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RCS: Mario Calabresi si sfila dalla corsa a direttore de 'Il Corriere della Sera'. “Quanto al nuovo direttore, - sostiene il banchiere Giovanni Bazoli - deve essere il risultato di una scelta di qualità, che assicuri l'indipendenza" del quotidiano e che si inserisca nella linea tradizionale del Corriere stesso”. L'attuale condirettore, Luciano Fontana, secondo indiscrezioni, avrebbeo l'appoggio del direttore uscente. Il Cdr del Corriere della Sera “solleva un dubbio di opportunità” sulla candidatura del banchiere Gerardo Braggiotti a membro del CdA.
di Nicola Capodanno/ANSA
MILANO, 30 marzo 2015. Mario Calabresi si sfila dalla corsa a direttore de 'Il Corriere della Sera'. A pochi giorni dalla fumata bianca tra i principali azionisti al 'listone' di candidati per il rinnovo del Cda della casa editrice, il direttore de 'La Stampa' si chiama fuori dalla partita. Una mossa inaspettata visto che il suo nome era tra quelli più gettonati in vista della staffetta con Ferruccio de Bortoli, che come noto lascerà dopo l'assemblea dei soci del 23 aprile, chiamata appunto a nominare i nuovi vertici. Interpellato da Prima Comunicazione, Calabresi, ha spiegato quindi che non si sposterà da Torino. "Ho detto a John Elkann, che mi ha chiesto di rimanere a 'La Stampa', che sarei stato felice di continuare a lavorare in questa editrice dove siamo riusciti a far ritornare il bilancio in pareggio, dove siamo molto impegnati nell'operazione Stampa-Secolo e dove abbiamo un piano di sviluppo digitale che mi affascina moltissimo". Calabresi ha sottolineato anche che il gruppo per cui attualmente lavora gli ha "sempre garantito una grande libertà editoriale". Col suo passo indietro, secondo Prima Comunicazione, potrebbe aprirsi la strada all'attuale condirettore del Corriere, Luciano Fontana, che secondo indiscrezioni troverebbe proprio l'appoggio del direttore uscente. Tra gli altri circolati anche quelli di Carlo Verdelli de 'La Repubblica' e di Sarah Varetto di Sky Tg24 anche se in ambienti vicini alla casa editrice non si esclude una soluzione interna nel nome della continuità. Al di là del toto nomine, la decisione spetterà al Cda che si insedierà a fine aprile. Il nuovo board, in base ai nomi candidati lo scorso venerdì dai principali azionisti - Fca (16,7%), Della Valle (7,3%), Mediobanca (6,2%), Pirelli (4,4%) e Intesa (4,2%) - vedrà come presidente l'ex Ad di Mondadori e attuale presidente della Fieg, Maurizio Costa, e come Ceo, Pietro Scott Jovane. Gli altri candidati sono Gerardo Braggiotti, Tom Mockridge, Laura Cioli e Teresa Cremisi. Intanto, dai fondi di gestione, che hanno raccolto il 3,2% delle azioni Rcs, sono arrivate tre candidature per il Cda (Dario Frigerio, Paolo Colonna e Nella Ciuccarelli) e due per il collegio sindacale (Lorenzo Caprio sindaco effettivo e Renata Ricotti sindaco supplente). In vista dell'assemblea a parlare è stato il presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, che ha proposto "l'adesione" della sua banca "perché considero positivo lo sforzo fatto da Mediobanca per superare le contrapposizioni" e "nella speranza che il futuro di Rcs sia più sicuro di come è stato fino ad ora". Il banchiere si è detto convinto che servirà "un nuovo piano industriale che definisca delle priorità, tra cui la valorizzazione del Corsera che è il business che va meglio in questa azienda". Quanto al nuovo direttore secondo il professore ritiene che debba essere il risultato di una "scelta di qualità, che assicuri l'indipendenza" del quotidiano "e che si inserisca nella linea tradizionale" del Corriere stesso. "Non faccio nomi, ho indicato solo tre caratteristiche, che sono sicuro verranno eseguite". (ANSA)
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Cda di Rcs. Il Cdr del Corriere della Sera “solleva un dubbio di opportunità” sulla candidatura del banchiere Gerardo Braggiotti, “una delle figure centrali nella disastrosa acquisizione del gruppo spagnolo Recoletos per 1,1 miliardi di euro, operazione dalla quale - come ha reso noto la stessa Rcs Mediagroup - sono scaturite perdite per oltre 846 milioni di euro”. - Milano, 30. 3. 2015. Nella lista per il rinnovo del Consiglio di amministrazione concordata dai principali azionisti di Rcs MG, società che controlla il Corriere della Sera, figura il presidente del Gruppo Banca Leonardo, Gerardo Braggiotti. Il Comitato di redazione, in rappresentanza dei giornalisti del Corriere della Sera, solleva un dubbio di opportunità. Braggiotti con la sua Banca Leonardo è stato, una delle figure centrali nella disastrosa acquisizione del gruppo spagnolo Recoletos per 1,1 miliardi di euro, operazione dalla quale - come ha reso noto la stessa Rcs Mediagroup - sono scaturite perdite per oltre 846 milioni di euro. Perdite che ancora oggi hanno pesantissime ricadute: dai tagli all'organico di giornalisti e dipendenti di tutto il gruppo alla vendita della sede storica di via Solferino. Fino ad arrivare alla ventilata cessione di Rcs libri. Su Recoletos, Banca Leonardo - come rispose Rcs nel corso dell' assemblea dei soci del 2 maggio 2012 - «si propose in qualità di advisor finanziario di Rcs nell' operazione di acquisizione, essendo a conoscenza diretta dell' intenzione degli azionisti di Recoletos di cedere la società».Per la sua attività, la banca percepì un compenso di 4 milioni di euro, e le conseguenze di quella sciagurata consulenza sono tuttora evidenti: la posizione finanziaria di Rcs Mediagroup è gravata da debiti che sfiorano i 500 milioni. Alla luce dei fatti, ci sembra quantomeno singolare che nella lista di maggioranza venga indicato dagli azionisti proprio il nome di chi ha contribuito a determinare l'attuale situazione economica del gruppo, aspetto che - trattandosi di soldi loro - dovrebbe stare a cuore agli azionisti. Oltre a questo, ci sembra assolutamente poco opportuno che chi ha avuto un ruolo così importante nell' affare Recoletos venga poi chiamato, come membro del Cda, a decidere su come porre rimedio a quel «buco», valutando l'ipotesi di cessione di Rcs Libri, e intervenga su scelte strategiche come la nomina del nuovo direttore. I giornalisti del Corriere della Sera attendono ancora seri piani di rilancio della testata da parte dell'azienda e sottolineano con fermezza la necessità di una gestione lineare e cristallina.
Il Cdr del «Corriere della Sera»
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