Milano, 9 maggio 2014. I fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest'ultimo, Luca, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza in un'inchiesta che riguarda la holding di partecipazione finanziaria Sopaf. Gli indagati (compresi gli arrestati) sono 19. I reati contestati dalla magistratura di Milano sono associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, alla truffa aggravata, all'appropriazione indebita, alla frode fiscale e al riciclaggio con l'aggravante della transnazionalità dei reati in Austria, Svizzera, Madeira, Lussemburgo, Isole Bermuda e Mauritius. I finanzieri avrebbero accertato una distrazione di oltre 100 milioni di euro dal patrimonio della Sopaf, società in regime di concordato preventivo. I fratelli Magnoni sono personaggi noti della finanza imparentati con Michele Sindona: Ruggero è stato vice presidente Europa di Lehman Brothers, presidente di Nomura Italia (chiamata in causa, per via del derivato Alexandria, nell'inchiesta Mps) e in passato avrebbe partecipato anche alla scalata Telecom, la «madre» di tutte le Opa; Aldo Magnoni è stato l'ideatore dell'Oak Fund, pure intervenuto nella scalata Telecom; Giorgio Magnoni e il figlio Luca sono rispettivamente amministratore delegato e consigliere della Sopaf.
QUINTO E SESTO ARRESTO - Oltre ai quattro componenti della famiglia Magnoni sono stati arrestati dalla Guardia di finanza anche Andrea Toschi e Alberto Ciamperoni. Toschi è stato in passato presidente di Arner Bank e amministratore delegato della società di gestione risparmio Adenium, controllata al 100 per cento da Sopaf. Alcuni degli indagati, attraverso la società Adenium, si sarebbero appropriati di fondi per 52 milioni di euro della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e periti commerciali (Cnpr); di 20 milioni dell'Enpam (medici) e di 7 milioni di euro dell'Inpgi/2 (giornalisti autonomi). I tre istituti sono parti lese nell'inchiesta: acquisizioni di documenti per la ricerca di ulteriori prove a carico degli arrestati sono state eseguite da parte delle Fiamme gialle negli uffici di Paolo Saltarelli, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri, e di Andrea Camporese, presidente dell'Inpgi. Nella richiesta di applicazione delle misure cautelari il pm scrive che “il ruolo degli organi apicali degli enti previdenziali” resta “ancora sullo sfondo” ma richiede “i necessari approfondimenti”. Alcune mail "documentano una consuetudine di rapporti molto stretta dei massimi dirigenti degli enti in questione (Camporese, Parodi e Saltarelli) con i vertici di Sopaf e Five Stars".
SETTIMO ARRESTO - I militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza hanno arrestato anche Gianluca Selvi, dominus della società Hps, ritenuto dagli inquirenti personaggio chiave nell'appropriazione dei fondi, per 52 milioni di euro, della Cassa di previdenza dei ragionieri (Cnpr). Le misure cautelari eseguite sono dunque complessivamente sette. Sono state richieste dal pm di Milano Gaetano Ruta, che ha diretto le indagini, e sono state disposte dal gip Donatella Banci Buonamici. Gli investigatori hanno accertato che la società Adenium tramite la propria controllata lussemburghese Adenium Sicav avrebbe sottoscritto titoli per 52 milioni di euro gestiti dalla società Hps di Selvi. Il denaro, attraverso società off shore sarebbe stato trasferito su conti bancari alle isole Bermuda e Maurutius, e sarebbero poi rientrati in Italia a disposizione di alcuni degli arrestati. Diverso il meccanismo attraverso il quale sarebbero stati truffati l'Istituto di previdenza dei giornalisti (Inpgi) per sette milioni di euro e anche l'ente di previdenza dei medici (Enpam) per venti milioni di euro: la Sopaf - hanno accertato i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria - che gestiva parte del patrimonio dei due istituti avrebbe acquistato quote del Fondo immobili pubblici (Fip) e li avrebbe rivenduti dopo alcuni giorni a Inpgi ed Enpam, realizzando in tal modo un profitto ritenuto penalmente rilevante. Queste operazioni sono definite dagli inquirenti "illecite, distrattive e dissipatorie". La Guardia di finanza ha sequestrato 60 immobili la maggior parte nel centro di Milano riconducibili agli indagati, una decina in tutto oltre agli arrestati, villette residenziali. autovetture ed ha bloccato 300 rapporti bancari (conti correnti e di deposito, dossier titoli, quote societarie) in varie parti d'Italia. (fonti; ANSA, AGI, Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera).
SOPAF. COMUNICATO INPGI: “L’Ente ha assunto il ruolo di soggetto terzo, totalmente estraneo ai fatti, risalenti al febbraio 2009, oggetto di accertamento”. - Roma, 9 maggio 2014. L’ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA DEI GIORNALISTI ITALIANI COMUNICA: “In merito alla notizia, divulgata dalla stampa, della presenza della Guardia di Finanza presso gli Uffici dell’Inpgi, in relazione all’inchiesta sulla holding di partecipazione finanziaria Sopaf, l’Ente ha assunto il ruolo di soggetto terzo, totalmente estraneo ai fatti, risalenti al febbraio 2009, oggetto di accertamento. Si sottolinea al riguardo la piena collaborazione fornita alle Fiamme Gialle”. (www.inpgi.it)
SOPAF - Il Sole 24 Ore/Radiocor ricostruisce minutamente la vicenda. “Le operazioni effettuate da Sopaf con Enpam e Inpgi, le casse di previdenza rispettivamente di medici e giornalisti, sono del tutto anti-economiche per questi enti, considerato che hanno consentito un margine di profitto elevato alle società degli indagati, privo di qualsiasi giustificazioni, sulla base di una triangolazione di cui non si comprendono le ragioni negoziali”. Lo scrive il pm di Milano Gaetano Ruta, titolare del fascicolo che ha portato all'esecuzione di sette ordinanze di custodie cautelare. Per il pm, “Sopaf ha ottenuto un ingiusto profitto pari a 15.986.025 euro nell'operazione con l'Enpam e pari a 7.600.000 euro nell'operazione con Inpgi, in danno degli enti che avrebbero potuto acquistare tali quote con uno sconto maggiore”. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=14659
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Il Sole 24 Ore – Plus edizione del 28/2/2009 - L'Inpgi in affari con Sopaf. Pronto a comprare quote Fip. Nella trattativa è previsto il pagamento di 30 milioni. L'investimento è relativo alla gestione separata dell'ente.
