Roma, 25 agosto 2014. Renato Brunetta critica "chi condanna senza appello il metodo retributivo", che "non tiene conto del fatto che quando era operante la speranza di vita degli italiani era minore". Con l'allungarsi dell'aspettativa di vita, argomenta l''ex ministro della Pa, il criterio retributivo è stato progressivamente modificato, fino alla legge Fornero, e ne sono seguite molte sentenze della Consulta e della Cassazione sulla non retroattività di quei provvedimenti sulle pensioni già in essere. Il che, a detta di Brunetta, "risponde a un principio di civiltà", perché "non si colpisce chi non ha più tempo di provvedere diversamente alla sua esistenza futura". Per il politico di Forza Italia, inoltre se si accettasse la tesi del ricalcolo delle pensioni attraverso il passaggio dal retributivo al contributivo "ad essere principalmente colpiti non sarebbero i ''ricchi'', ma i poveracci. Quelli cioè delle pensioni di anzianità e non di vecchiaia: andati in quiescenza molto prima degli altri, dopo aver accumulato un ''montante'' del tutto insufficiente per sostenere l'onere complessivo di una pensione - evidentemente più bassa - ma percepita per un numero di anni maggiore". Applicare il ricalcolo solo ai benestanti, per Brunetta, avrebbe solo l''effetto di incidere su "quella classe media già massacrata da una pressione fiscale senza precedenti. Si avrebbero due diversi sistemi di calcolo: vantaggioso per i meno abbienti, punitivo per gli altri". Il tutto "in barba" scrive Brunetta, ai principi costituzionali di eguaglianza e progressività del carico fiscale.(Public Policy) . Brunetta ha illustrato le critiche al Governo Renzi in un  articolo pubblicato oggi sul "Giornale" all'indirizzo http://www.ilgiornale.it/news/politica/quel-balletto-sulle-pensioni-d-mazzata-ripresa-1046506.html