ROMA, 14 aprile 2015. Nel processo per la vicenda Inpgi-Sopaf, il Tribunale (I sezione penale) di Milano non ha riconosciuto la legittimazione a intervenire nel processo dell'Ordine dei Giornalisti, che aveva depositato richiesta di costituzione di parte civile contro l'imputato Giorgio Magnoni. Lo rende noto lo stesso Ordine, commentando l'udienza di oggi. "La decisione del Tribunale di non riconoscere, nonostante il parere favorevole della Procura, la legittimazione dell'Ordine, che pur sembra contrastare altre pronunce anche della Cassazione, va rispettata - dichiarano il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, e il segretario, Paolo Pirovano -. Non è possibile sottacere che lo stesso collegio la assume richiamando il fatto che 'l'asserito danno' patrimoniale e di immagine lo ha subito l'Inpgi che non si è, però, costituita parte civile. Ma il segnale politico e morale, rappresentato dalla scelta dell'Odg, resta. Forte. E segna una differenza della quale siamo orgogliosi. L'azione dell'Odg a difesa dei legittimi interessi dei colleghi non si conclude oggi". "Essere qui era un dovere che l'Odg ha avvertito - sostengono ancora -. Un dovere nei confronti di tutti i colleghi e in particolare di quelle migliaia che vivono con difficoltà questa professione e faticano ad accettare che una società possa comprare, come afferma il magistrato, con soldi dell'Inpgi delle quote e le rivenda all'Inpgi stesso guadagnandoci 7.600.000,00 euro su un investimento di 30 milioni. Scelte diverse sarebbero state incomprensibili e appaiono risibili le argomentazioni di chi sostiene che l'Inpgi non ha subito danni per il solo fatto che ha guadagnato sull'investimento. Gli utili sarebbero stati certamente maggiori se fosse stato impedito che la Sopaf guadagnasse con un clic circa il 25 per cento della somma consegnatale senza la quale, afferma la Procura, la Sopaf stessa non avrebbe avuto i mezzi per acquistare e rivendere quelle quote". "Sulla vicenda c'è un dovere di trasparenza assoluta, perché si tratta di soldi dei colleghi - proseguono i rappresentanti dell'Ordine -. Tutto deve essere reso pubblico perché i giornalisti italiani hanno il diritto di sapere. L'Odg continuerà in tutte le sedi e nei confronti di chiunque su questa strada, con la legittimazione che gli deriva dall'essere il rappresentante di tutti i giornalisti italiani. Resta, inevasa, una richiesta di rendere pubblici i documenti che ruotano, direttamente o indirettamente, attorno a tutta questa inquietante vicenda, a cominciare da tutti gli atti istruttori, alcuni dei quali risultano a oggi sconosciuti anche a membri del Consiglio di amministrazione dell'Istituto e a revisori dei conti".
L’Ordine nazionale dei Giornalisti, quindi, non è stato ammesso come parte civile perché non ha subito danno patrimoniale e di immagine (danno duplice subito dall’Inpgi, che resta semplice parte offesa nel giudizio penale a carico di Giorgio e Luca Magnoni factotum della società, che, secondo il Pm, ha guadagnato 7, 6 mln con la vendita all’Istituto di 224 quote Fip). La Cassa dei medici (Enpam) e la Cassa dei ragionieri, invece, sono parti civili riconosciute.
