13.3.2015. Nessuno dei principali quotidiani (tranne la Stampa) questa mattina ha riportato la cronaca dell'udienza che vede imputati i Magnoni (padre e figlio) per una truffa ai danni di Inpgi, Enpam e Cassa dei ragionieri. Forse si trattava di una non notizia? Certamente no, visto che coinvolge gli esponenti di una famiglia di finanzieri fra le più note a Milano e in Italia e la loro società, la "blasonata" Sopaf, che da decenni opera sul mercato. E visto che i danneggiati sono istituti con decine di migliaia di appartenenti. Inoltre - e certamente questa è una notizia - i Magnoni hanno chiesto il patteggiamento e quindi hanno ammesso ciò che loro viene attribuito. Poi - e questa è un'altra notizia - il patteggiamento non è stato ancora concesso poichè i Magnoni, finora, non hanno fatto nulla per restituire il maltolto.
Quindi c'erano tutti i motivi per scriverne e informare, magari anche limitandosi a riferire quanto riportato dalle agenzie di stampa, presenti all'udienza.
Invece no. Non una riga, come ho detto, tranne l'eccezione della Stampa. Come mai? Chi diceva che a pensar male si fa peccato, ma...?
Forse la risposta si trova nel fatto che l'Inpgi, a differenza di tutti gli altri ritenuti truffati dai Magnoni, non si è costituito parte civile? Come a dire, mi sembra di capire: noi non c'entriamo nulla, siamo coinvolti in un processo ma non abbiamo subito alcun danno. E i Magnoni che hanno confessato di aver truffato pur sapendo di andare in galera qualora i loro patteggiamenti fossero stati subito accettati? Si sono addossati i reati per scherzo?
Come mai l'Inpgi non si è costituito (come tutti gli altri danneggiati) parte civile? Perchè il consiglio di amministrazione non ha deciso in questo senso? Chi ha votato a favore e chi contro?
Tuttto ciò devono sapere non solo gli iscritti all'Inpgi (che tra l'altro ha gravi difficoltà economiche) ma tutti i giornalisti italiani. E chi non è giornalista ma semplice lettore trarrà la conclusione che la categoria che chiede agli altri trasparenza e completezza d'informazione quando si tratta dei propri panni sporchi non solo si gira dall'altra parte e fa finta di niente ma non vuole neppure guardarci dentro "in privato". E - almeno finora - chiederne conto ai consiglieri di amministrazione, che non sono all'inpgi per caso ma in quanto eletti e percepiscono, tra l'altro, 25 mila euro all'anno, che non sono una mancia. Vedremo.
Nel frattempo, SILENZIO STAMPA
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.3.12.2014 - . “GIORNALISTI, SVEGLIA! APRIAMO GLI OCCHI”. FRANCO ABRUZZO (PRESIDENTE UNPI-UNIONE NAZIONALE PENSIONATI PER L’ITALIA): “C’È UN ‘PARTITO INPGI’ NEI GIORNALI CHE NASCONDE LE NOTIZIE SULL’INCHIESTA MILANESE SULLA SOPAF. UN PARTITO FATTO DI GIORNALISTI DIRIGENTI DELL’ISTITUTO CHE INCASSANO IN MEDIA 30MILA EURO ALL’ANNO (IL PRESIDENTE 315MILA EURO). IL GIP IERI HA DECISO CHE I MAGNONI VADANO A GIUDIZIO SUBITO ANCHE PER LA TRUFFA (7,6 MLN) ALLA CASSA DEI GIORNALISTI. NE HA PARLATO SOLO L’ANSA. UN GIORNALE HA PUBBLICATO LA NOTIZIA TAGLIANDO OGNI RIFERIMENTO ALL’INPGI. UNA VERGOGNA! L’INPGI È IN FORTE AFFANNO: NEL 2014 IL RAPPORTO TRA ENTRATE PER CONTRIBUTI ED USCITE PER PRESTAZIONI SI CHIUDE CON UN DISAVANZO DI CIRCA 90 MILIONI. E IL FUTURO È NERO. LA CRISI STA DIVORANDO LE REDAZIONI CHE PERDONO PEZZI OGNI GIORNO. CHE FARE? LA SITUAZIONE DELLA FONDAZIONE È DRAMMATICA E IL FUTURO È DAVVERO INCERTO: PER SALVARE LE PENSIONI BISOGNA TRATTARE LA COLLOCAZIONE DELL’INPGI DENTRO L’INPS SUL MODELLO DEL FONDO VOLO. NON C’È TEMPO DA PERDERE. LA FNSI HA IL DOVERE E L’OBBLIGO DI DIRE TUTTA LA VERITÀ SULL’INPGI AI GIORNALISTI ITALIANI”. - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16244