Milano, 28 febbraio 2009. Un vasto patrimonio di mattoni quello della cassa di previdenza dei giornalisti (Inpgi). Concentrato soprattutto a Roma: 2.472 unità dei quali 2.170 sono abitazioni. Fabbricati che a fine 2008 avevano un valore di 692 milioni di euro. E i fondi immobiliari? «Nell'ambito della gestione separata, più nota come Inpgi 2 – afferma il presidente dell'ente, Andrea Camporese – stiamo per acquistare dalla Sopaf quote del fondo Fip per un controvalore di 30 milioni di euro. La gestione separata ha infatti un patrimonio di 178 milioni e non c'è presenza di immobili. Il nostro consulente, Mangusta Risk, ci ha suggerito di inserire investimenti real estate fino a un massimo del 17,52%». Il numero di quote da acquistare non viene reso noto ma prendendo a riferimento il Nav (patrimonio netto) al 31 dicembre scorso del fondo Fip, pari a circa 140mila pro quota, le porzioni acquistate dovrebbero essere di poco superiori alle 200 unità. Con i 30 milioni di euro del fondo Fip, è stata così quasi del tutto saturata (16,9%) la fetta di mattone stabilita per l'Inpgi 2. Ma cos'è il Fondo immobili pubblici (Fip appunto)? Creato nel 2004, è «il primo fondo di investimento promosso dalla Repubblica italiana – si legge nel sito web – e si inserisce in un più ampio processo di privatizzazione realizzato dal ministero Economia e Finanze». A gestirlo è la Sgr Investire Immobiliare (Banca Finnat). Le quote del fondo sono state poi collocate tra gli investitori istituzionali. La Sopaf, guidata da Giorgio Magnoni, è stata una delle società che nel 2005 ha partecipato al collocamento: attraverso la controllata lussemburghese Five Stars aveva rilevato 450 «pezzi» del Fip per un controvalore di 57 milioni di euro. Più di recente, però, sempre la Sopaf ha comprato e rivenduto porzioni di Fip: nella trimestrale consolidata al 30 settembre 2008, emerge che sono state acquistate 209 quote per un controvalore di 29 milioni e 215 mila euro. Quote rivendute nello stesso trimestre con una plusvalenza di 881mila euro. I prezzi? Bastano due semplici divisioni: acquistate a circa 140mila euro, le quote sono state rivendute a 144mila euro ciascuna.
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9.2.2012 - Previdenza privata, affaristi a caccia del tesoro da 40 mld. II caso della Ncp, che gestisce soldi di medici e giornalisti. Capitali di Enpam e Inpgi affidati a una società del Lussemburgo dai padroni misteriosi. /di Vittorio Malagutti per Il Fatto Quotidiano/-TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=8338
13.2.2012 - INPGI - Elezioni di fuoco Andrea Camporese incontra i pensionati lombardi. Nicola Borzi chiede lumi sui 90 milioni di euro investiti in sei fondi di private equità. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=8368
14.2.2012 - INPGI - Elezioni di fuoco. Nicola Borzi chiede lumi sui 90 milioni di euro investiti in sei fondi di private equità. Il consulente Daniele Pace sconsigliò gli investimenti. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=8386
15.2.2012 - INPGI - Il direttore generale risponde sui fondi private equity: il rischio connesso agli investimenti è sotto controllo. Informazioni costanti anche ai Ministeri vigilanti e al Parlamento. Fra i consulenti dell’Istituto il prof. Luigi Spaventa. In coda le due note di Nicola Borzi, l’articolo di Vittorio Malagutti, la prima replica della Fondazione sulle operazioni e la controreplica di Nicola Borzi.- TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=8387
17.2.2012 - ANALISI TECNICA. Quell’affare (per chi?) delle quote di FIP vendute tre anni fa all’INPGI - Chi è l’autore della certificazione del valore unitario della quota del fondo FIP (oltre 140mila euro) che presentò l’acquisto di quote FIP da parte di INPGI come “un affare”? Perché, nonostante la stampa economica e internazionale ne avesse parlato diffusamente, nessuno a quanto pare dentro l’INPGI si dedicò a capire come mai, appena poche settimane prima di cedere quote di FIP a INPGI, SOPAF avesse acquistato dal gruppo austriaco quote di FIP per un valore inferiore del 20% a quello pagato dagli austriaci e comunque inferiore di oltre il 33% al prezzo pagato dall’INPGI a SOPAF solo pochi giorni dopo? Nell’acquisto di quote di FIP per 30 milioni, il 19 febbraio 2009, con una delibera firmata dal presidente dell’Istituto, chi ha fatto l’affare: l’INPGI o la SOPAF che avrebbe guadagnato 7,5 milioni su 30 di ricavi? - di Nicola BORZI/Plus24/Il Sole 24 Ore – (IN CODA due articoli di Vitaliano D'Angerio). TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=8399