MILANO, 8 gennaio 2015. La prima sezione penale del Tribunale ha deciso di rinviare al 12 marzo l’udienza relativa al giudizio immediato per Giorgio Magnoni e il figlio Luca, personaggi chiave della Sopaf (holding di partecipazione finanziaria) e delle società controllate al centro di una clamorosa inchiesta giudiziaria. Giorgio Magnoni in particolare è accusato di molteplici reati (associazione per delinquere aggravata, bancarotta fraudolenta, truffa aggravata, frode fiscale, appropriazione indebita, trasferimento fraudolento di valori finalizzato ad agevolare il riciclaggio, avvalendosi di “gruppi criminali organizzati in più di uno Stato”). Giorgio Magnoni è accusato anche di truffa aggravata ai danni di Inpgi (per 7,6 milioni) ed Enpam (per 20 milioni) nonché di corruzione aggravata nei riguardi del presidente della Cassa ragionieri (frattanto Paolo Saltarelli l’11 novembre 2014 è finito in carcere nell’ambito di un procedimento collaterale che vede la Cassa ragionieri truffata per 52 milioni - in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16057).
Il tribunale, accogliendo la richiesta del Pm Gaetano Ruta, farà notificare il decreto di giudizio immediato (pubblicato in allegato e che è possibile scaricare) ai tre Istituti previdenziali perché si possano costituire parti civili. Il decreto di giudizio immediato, come ha affermato la Cassazione, è divulgabile in quanto atto preliminare di un processo (che è pubblico). Giorgio Magnoni e il figlio Luca il 12 marzo chiederanno il patteggiamento, istanza in passato respinta dal Gup, su conforme parere del Pm, per la non congruità della pena proposta. Il Pm Ruta non si opporrà se la pena prospettata sarà ritenuta coerente con la gravità delle accuse mosse dal suo ufficio a padre e figlio. Il patteggiamento (“l'applicazione della pena su richiesta delle parti”) non ha natura di sentenza di condanna (si legga in http://www.studiolegalegallo.it/patteggiamento.html).
In una tranche dell'inchiesta sulla Sopaf è indagato anche il presidente dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi), Andrea Camporese, che ha sempre respinto le accuse, dicendosi estraneo ai fatti oggetto dell’inchiesta (in http://www.inpgi.it/?q=node/1301 e in http://www.inpgi.it/?q=node/1310). L’Inpgi ha acquistato da Sopaf 224 quote di Fip (Fondo immobili pubblici) versando 30 milioni di euro (l’operazione ha già reso all’Istituto circa 10 milioni di euro). Sopaf, questa è l’accusa, ha realizzato “una plusvalenza - rappresentata dalla differenza tra prezzo di acquisto da ‘Immowest Promotus Holding Gmbh’ (con sede a Vienna, ndr) e rivendita a Inpgi - pari a euro 7.600.000”. “Sopaf non era titolare delle quote Fip – si legge nel decreto – mentre la società agiva da intermediario tra venditore ed acquirente”. Sopaf non aveva, scrive il Pm, “le risorse finanziarie per acquistare le quote di Fip”. Il 3 marzo 2009 Sopaf “incassava da Inpgi 30 milioni di euro per l’acquisto di 224 quote di FIP e a sua volta utilizzava tali risorse per eseguire il pagamento a favore di ‘Immowest Promotus Holding Gmbh’ a titolo di acquisto delle quote di FIP”. “L’operazione di trasferimento delle quote si perfezionava” il 12 marzo successivo “con il passaggio della titolarità delle 224 quote di Fip a favore di Inpgi”. Camporese, “con propria delibera”, il 19 febbraio 2009 “aveva disposto l’acquisto di 224 quote di Fip del valore unitario di euro 140.077 al prezzo complessivo di 30 milioni di euro, utilizzando fondi in disponibilità della gestione separata Inpgi”. Questa delibera è stata “ratificata” dal CdA dell’Inpgi in data 7 aprile 2009. Al CdA, scrive il Pm, lo stesso Camporese, “utilizzando artifici e raggiri”, aveva “rappresentato falsamente” Sopaf come “titolare delle quote di Fip”.
