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CASO SOPAF/INPGI: L’ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI SI E’ COSTITUITO PARTE CIVILE. LA DECISIONE DELL’ODG (APPROVATA CON IL VOTO FAVOREVOLE DI 106 CONSIGLIERI E CON SOLO QUATTRO ASTENSIONI) RISPONDE ALL’ESIGENZA MORALE DI TUTELARE GLI INTERESSI DEI GIORNALISTI, OBBLIGATORIAMENTE ISCRITTI ALL’INPGI, ISTITUTO CHE SECONDO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA HA SUBITO UN GRAVE DANNO DALLA GESTIONE DELLA VICENDA.

Roma, 31 marzo 2015. L’Ordine nazionale dei giornalisti ha depositato oggi nella cancelleria del Tribunale penale di Milano, con l’assistenza dell’avvocato Enrico Pennalisilico, la richiesta di costituzione di parte civile contro  Giorgio Magnoni per la vicenda Inpgi-Sopaf (documento scaricabile cliccando in atto o in basso). La decisione dell’Ordine (approvata con il voto favorevole di 106 consiglieri nazionali e con solo quattro astensioni) risponde all’esigenza morale di tutelare gli interessi dei giornalisti, obbligatoriamente iscritti all’Inpgi, Istituto che secondo la Procura della Repubblica ha subito un grave danno dalla gestione della vicenda. Il Sostituto Procuratore di Milano, Gaetano Ruta, nella richiesta di applicazione delle misure cautelari nei confronti di alcuni imputati (https://drive.google.com/file/d/0B_ByJPmom4tyU0hKMkx0WjJRbmc/view?pli=1) scrive che "più che vendita allo scoperto in senso stretto" l'acquisto per 30 milioni di euro da parte dell'INPGI 2 di 225 quote del Fondo FIP cedute dalla SOPAF "ad un prezzo immodificabile e comunque superiore al valore di mercato" fu "un'operazione di compravendita finalizzata a fornire alla SOPAF i mezzi finanziari per l'acquisto delle quote FIP". E ancora: fu "un'operazione del tutto antieconomica che ha consentito alla SOPAF un margine di profitto elevato e privo di qualsiasi giustificazione".



Nel documento della Procura, l'INPGI che non si è costituito parte civile, limitandosi ad essere presente in giudizio come parte offesa,  è citato alle pagine 8, 9, 38, 39 e 67.  Sui Fondi FIP può essere utile leggere da pagina 33 a pagina 43.



Un investimento di 30 milioni di euro (sessanta miliardi di vecchie lire) che ha fruttato alla Sopaf un guadagno di 7.600.000 euro (cioè circa 15 miliardi di lire), ottenuto, ipotizza il magistrato, grazie all’accreditamento dei soldi dei colleghi alla Sopaf che in un primo momento li aveva ricevuti (“per errore”) sul conto della società. L’Inpgi ha rivelato (cosa della quale non si era accorto l’avvocato dell’Istituto che aveva steso un memorandun ricostruttivo) che la stessa Sopaf li aveva “girocontati” sul conto vincolato all’operazione.



Le somme versate dall’Inpgi alla Sopaf (prima “per errore” sul conto della società), secondo lo stesso magistrato, servivano a documentare la disponibilità economica della Sopaf stessa – che era in difficoltà dalla fine del 2008 – per concludere l’acquisto di quote delle quali non era proprietaria ma che aveva già venduto all’Inpgi ("un'operazione di compravendita finalizzata a fornire alla SOPAF i mezzi finanziari per l'acquisto delle quote FIP", scrive il dottor Ruta). 



Su consiglio dell’avvocato Pennasilico, Enzo Iacopino si è costituito quale presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e anche in proprio quale iscritto all’Inpgi 2 come ha fatto il presidente dell’Ordine dei medici di Milano.



La valutazione della richiesta di costituzione di parte civile sarà fatta nell’udienza del 14 aprile. Una interpretazione restrittiva della norma procedurale potrebbe rappresentare un ostacolo. Ma nessuno poteva ipotizzare, dopo gli affidamenti pubblici che c’erano stati, che nella prima udienza del 12 marzo l’Inpgi non si sarebbe costituita parte civile pur essendo parte offesa.  (comunicato in www.odg.it)












 





 





 





 





 





 





 





 





 





 








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