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EX FISSA: DALLA LIQUIDAZIONE DEL FONDO AI PAGAMENTI A RATE, UN VADEMECUM PER TUTTI. UNA GUIDA COMPLETA CON LA CASISTICA. LO STUDIO INTERESSA GIORNALISTI GIOVANI E MENO GIOVANI. IL PRESTITO INPGI DI 12 MILIONI DI EURO.

di Pierluigi Franz e Alessandra Spitz *
www.puntoeacapo.org – 26.2.2015


Molti colleghi ci hanno segnalato di avere un quadro molto confuso sulla vicenda della ex Fissa: si tratta sia di pensionati che attendono di incassarla, sia di colleghi, giovani e meno giovani, che sono in attività. Con la formula delle FAQ vi forniamo un piccolo Baedeker che cerca di rispondere alle domande più' diffuse. 


COSA E' LA EX FISSA FIEG-FNSI? - E' un Fondo creato presso l’INPGI 1 da FIEG e FNSI - con un accordo sottoscritto nel 1985 (poi modificato nel 1994) - con lo scopo di creare una forma autonoma di prestazioni integrative previdenziali per i giornalisti professionisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato (artt. 1, 2 e 12 del Contratto nazionale di lavoro c.n.l.g). Il Fondo veniva finanziato con un versamento da parte degli editori con un contributo mensile dell'1,5% sulle retribuzioni corrisposte ai giornalisti interessati.


Con l'ultimo rinnovo del contratto nel 2014, però, molte cose sono, purtroppo, cambiate.


QUALI ERANO I REQUISITI PER INCASSARLA? - Avevano diritto ad ottenere il pagamento dell’ex fissa i giornalisti professionisti che rientravano in questi casi:


1) Risoluzione del rapporto di lavoro ai sensi dell’art. 33 del c.n.l.g., primo comma (60 anni di età e almeno 3 anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda), terzo comma (65 anni di età) e quarto comma (nei casi di crisi aziendale ai sensi della legge n. 416/1981, con 35 anni di anzianità contributiva previdenziale e 60 anni di età nel 2011 e 2012, 61 anni nel 2013 e 62 anni dal 2014);


2) Dimissioni dopo almeno quindici anni di servizio presso la stessa azienda;


3) Dimissioni dopo almeno dieci anni di servizio presso la stessa azienda avendo superato il 55° anno di età;


4) Risoluzione del rapporto di lavoro per decesso dell’iscritto quando sussista il diritto alla pensione per i superstiti previsti dal Regolamento dell’I.N.P.G.I. 1.


PERCHE' E' STATA MODIFICATA CON L' ULTIMO CONTRATTO DEL 2014? - Perché negli ultimi anni, con l'esplosione incontrollata dei prepensionamenti legati agli stati di crisi, il Fondo era rimasto senza liquidità, tanto che si è creato un esercito di colleghi a maturare il diritto (circa 1.200), e che a partire dal febbraio 2010 sono in attesa di ricevere il pagamento in un’apposita graduatoria.


L'INPGI 1, che ha solo il compito di svolgere da ufficiale pagatore, non poteva far altro che pagare ogni mese, in base alla graduatoria in ordine cronologico a seconda dell’anzianità della domanda, pochi colleghi alla volta, solo grazie alla scarsa liquidità che entrava in cassa (circa 1 milione di euro al mese).


Ma, invece, di pretendere dalla FIEG l'aumento della contribuzione per finanziare il fondo Ex Fissa, la FNSI è stata colpevolmente a guardare e ad aspettare che il fondo fallisse.


Il debito complessivo ammonta ora a circa 140/150 milioni di euro. In questa somma sono compresi circa 25 milioni di euro per i cosiddetti “accantonamenti”, cioè importi dovuti per l’Ex Fissa in base a pregressi rapporti di lavoro.


Di fronte a questa situazione e su pressione dei colleghi, FIEG e FNSI hanno siglato un primo accordo il 24 giugno 2014 e un secondo accordo il 31 luglio 2014 che punta a sanare il pregresso e che mette formalmente in liquidazione l'istituto contrattuale.


COME E' STATA MODIFICATA? - L'accordo - che non a caso parla di gestione transitoria - lascia invariati i diritti di chi ha già richiesto la Ex Fissa e di chi ha già maturato il diritto all'accantonamento ed essere già andato in pensione entro il 31 luglio 2014.


Per questi giornalisti resta, in pratica, confermato interamente il loro credito per la Ex Fissa, calcolato in base alle vecchie tabelle (pubblicate sul sito INPGI alla voce Ex Fissa), maggiorato del 5% di interesse lordo l’anno dalla data della domanda iniziale fino al 31 luglio 2014 e del 2% l’anno dal 1° agosto 2014 fino al giorno del pagamento.


Rispetto al passato, però, essi non potranno più incassare l’intera somma, ma solo un primo acconto di 10.000 euro lordi (pari a circa 6.500 euro netti) entro Pasqua 2015 e la differenza rateizzata indicativamente nell’arco di 12 anni.


