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Inpgi, Unità sindacale: “Si costituisca parte civile contro i Magnoni”. Interpellato dal Fatto.it Franco Siddi, segretario generale della Fnsi e in quanto tale consigliere della cassa di previdenza dei giornalisti, spiega che il tema non è stato discusso, ma che durante la riunione è stata posta una domanda sulla questione: "Quando arriveranno gli atti l'Inpgi si costituirà parte civile". (IN CODA la versione integrale del documento di “Unità sindacale”).

di F. Q.|23.12.2014


La richiesta è chiara: “L’Inpgi si costituisca parte civile nel processo contro i Magnoni”. Unità sindacale chiede “per quale motivo, di fronte a una truffa che secondo gli inquirenti è accertata e per la quale l’Inpgi è parte lesa, il Consiglio di amministrazione del nostro Istituto di previdenza non abbia ancora ritenuto di deliberare la costituzione di parte civile al processo. Una mossa che permetterebbe, in caso di condanna, di avere un pronunciamento molto veloce e certo sulla richiesta di danni e, in ogni caso, di accedere da subito a tutte le carte del procedimento penale a carico degli imputati. Una decisione che apparirebbe naturale e logica in qualsiasi organizzazione. E che sarebbe di tutela reale degli iscritti”.


Secondo la corrente sindacale nell’ultima riunione del Cda dell’Inpgi si è discusso “dell’ipotesi di procedere con una causa civile solo nel caso di richiesta di patteggiamento da parte degli imputati. Insomma: se i Magnoni si dichiareranno colpevoli, e solo allora, il cda si convincerà che l’Istituto è stato davvero truffato e chiederà i danni. Ma dovendo procedere, appunto, con una nuova, lunga e incerta causa civile. Fino ad allora, le bocce resteranno ferme”.


Interpellato dal Fatto.it Franco Siddi, segretario generale della Fnsi e in quanto tale consigliere Inpgi, spiega che il tema non è stato discusso, ma che durante la riunione è stata posta una domanda sulla questione: “Quando arriveranno gli atti (la notifica da parte della Procura di Milano che identifica l’istituto come parte lesa, ndr) l’Inpgi si costituirà parte civile”. Nell’inchiesta è indagato il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese e allo stato la Procura di Milano non ha chiuso le indagini relative alla truffa e di conseguenza l’Istituto avrà tempo fino alla prima eventuale udienza per decidere di entrare nel processo ed eventualmente chiedere un risarcimento danni.


Per il pm Gaetano Ruta Camporese ha aiutato la Sopaf, la società dei Magnoni, a incassare 7,6 milioni di euro perché le quote Fip (fondo immobili pubblici), pagate dall’ente di previdenza 140mila euro l’una, in realtà ne valevano 100mila. Camporese, che secondo quanto accertato dal pm, era stato ufficialmente messo in guardia dai suoi stessi uomini interni, si è difeso sostenendo che non c’è stato “accordo occulto o sotterfugio”.


Intanto per il filone principale dell’inchiesta, quello che riguarda la bancarotta Sopaf, il giudice per le indagini preliminari dei Milano Alessandro Sant’Angelo ha respinto la richiesta di patteggiamento di Giorgio e Luca Magnoni, rispettivamente a 3 anni e 10 mesi e 2 anni e 10 mesi, ritenendo la pena incongrua. Di consegna è stato emesso un decreto di giudizio immediato e gli imputati sono stati rinviati a giudizio davanti ai giudici della I sezione penale del Tribunale di Milano. (IN http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/23/inpgi-unita-sindacale-si-costituisca-parte-civile-nel-processo-contro-i-magnoni/1293753/)



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COMUNICATO UNITÀ SINDACALE - IL CDA DELL'INPGI SI COSTITUISCA PARTE CIVILE NEL PROCESSO CONTRO I MAGNONI A TUTELA DEL PATRIMONIO DELLA CASSA. ALTRIMENTI, FACCIAMOLO NOI!


23.12.2014. La prima udienza è stata fissata per l'8 gennaio 2015: quel giovedì mattino si darà il via al processo con rito immediato per Giorgio e Luca Magnoni, padre e figlio a capo della finanziaria Sopaf, nel procedimento per truffa ai danni di alcuni istituti di previdenza, tra i quali l'Inpgi di noi giornalisti (in particolare la gestione separata, l'Inpgi 2, a cui sono iscritti collaboratori e freelance) per una somma pari a 7,6 milioni di euro. Il rito immediato è stato chiesto dagli inquirenti, e in genere viene proposto quando la Procura ha la convinzione di aver raggiunto la prova del reato.


