Milano, 13 maggio 2014. La Fondazione Enasarco ha approvato un regolamento finanziario per sottoporre a rigorosi filtri preventivi le politiche d'investimento, in modo da «riqualificare la gestione degli asset»: lo spiega all'Agi il presidente della Fondazione Brunetto Boco, all'indomani della nuova ondata di polemiche che ha investito alcune altre casse per lo scandalo Sopaf. «La normativa che disciplina la nostra attività é carente», spiega Boco, «con tutte le conseguenti incertezze e difficoltà che si sono manifestate nella diffusione generalizzata di investimenti in prodotti strutturati e simili. Di qui la necessità di autoregolamentazione dal basso». Il regolamento Enasarco prescrive, per ogni investimento, 4 tappe di valutazione: verifica (anche con eventuali advisor) delle opportunità di guadagno;
approfondimento della proposta definitiva d'investimento;decisione finale del CdA; e una serie di «limiti di concentrazioné, in modo da ridurre l'esposizione verso singoli gestori o per specifici prodotti, che troveranno applicazione
per tutte le nuove operazioni, mentre per quelle in essere é
prevista una progressiva riduzione affinché siano ricondotti
appena possibile all'interno di questi limiti. »Confermo
inoltre, per il passato«, aggiunge Boco, »che l'ente ha avviato azione di responsabilità contro i precedenti direttore
generale e finanziario, e anche contro soggetti esterni alla
Fondazione. Non aggiungo altro, c'é un iter giudiziario in corso«. Tra i temi spinosi del recente passato di Enasarco c'é
che, con fondi riconducibili all'ente, il finanziere Raffaele
Mincione abbia partecipato a un tentativo di scalata alla Banca
popolare di Milano, Boco precisa che »Enasarco ha investito, in
passato, in un Fondo che ha successivamente concesso un finanziamento a Time & Life (il gruppo di Mincione, ndr),
rimanendo estranea a questa decisione del Fondo; così come del
tutto estranea é stata ed é rispetto alle decisioni di investimento assunte da Time & Life su Bpm, senza aver mai
avuto alcun interesse o titolo giuridico per influenzare tali
decisioni. La Fondazione, insomma, non é titolare di alcun
diritto ovvero obbligo di acquisto delle azioni Bpm, né tanto
meno di avere interesse alcuno in tal senso. E, del resto,
abbiamo avuto modo di fornire alla Consob tutti i chiarimenti
richiesti«. «Nel complesso, i nuovi investimenti
della Fondazione hanno generato, dall'agosto 2013 - quando sono
stati effettuati i primi acquisti di titoli di Stato italiani
- ad oggi, un total return netto della fiscalità pari al
3,43%, mentre il rendimento del patrimonio complessivo nel 2012 era stato al di sotto dello 0,7%. Ma il lungo processo di
ottimizzazione del patrimonio mobiliare della Fondazione vede il principale fronte di impegno nella ristrutturazione e
rinegoziazione degli investimenti già presenti in portafoglio». Boco difende infine la strategia delle dismissioni
immobiliari in un'ottica di «social housing» che, dice,
«nonostante la gravissima crisi economica e lo stallo del
mercato immobiliare e dei mutui, procede bene, con molti
inquilini che diventano proprietari. A oggi, infatti, sono
circa 6.200 le unità immobiliari vendute, mentre il numero di coloro che hanno accettato la proposta di vendita va oltre i
diecimila». Il Piano Mercurio ha previsto l'istituzione e la gestione di fondi comuni di investimento immobiliare, cui
conferire le unità invendute. Per l'individuazione delle due società di gestione del risparmio (Sgr) alle quali conferire questo tipo di incarico, la Fondazione ha indetto una procedura di gara europea. La gara é stata aggiudicata a Pirelli Sgr (poi divenuta Prelios Sgr) e a Bnp Reim Sgr p.a. (AGI)