Lo scandalo Sopaf è esploso il 9 maggio 2014, quando furono arrestate 7 persone (su 19 indagati). I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, alla truffa aggravata, all’appropriazione indebita, alla frode fiscale e al riciclaggio, avvalendosi di complici criminali esteri. Truffati, come riferito, anche tre istituti di previdenza per un totale di 79,6 milioni (52 mln la Cassa ragionieri, 20 mln l’Enpam e 7.6 mln l’Inpgi). Scattarono diverse acquisizioni di documenti da parte della GdF negli uffici dei presidenti degli enti e furono sequestrati 60 immobili (la maggior parte nel centro di Milano) e bloccati oltre 300 rapporti bancari in varie parti d'Italia per un valore complessivo che si stima vicino ai 185 milioni di euro. L’Inpgi emise un comunicato in cui si poteva leggere che “L’Ente ha assunto il ruolo di soggetto terzo, totalmente estraneo ai fatti, risalenti al febbraio 2009, oggetto di accertamento” (in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=14655 e in http://www.inpgi.it/?q=node/1232). Risale al 2 dicembre 2014 la decisione del gip Donatella Banci Bonamici di accogliere la richiesta di giudizio immediato avanzata dal pm Ruta per Giorgio Magnoni e il figlio Luca.
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.14.11.2015 - . SOPAF/INPGI. IL Fattoquotidiano svela un retroscena non smentito. Scrive il giornale: “Ma quale sarebbe stato il vantaggio di Camporese in questo pasticciaccio? Nessuno all’apparenza. Certo è che il suo nome compare nel comitato consultivo di Adenium, controllata al 100% da Sopaf, con una retribuzione di 25mila euro all’anno per due anni. Nulla di penalmente rilevante, naturalmente ma che palesa come minino un conflitto di interessi”. - di G. Scacciavillani e G. Trinchella/www.ilfattoquotidiano.it – 14.11.2014- TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16090
.14.11.2014 -.VICENDA SOPAF - Il presidente dell’Inpgi indagato per truffa ai danni Istituto. Dalla Gdf la notifica di un'informazione di garanzia (con contestuale avviso al difensore) sulle operazioni immobiliari. L’accusa: Andrea Camporese avrebbe consentito alla Sopaf di realizzare un ingiusto profitto in danno dell'Inpgi, per 7.600.000 euro, attraverso operazioni di trasferimento di quote di Fip (Fondo Immobili Pubblici). Pm Gaetano Ruta: “Camporese aveva rapporti molto stretti con i vertici di Sopaf”. Camporese: “Nessun accordo occulto, assoluta correttezza. Gli inquirenti non hanno mai neppure ipotizzato che io abbia potuto trarre un vantaggio personale dall’operazione”. Il presidente rivendica l’estraneità alle accuse. - IN CODA gli articoli pubblicati da maggio ad oggi. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16086
.1.12.2014-.VICENDA SOPAF. Premessa/Le operazioni sono due: nel marzo 2009 l’Inpgi/2 ha acquistato per 30 milioni di euro da Sopaf n. 225 quote Fip (di cui 1 in regalo), mentre nell’autunno 2010 l'Inpgi/1 ha investito 16 milioni di euro in un fondo di fondi di Private Equity "Sopaf Global Private Equity Fund (ora "Adenium Global Private Equity"). COMUNICATO INPGI: il presidente INPGI Andrea Camporese ha fatto parte del Comitato tecnico consultivo del Fondo “Adenium Global Private Equity” (controllato da Sopaf), assumendone la carica di presidente nel 2012 e 2013. La sua partecipazione è avvenuta “proprio ed esclusivamente in virtù dell’acquisto delle quote del Fondo Adenium da parte dell’Istituto”. Per quanto riguarda il compenso, il Presidente Camporese “ha dichiarato che lo stesso (50 mila euro in due anni,ndr) è devoluto in opere di beneficenza”. Su 14 fondi dei quali l’Inpgi è titolare di quote, Camporese ha preso parte ai Comitati tecnici consultivi “in quattro casi, designando in altri dieci casi dirigenti e funzionari dell’Istituto”. (Su tali incarichi, però, non vi è stata mai alcuna comunicazione al CdA e al collegio sindacale dell’Inpgi ex art. 2391 del Codice civile). – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16237