23.12.2014 - Sono stato condannato per diffamazione dalla terza sezione penale della Corte di Appello di Roma a pagare alla parte offesa la somma di 11.654,07 euro, spese legali comprese. Condanna penalmente prescritta, ma le cui conseguenze economiche rimangano con tutto il loro peso. Non voglio entrare in merito alla condanna, che devo rispettare, ma che giudico eccessiva. Le querele per diffamazione sono storia nota a chi, purtroppo, nel corso della sua attività giornalistica ne è rimasto coinvolto, suo malgrado.
Sono a chiedere il vostro aiuto con dignità e senza vergogna, perché possiate aiutarmi. Anche con l’invio di un euro perché altrimenti non saprei come fare a pagare considerando che sono legato già da altre condanne a seguito del fallimento della società dove ho lavorato sino al 2010. Chiedo aiuto: non sono nelle condizioni né di pagare né di accedere a qualsiasi forma di credito.
Ho lavorato a Il Nuovo Molise, quotidiano facente capo al gruppo editoriale del dominus Giuseppe Ciarrapico, fin dal suo primo numero avvenuto nel 1996. Con il fallimento del 2010 mi sono cadute sulle spalle diverse querele, stessa sorte ad altri colleghi, gran parte delle quali senza avere responsabilità diretta. E’ venuta meno la tutela legale che avrebbe dovuto garantirmi la società.
L’ultima condanna per la quale chiedo aiuto è il risultato di una serie di assurde circostanze. Processo che avrebbe potuto avere una migliore sorte se fossi stato difeso adeguatamente nei tempi e nei modi giusti. Sinora ho potuto far fronte alle varie spese con quel poco che avevo da parte – sono sempre stato monoreddito – e con l’accensione di un prestito, che sto pagando con sacrificio, mese dopo mese.
Per le spese legali ho potuto valermi in parte della professionalità e dell’amicizia di alcuni avvocati (Pierpaolo Andreoni, Luigi Di Penta e Gianni Perrotta), che generosamente si sono messi a disposizione, potendo attenuare in parte l’effetto devastante delle spese processuali con relative trasferte.
Nella travagliata esperienza de Il Nuovo Molise, cosa che farà sorridere magari qualche collega, ho persino dovuto ripagare per la seconda volta la macchina perché l’azienda mi aveva trattenuto la quota di prestito sottoscritto con l’Inpgi non avendo provveduto a versare le rate. Così come nessun versamento per la pensione integrativa nonostante la trattenuta delle quote dirette e nemmeno un cent della quota aziendale prevista per legge!
Per chi vorrà aiutarmi può farlo direttamente alla mia residenza in via san Michele 14 66054 VASTO – oppure utilizzando il conto corrente IT 04 F 03599 01899 050338500615.
Renderò conto dell’aiuto ricevuto.
Grazie, sono fiducioso: non certo che non sarò lasciato solo.
Pino Cavuoti
pinocavuoti@gmail.com