra un maggiore ascolto, dialogo e rispetto tra le varie generazioni, come la qualità di vita abbia portato all'invecchiamento attivo; come l'indice di natalità sia basso e occorra anche una politica per la natalità con maggiori aiuti per la famiglia. (In http://www.affaritaliani.it/rubriche/pillole_europa/pensionati-informati-sull-europa-e-sul-piede-di-guerra-in-italia.html)
.Tutte le più recenti vicende in tema di pensioni sono in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=12436
– www.unpit.it è il sito della Unione nazionale pensionati per l’italia.