A coloro che invece alla data del 31 dicembre 2014 hanno maturato almeno 15 anni di anzianità aziendale sarà pagata al momento di andare in pensione una Ex Fissa calcolata sulla media retributiva degli ultimi 15 anni e con un tetto massimo di 65 mila euro da erogare sempre a rate, ma indicativamente nell’arco di 15 anni.


A coloro che invece alla data del 1° agosto 2014 hanno maturato almeno 10 anni - e non più di 15 - di anzianità aziendale sarà pagata al momento di andare in pensione una Ex Fissa così calcolata:


a)      10 mila euro per chi abbia un’anzianità aziendale di almeno 14 anni;


b)      8 mila euro per chi abbia un’anzianità aziendale di almeno 13 anni;


c)      6 mila euro per chi abbia un’anzianità aziendale di almeno 12 anni;


d)     4 mila euro per chi abbia un’anzianità aziendale di almeno 11 anni;


e)      2 mila euro per chi abbia un’anzianità aziendale di almeno 10 anni.


A coloro che invece alla data del 1° agosto 2014 non hanno maturato almeno 10 anni di anzianità aziendale o che fossero stati assunti dopo tale data non sarà più riconosciuto il pagamento dell’EX FISSA, ma solo un contributo aggiuntivo dello 0,25% della retribuzione mensile da versare al Fondo pensione complementare dei giornalisti italiani (dal 2026 sarà elevato allo 0,50%).


COME VERRA' PAGATA A CHI NE HA DIRITTO? - Verrà pagata grazie ad un prestito di 12 milioni di euro che l'INPGI ha concesso agli editori e che é stato il presupposto implicito dell'accordo tra FIEG E FNSI.


Solo nei giorni scorsi i ministeri vigilanti hanno definitivamente approvato la delibera del Cda dell'INPGI 1 con cui si prestavano alla FIEG 12 milioni di euro per sbloccare i pagamenti del Fondo Ex Fissa. Ma i ministeri hanno dato il via libera a condizione che nella delibera del Cda ci fosse scritto che, appunto, il Fondo era in liquidazione e che quel prestito altro non è che un investimento finanziario cui sarà riconosciuto un tasso di interesse del 4,60% netto.


Il via libera comporta che entro Pasqua 2015 sarà versato ai circa 1.200 giornalisti pensionati in attesa dell'Ex Fissa un anticipo di 10.000 euro lordi (cioè 6.500 euro netti circa, perché l'importo é soggetto alla tassazione separata di circa il 35%) per un totale erogato di 12 milioni di euro corrispondente, appunto, al prestito concesso dall’INPGI 1 alla FIEG.


Il capitale residuo dovuto ai 1.200 giornalisti sarà rateizzato secondo un piano di ammortamento - che partirà entro il 2015 e avrà indicativamente una durata media di 12 anni - stilato sulla base di elementi quali: anzianità di iscrizione al fondo, ammontare della prestazione e età del giornalista.


Entro novembre 2015 sarà erogata in una sola rata annuale la prima tranche della Ex Fissa. La scelta di preferire il pagamento unico annuale deriva dalla necessità di creare una adeguata e progressiva riserva del fondo e soprattutto dalla possibilità di applicare la tassazione separata senza osservazioni negative da parte dell'Agenzia delle Entrate.


Al momento non è stato ancora chiarito dall’INPGI 1 se saranno inclusi nell'acconto i giornalisti andati in pensione dopo il 31 luglio 2014 che abbiano maturato almeno 10 anni di anzianità aziendale.


COSA SUCCEDE IN CASO DI MORTE DEL GIORNALISTA IN ATTESA DEL PAGAMENTO EX FISSA.  - In caso di decesso del giornalista prima di aver incassato l'Ex Fissa la sua posizione é riscattata dai suoi eredi o dai diversi beneficiari (persone fisiche, enti o società) da lui indicati nel testamento, ferma restando la naturale tempistica di liquidazione della prestazione. In mancanza di eredi o di designati i soldi dell'Ex Fissa non saranno pagati, ma resteranno acquisiti alla Gestione del Fondo.


COME AVERE INFORMAZIONI SULLA PROPRIA SITUAZIONE? - L' l'istituto di previdenza dei giornalisti, in quanto gestore contabile di un fondo che continua a far capo a FIEG e FNSI, sta elaborando la posizione di ogni singolo giornalista in base alla sua età, alla cifra che deve percepire e al tempo di attesa già trascorso. Si consiglia ai colleghi di collegarsi al sito dell'INPGI (www. inpgi.it), di cliccare sulla tendina a destra alla voce Ex fissa ( che oggi contiene solo le vecchie informazioni ) e di controllare quando verranno pubblicate tutte le informazioni sul calcolo dei pagamenti in base al nuovo accordo del Luglio 2014. Solo dopo la pubblicazione delle nuove norme e delle tabelle relative, l'Istituto potrà essere in grado di fornire informazioni di massima sulle singole posizioni.


