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Stampa

Libertà di stampa, Italia al 73° posto, 24 passi indietro in un anno. “La situazione dei giornalisti è peggiorata drammaticamente in Italia nel 2014 – si legge sul sito di Reporter senza frontiere – con una grande ondata di attacchi ai loro beni, in particolare le automobili: nel corso dei primi 10 mesi del 2014 sono stati segnalati in totale 43 casi di aggressione fisica e 7 casi di attacchi incendiari sulle case e automobili”. Alberto Spampinato (Ossigeno): “Gli altri paesi europei che oggi guardano l’Italia come un caso atipico, esecrabile, quando cominceranno a farsi le analisi a cui Ossigeno ha sottoposto l’Italia? Speriamo presto, perché le malattie contagiose non si possono curare in un paese solo”.


13.2.2015 - La libertà di stampa nel mondo ha subito nel 2014 una “regressione brutale”: questa la disarmante conclusione del consueto studio condotto da Reporters sans frontières. Nei due terzi dei 180 paesi monitorati da Rsf – si legge nel rapporto pubblicato oggi – si registra un calo della libertà. E in Italia va sempre peggio. “La situazione dei giornalisti è peggiorata drammaticamente in Italia nel 2014 – si legge sul sito di Reporter senza frontiere – con una grande ondata di attacchi ai loro beni, in particolare le automobili: nel corso dei primi 10 mesi del 2014 sono stati segnalati in totale 43 casi di aggressione fisica e 7 casi di attacchi incendiari sulle case e automobili”. “Sono aumentati anche i casi di accuse ingiustificate di diffamazione – prosegue la nota – saliti dagli 84 del 2013 ai 129 dei primi dieci mesi del 2014. La maggior parte di queste cause è stata intentata da personaggi pubblici che sono stati eletti nel Paese e ciò costituisce una forma di censura“. Tutto questo ha fatto sì che l’Italia precipitasse nel ranking dei 180 Paesi monitorati dallo studio dalla già poco lusinghiera 49esima posizione al 73esimo posto, perdendo 24 posizioni.  In coda alla classifica si trovano la Siria, al 177° posto, dopo la Cina (176), prima del Turkmenistan (178), della Corea del Nord (179) e dell’Eritrea che è all’ultimo posto nel mondo per la libertà di stampa.  Chi fosse interessato trova sul sito di Reporter senza frontiere sia il report completo che il dettaglio della situazione italiana. (In https://assostamparegionali.wordpress.com/2015/02/12/liberta-di-stampa-lorusso-la-fnsi-sapra-farsi-sentire/)


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Libertà di stampa. RSF. Perché l’Italia fa 24 passi indietro in un anno. Dichiarazione di Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno per l’Informazione, -  13.2.2015 - Un anno fa Reporters Sans Frontieres era stato indotto in errore e aveva segnalato un sorprendente miglioramento dello stato di salute della libera informazione in Italia. Ci fa piacere che quest’anno abbia corretto l’errore e si sia basato sui dati e sulle analisi di Ossigeno per l’Informazione. Non ci fa piacere vedere che l’Italia in un solo anno ha perso 24 posizioni nella classifica della libertà di stampa in 180 paesi, non ci fa piacere, ma è giusto: quando ci si misura la febbre è bene sapere veramente quanto è alta. Ingannare il termometro serve a fare bella figura, ma non a curarsi e a guarire. Lo stato di salute del nostro paese riguardo alla libertà di stampa è molto precario e non solo per il conflitto d’interessi e la concentrazione delle testate, dobbiamo cominciare ad ammetterlo. La diffusione delle minacce, delle intimidazioni, l’abuso delle querele per diffamazione a scopo intimidatorio, le aggressioni sono purtroppo all’ordine del giorno. I giornali non ne parlano, la politica non se ne occupa, ma i giornalisti sono defraudati di molte notizie importanti e il nostro piccolo osservatorio segnala più di un grave episodio al giorno. Fino a quando si potrà continuare a fingere di non vedere questa malattia che si espande? Gli altri paesi europei che oggi guardano l’Italia come un caso atipico, esecrabile, quando cominceranno a farsi le analisi a cui Ossigeno ha sottoposto l’Italia? Speriamo presto, perché le malattie contagiose non si possono curare in un paese solo. (Ossigeno)


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RAPPORTO RSF 2015: IN ITALIA SEMPRE MENO LIBERTÀ DI STAMPA.  Nella classifica annuale di Reporter Sans Frontières passo indietro di 24 posizioni, a causa delle minacce ai giornalisti e dei procedimenti per diffamazione - 13.2.2015 - L’Italia scivola dal 49.mo al 73.mo posto sui 180 paesi presi in considerazione nella classifica della libertà di stampa elaborata annualmente da Reporters sans Frontières. L’organizzazione non governativa, che monitora lo stato di salute dell’informazione del mondo, retrocede il nostro Paese di 24 posizioni rispetto allo scorso anno, basandosi sui dati aggiornati del 2014 forniti da Ossigeno per l’Informazione. Le numerose intimidazioni subite dai giornalisti, in particolare gli attacchi da parte della criminalità organizzata, e il moltiplicarsi delle querele e dei procedimenti giudiziari per diffamazione, molti dei quali promossi da esponenti politici, sono fra i fattori che hanno motivato la decisione.