Non è un caso, dunque, se i Magnoni - come hanno fatto sapere i loro avvocati - stiano pensando di ricorrere al patteggiamento, cioè alla richiesta di una condanna più lieve evitando soprattutto la "discovery" del dibattimento.


Questa è la premessa, molto chiara. Quello che è meno comprensibile è per quale motivo, di fronte a una truffa che secondo gli inquirenti è accertata e per la quale l'Inpgi è parte lesa, il Consiglio di amministrazione del nostro Istituto di previdenza non abbia ancora ritenuto di deliberare la costituzione di parte civile al processo. Una mossa che permetterebbe, in caso di condanna, di avere un pronunciamento molto veloce e certo sulla richiesta di danni e, in ogni caso, di accedere da subito a tutte le carte del procedimento penale a carico degli imputati. Una decisione che apparirebbe naturale e logica in qualsiasi organizzazione. E che sarebbe di tutela reale degli iscritti.


Non esiste una comunicazione ufficiale, in verità. Ma le notizie che arrivano dall'ultima riunione del cda dell'Inpgi narrano dell'ipotesi di procedere con una causa civile solo nel caso di richiesta di patteggiamento da parte degli imputati. Insomma: se i Magnoni si dichiareranno colpevoli, e solo allora, il cda si convincerà che l'Istituto è stato davvero truffato e chiederà i danni. Ma dovendo procedere, appunto, con una nuova, lunga e incerta causa civile. Fino ad allora, le bocce resteranno ferme.


Noi di Unità Sindacale crediamo sia un errore sorprendente, nella migliore delle interpretazioni possibili. E chiediamo al cda dell'Inpgi - che tra i suoi componenti ha giornalisti (la maggioranza), rappresentanti degli editori e del Governo, e pure il segretario generale della Fnsi, il nostro sindacato - di rivedere questa decisione e dichiarare prima di fine anno che si costituirà parte civile entro il termine ultimo dell'8 gennaio. Il punto non è semplicemente ritenersi o meno danneggiati, ma tutelare in ogni modo e con qualsiasi mezzo i giornalisti coinvolti. Che sono appunto gli oltre 38 mila iscritti all'Inpgi 2. Colleghe e colleghi che godono già di trattamenti previdenziali, assistenziali e di altre prestazioni inferiori rispetto ai giornalisti che hanno l'Inpgi 1 (la gestione sostitutiva dell'Inps, per intenderci). E per i quali un danno di 7,6 milioni rappresenta una perdita davvero importante. I tempi in cui il danno verrà recuperato non è un elemento secondario, su cui anche la Corte dei Conti, che vigila sulla stabilità finanziaria e l'andamento economico dell'Inpgi, potrebbe avere qualcosa da dire. Proprio alla procura della Corte dei Conti, del resto, chiunque tra gli iscritti potrebbe legittimamente decidere di mandare una segnalazione.


Esiste però un'altra possibilità. Se il cda dell'Inpgi (in cui tra i giornalisti, è il caso di ricordarlo, siede una sola freelance accanto a colleghi dipendenti e pensionati, al netto del rappresentante della gestione separata) dovesse perseverare nella decisione attendista (che ha tempi lunghi), ogni iscritto all'Inpgi 2 potrebbe provare a costituirsi "in proprio" parte civile, in quanto portatore di un interesse legittimo a ottenere il riconoscimento del danno. Una possibilità che è già stata verificata con avvocati.


I colleghi di Unità Sindacale freelance o comunque iscritti alla gestione separata sono pronti a farlo. E se riusciamo a raccogliere in tempi rapidi la disponibilità di altri giornalisti di tutta Italia, la forza dell'azione sarà ancora più importante come le somme che potremo recuperare. In anticipo rispetto all'eventuale azione civile del cda dell'Inpgi. E a vantaggio di tutti.


Per informazioni e per inviare le adesioni, inviate una mail a: unita.sindacato@gmail.com


UNITÀ SINDACALE (NE È LEADER DANIELA STIGLIANO, VICESEGRETARIO DELLA FNSI, ndr).


Milano, 23 dicembre 2014 - Unità Sindacale è la sigla con cui un gruppo di giornaliste e giornalisti, di esperienze e provenienze differenti, si sono presentati alle ultime elezioni per Congresso Fnsi e Lombarda, convinti che il valore fondante e sempre attuale del nostro Sindacato sia appunto l'unità e il superamento dei vecchi schieramenti ideologici. Le liste di Unità Sindacale hanno ottenuto l'elezione di otto delegati al XXVII Congresso Fnsi che si terrà a Chianciano a fine gennaio 2015 e di tre consiglieri dell'Associazione lombarda dei giornalisti.



 



 



 



 



 



 






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