13.3.2015 - Ho cercato ieri il presidente dell’Inpgi per chiedere per quale ragione il “mio” Istituto non si fosse costituito parte civile contro la rinomata ditta Magnoni, sospettata di aver provocato un danno di circa 7 milioni e seicentomila euro all’Inpgi 2 (7.600.000,00. Fa più impressione scritto così tanto più se rapportato all’assegno di disoccupazione che ammonta a 55,10 euro lordi al giorno o a 38,57 se l’indennità è ridotta).
Era in riunione, mi ha scritto alle 13,40, e mi avrebbe richiamato. Lo ha fatto oggi, alle 13,17. Mi ha detto che della vicenda legale non sa nulla e che non ha mai “visto in faccia gli avvocati che se ne occupano”. Si è astenuto dal partecipare alle riunioni perché il suo nome ricorre negli atti giudiziari della vicenda, in generale.
Ne ho preso atto, replicando che se tutto fosse pubblico – relazioni comprese – il tam tam non potrebbe trasmettere notizie mescolate, non so, a insinuazioni.
Ero e sono sconcertato dall’aver letto che si erano costituiti parte civile l’Enpam, la Cassa di previdenza dei ragionieri, l’Ordine dei medici di Milano e settantadue azionisti.
Non l’Inpgi, che si è limitata a dichiararsi “parte offesa”.
C’è chi sostiene che l’investimento è stata “vantaggioso”. Cioè, l’Inpgi ha avuto un saldo significativamente attivo. Ma, domanda, 7.600.000,00 euro in più (il danno ipotizzato dai magistrati) non lo avrebbero reso ancora più “attivo”’?
Ho qualche studio giuridico e un’esperienza di cronista di giudiziaria. Ho fatto qualche domanda in giro.
Mi hanno spiegato che una sentenza della Cassazione stabilisce che, in caso di accoglimento del patteggiamento, decadano tutte le costituzioni di parte civile. Sarebbero stati “soldi buttati”. Immagino che lo studio Severino si sia recato a Milano a titolo gratuito, per dichiararsi parte offesa: l’aereo è stato gentilmente offerto da una qualche compagnia, l’hotel messo a disposizione da un benefattore e così il ristoranti per una pausa e il caffè per darsi la carica per la battaglia.
Ora noi continuiamo a sostenere che ci occupiamo di comunicazione. Qualcuno ha valutato qual è l’effetto della mancata costituzione di parte civile dal punto di vista della comunicazione? Penso di no. Si tenta di fare circolare l’idea che parte civile e parte offesa siano la stessa cosa: balle da dilettanti del diritto! Balle planetarie.
Mentre continuo ad aspettare che qualcuno (non so chi possa, a questo punto) mi e ci fornisca i chiarimenti, ripesco nella memoria qual è l’arduo e faticoso compito dei giornalisti: cercare le carte.
Lo ha fatto, prima di me, una collega, Maxia Zandonai, che ha letto durante un consiglio generale dell’Inpgi (a metà novembre 2014, mi pare) alcuni passaggi di testimonianze contenute nel fascicolo processuale. Hanno tentato di farla tacere, chiedendole come le avesse avute. Sia chiaro: non smentendo il contenuto, ma cercando di sapere come le avesse avute.
Lei è una tosta e non ha avuto bisogno di difensori. Ma io non riuscii a trattenermi, facendo presente che lei fa la giornalista, non il tappetino (è, o dovrebbe essere, tutto nella registrazione della seduta).
L’allora segretario della Fnsi, membro del consiglio di amministrazione, disse in una intervista, il 23 dicembre 2014: “Quando arriveranno gli atti l’Inpgi si costituirà parte civile”.
Anche io, tra ieri e oggi, ho investigato un po’.
Così, ora, chiedo se è vero che esiste una lettera di un legale nella quale si fa una ricostruzione dell’intera vicenda che non coinciderebbe con quella ufficiale. Esiste? C’è, per caso, scritto che i Magnoni ebbero dall’Inpgi del danaro in pagamento di quote delle quali non erano ancora proprietari? Le date documentano che il prelievo fu fatto in epoca precedente quella acquisizione? E’ normale che tu mi vendi una cosa che acquisti con i miei soldi?
Aspetto risposte, che ho inutilmente cercato prima di prendere questa posizione. Risposte che, per mille motivi, tutti legittimi per carità, non mi sono state date. Anche perché godo di un meritato credito: quando non capisco, cerco di farlo; quando non mi convinco, non mi adeguo nel nome di un malinteso senso di solidarietà (di casta).
Così – sia chiaro, come Enzo Iacopino, iscritto all’Inpgi 2, e non come presidente del Cnog – pongo da qui qualche domanda.
Qualcuno vuole dare un’occhiatina a quella lunga lettera, se c’è? La presidente dei revisori dei conti ha qualcosa da dire? Il ministro che la nomina, cultore della trasparenza assoluta, pensa di poter chiedere e dare spiegazioni?
E, soprattutto, perché su questa vicenda l’Inpgi non rende tutto pubblico?
Tutto.
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SCANDALO SOPAF. INPGI: NON CAPISCO E NON MI ADEGUO
https://www.facebook.com/E.Iacopino/posts/804759366280029
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.14.3.2015 - .VICENDA SOPAF/INPGI - Maxia Zandonai: “La mia opinione rimane la stessa: con un avviso di garanzia per truffa aggravata il presidente dell’Istituto avrebbe dovuto avere lo stile di presentare le dimissioni al Consiglio. Che sicuramente le avrebbe rigettate. Così come credo che, al di là delle spiegazioni formali degli avvocati, l'Inpgi avrebbe fatto bene a costituirsi parte civile come hanno fatto altre 75 parti”.m – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=17160