NEL MONDO – La classifica si basa su sette indicatori: livello di abusi, pluralismo, indipendenza dei media, autocensura, quadro giuridico, trasparenza e infrastrutture.Il deterioramento della libertà di informazione è un fenomeno globale: a peggiorare infatti rispetto allo scorso anno sono ben due terzi dei 180 Paesi presi in considerazione. Le motivazioni sono diverse: l’azione di gruppi islamisti radicali, le guerre, le violenze compiute durante le manifestazioni, la crisi economica. In fondo alla graduatoria (in nero nella cartina di Rsf) ci sono Cina, Siria, Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea. Al primo posto invece, fra i paesi in cui la libertà di stampa è più piena, c’è – per il quinto anno consecutivo – la Finlandia, seguita da Norvegia e Danimarca. In ottime posizioni, fra gli altri, Germania e Canada. Le cose vanno meno bene (colore giallo) negli Stati Uniti, in Australia e in diversi stati europei (fra cui Regno Unito, Francia, Spagna) ed ancora peggio va nell’America del Sud e nei Balcani (colore arancione, lo stesso dell’Italia). Poi ci sono i Paesi in rosso: gran parte di Asia, Africa ed America centrale.



IN EUROPA – “L’interferenza sui media da parte dei governi è una realtà in molti Paesi dell’Unione europea”, si legge nel rapporto: ciò a causa della concentrazione della proprietà dei mezzi di informazione nelle mani di pochi e dell’assenza di trasparenza sulle proprietà editoriali, oltre al fatto che “la Ue non ha regole sulla distribuzione degli aiuti di Stato ai media”. Nel continente, il paese nella posizione peggiore è la Bulgaria (106.esima posizione).



L’ITALIA – Il nostro Paese condivide la sua posizione con il Nicaragua. Il Rapporto Rsf cita Ossigeno ricordando che dodici giornalisti italiani vivono sotto scorta: è questo uno dei fattori ad aver decretato la retrocessione nella classifica internazionale del nostro Paese. Ma “la battaglia per libertà di informazione in Italia si gioca anche nei tribunali”, scrive l’ong, ricordando le querele pretestuose- molte provenienti da personaggi politici – e i casi di diffamazione. Poi ci sono le aggressioni fisiche e i danneggiamenti ad automobili ed abitazioni.



COMMENTI – L’anno scorso l’Italia era stata inserita al 49° posto (era al 57° nel 2013): in quell’occasione “Reporters Sans Frontières era stato indotto in errore. Ci fa piacere che quest’anno abbia corretto l’errore e si sia basata sui dati e sulle analisi di Ossigeno per l’Informazione”, ha dichiarato il direttore dell’Osservatorio, Alberto Spampinato. Il fatto che il nostro Paese sia stato retrocesso, ha aggiunto, “non ci fa piacere, ma è giusto: quando ci si misura la febbre è bene sapere veramente quanto è alta. Ingannare il termometro serve a fare bella figura, ma non a curarsi e a guarire. Lo stato di salute del nostro paese riguardo alla libertà di stampa è molto precario e non solo per il conflitto d’interessi e la concentrazione delle testate e il controllo politico dell’informazione televisiva pubblica. Dobbiamo cominciare ad ammetterlo. La diffusione delle minacce, delle intimidazioni, l’abuso delle querele per diffamazione a scopo intimidatorio, le aggressioni sono purtroppo all’ordine del giorno. I giornali non ne parlano, la politica non se ne occupa, ma i cittadini sono defraudati di molte notizie importanti e il nostro piccolo osservatorio segnala più di un grave episodio al giorno. Fino a quando si potrà continuare a fingere di non vedere questa malattia che si espande? Gli altri paesi europei, che oggi guardano l’Italia come un caso atipico, esecrabile, quando cominceranno a farsi le analisi a cui Ossigeno ha sottoposto l’Italia? Speriamo presto, perché le malattie contagiose non si possono curare in un paese solo”. L’incapacità di fornire risposte efficaci alle criticità e l’aumento esponenziale delle querele e delle azioni temerarie di risarcimento con evidenti finalità intimidatorie sono questioni che “la proposta di legge con la quale si vorrebbe cancellare il carcere per i giornalisti non affronta, anzi rischia di aggravare”, ha commento il segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso. Il rapporto di RSF, ha aggiunto, “dovrebbe far riflettere il Parlamento italiano, spingendolo a mettere da parte qualsiasi voglia di rivalsa nei confronti dei giornalisti e a lavorare per l’approvazione di norme a tutela della libertà, dell’autonomia e del pluralismo dell’informazione”.



MF - Per informazioni segreteria@ossigenoinformazione.it



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IN http://notiziario.ossigeno.info/2015/02/rapporto-rsf-2015-in-italia-sempre-meno-liberta-di-stampa-54097/



 



 



 



 



 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 





 



 






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