COSA E' SUCCESSO A CHI SI E' RIVOLTO AL GIUDICE PER INCASSARE SUBITO LA EX FISSA? - Pochi colleghi, scavalcando gli altri, hanno ricevuto i soldi della ex fissa in seguito a decreti ingiuntivi della magistratura, ma ora i primi giudizi di merito del tribunale del lavoro di Roma hanno capovolto la situazione, dando torto ai ricorrenti perché l’INPGI 1 non è il debitore dell’EX FISSA, ma ne è solo il gestore del relativo Fondo, la cui titolarità effettiva spetta solo alle parti sociali FNSI e FIEG.


Paradossalmente la stessa FNSI si è costituita in giudizio contro suoi potenziali iscritti, che chiedevano il riconoscimento di un proprio diritto e che, essendo andati in pensione, erano in attesa di essere pagati anche da ben 5 anni!


Quando  il 19 febbraio 2015 sono stati affrontati i primi giudizi di merito, il giudice ha dato ragione all'INPGI 1, in quanto l’Istituto non poteva essere chiamato a pagare l'indennità, poiché il suo ruolo è stato fin dall'avvio del Fondo quello di raccogliere la liquidità fornita dall'1,5 per cento di contribuzione e di versarla agli aventi diritto.


Tra i casi esaminati vi è proprio quello del giornalista che aveva avviato il processo "pilota" e che vantava un duplice credito nei confronti del Fondo Ex Fissa: il primo per il cosiddetto “accantonamento” maturato per aver superato i 15 anni aziendali nel suo precedente rapporto di lavoro conclusosi nel 1999 per il quale ha puntualmente ricevuto ogni anno una raccomandata dell’INPGI che gli comunicava l’aggiornamento del suo credito con l’aggiunta dei relativi interessi maturati nel frattempo, e il secondo maturato, invece, per il suo ultimo rapporto di lavoro conclusosi dopo oltre 10 anni il 31 gennaio 2012, giorno precedente alla sua pensione.


Il 19 febbraio scorso lo stesso giudice che qualche mese fa aveva concesso il decreto ingiuntivo e la sua esecutorietà nei confronti dell’INPGI 1 ha ora dato torto al giornalista nel giudizio di merito, revocando il decreto ingiuntivo, in quanto il credito del collega non era esigibile per carenza “delle necessarie disponibilità finanziarie con conseguente esonero dell’Istituto dall’obbligo di corresponsione delle prestazioni”.


Il magistrato è giunto a questa negativa conclusione per il collega senza, però, spendere neppure una parola sul tema dell'”accantonamento” del Fondo Ex Fissa che avrebbe certamente meritato ben altra attenzione, ma trattando alla pari i 2 distinti crediti come se fossero in tutto e per tutto sostanzialmente uguali.


Nelle 5 pagine di motivazione si legge poi che è “pacifica e documentalmente provata l’esistenza del credito del giornalista, nonché la sua quantificazione. Deve quindi senza dubbio affermarsi la certezza e la liquidità del credito oggetto di pretesa”.


Nonostante ciò il collega ha avuto torto perché “se peraltro è vero che la stessa disciplina avrebbe imposto all’INPGI obblighi di sorveglianza relativi alla liquidità del Fondo, deve tuttavia rilevarsi come l’ente abbia effettivamente segnalato la situazione economica tramite comunicazioni mensili inviate alle parti contrattuali, con le quali è stata evidenziata periodicamente la situazione delle pratiche giacenti, i relativi importi da liquidare, l’elenco delle pratiche evase e le corrispondenti somme liquidate. Del resto, anche qualora volesse, per un momento, affermarsi l’inottemperanza, da parte dell’Istituto, a tali oneri, la conseguenza non potrebbe essere comunque individuata nella eliminazione della causa di esonero con reviviscenza dell’obbligo di corresponsione, conseguenza non prevista in alcun modo dalle parti stipulanti, potendosi tutt’al più configurare a carico dell’INPGI un obbligo risarcitorio per inadempimento”.


La vicenda giudiziaria comunque é tutt'altro che conclusa perché nei prossimi mesi se ne occuperanno, da un lato, altri magistrati della sezione lavoro del tribunale di Roma che esamineranno nel merito i ricorsi riguardanti nel merito gli altri decreti ingiuntivi sinora emessi o richiesti contro l’INPGI e quindi la Corte d'appello sezione lavoro su ricorso di quei colleghi che hanno ora perso le prime cause di merito, e dall'altro, il tribunale ordinario di Roma che a maggio prossimo, su ricorso di un gruppo di colleghi milanesi e romani, dovrà pronunciarsi sotto diverse altre angolature della complessa problematica dell'Ex Fissa.


Resta poi sempre aperta la possibilità di chiamare in causa la propria azienda o la stessa FIEG, che certamente ha assistito alla dissoluzione del Fondo senza adottare gli opportuni correttivi, come invece imponeva il documento istitutivo del Fondo Ex Fissa. Esattamente quello che ha fatto, o meglio che non ha fatto, la FNSI che porta il fallimento del Fondo come una macchia ingloriosa.




 




                                                                                                




 




 


 


 


 





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