L’Inpgi, non costituendosi parte civile, afferma in sostanza di figurare solo nominalmente tra i danneggiati “avendo assunto il ruolo di soggetto terzo, totalmente estraneo ai fatti”. E conseguentemente non ha chiesto il ristoro dei danni patiti per 7,6 milioni (secondo le ipotesi accusatorie del pm). Il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese, indiziato di truffa ai danni dell’Istituto che rappresenta, ha sempre respinto la ricostruzione istruttoria della pubblica accusa. Rimane da ricostruire il passaggio dei 30 milioni tra Inpgi e Sopaf: prima o dopo la consegna delle 224 quote Fip? La prossima udienza è prevista per il 19 maggio (h 15.30): è attesa la decisione sul patteggiamento (4 anni e 6 mesi per Giorgio Magnoni; 3 anni e 6 mesi per Luca Magnoni). Rimane il fatto che Giorgio e Luca Magnoni, accettando un patteggiamento alquanto pesante, si dichiarano in sostanza autori di una truffa ai danni di Inpgi (7,6 mln), Cassa Ragionieri (52 mln) e di Enpam (20 mln). Come fa l’Inpgi a giustificare di fronte ai propri iscritti il suo comportamento? (fonti: Ansa e www.francoabruzzo.it).
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.IL TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE RESA DA ENZO IACOPINO E PAOLO PIROVANO, PRESIDENTE E SEGREGARIO DEL CONSIGIO NAZIONALE DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI. - 14.4.2015. Il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, e il segretario, Paolo Pirovano, in relazione all'udienza del processo Sopaf, che si è tenuta oggi a Milano, hanno dichiarato:
“Essere qui era un dovere che l'Odg ha avvertito. Un dovere nei confronti di tutti i colleghi e in particolare di quelle migliaia che vivono con difficoltà questa professione e faticano ad accettare che una società possa comprare - come afferma il magistrato - con soldi dell'Inpgi delle quote e le rivenda all'Inpgi stesso guadagnandoci 7.600.000,00 euro su un investimento di 30 milioni.
Scelte diverse sarebbero state incomprensibili e appaiono risibili le argomentazioni di chi sostiene che l'Inpgi non ha subito danni per il solo fatto che ha guadagnato sull'investimento. Gli utili sarebbero stati certamente maggiori se fosse stato impedito che la Sopaf guadagnasse con un clic circa il 25 per cento della somma consegnatale senza la quale, afferma la Procura, la Sopaf stessa non avrebbe avuto i mezzi per acquistare e rivendere quelle quote. Sulla vicenda c'è un dovere di trasparenza assoluta, perché si tratta di soldi dei colleghi. Tutto deve essere reso pubblico perché i giornalisti italiani hanno il diritto di sapere. L'Odg continuerà in tutte le sedi e nei confronti di chiunque su questa strada, con la legittimazione che gli deriva dall'essere il rappresentante di tutti i giornalisti italiani.
Resta, inevasa, una richiesta di rendere pubblici i documenti che ruotano - direttamente o indirettamente - attorno a tutta questa inquietante vicenda, a cominciare da tutti gli atti istruttori, alcuni dei quali risultano a oggi sconosciuti anche a membri del Consiglio di amministrazione dell'Istituto e a revisori dei conti.
La decisione del Tribunale di non riconoscere - nonostante il parere favorevole della Procura - la legittimazione dell'Ordine, che pur sembra contrastare altre pronunce, va rispettata. Non è possibile sottacere che lo stesso collegio la assume richiamando il fatto che "l'asserito danno" patrimoniale e di immagine lo ha subito l'Inpgi che non si è, però, costituita parte civile. Ma, il segnale politico e morale rappresentato dalla scelta dell'Odg, resta. Forte. E segna una differenza della quale siamo orgogliosi.L'azione dell'Odg a difesa dei legittimi interessi dei colleghi non si conclude oggi”.
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Sopaf: tribunale, no a Ordine giornalisti come parte civile/(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 14 aprile 2015. L' Ordine nazionale dei giornalisti non puo' essere parte civile nei confronti di Giorgio Magnoni, ex amministratore di Sopaf, imputato per i reati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa, corruzione e frode fiscale, in relazione al dissesto del gruppo Sopaf, che si trova in concordato preventivo, e ad alcune presunte truffe ai danni di enti previdenziali. La richiesta dell'Ordine dei giornalisti e' stata respinta in quanto l'ente non ha avuto un danno diretto dalla condotta ascritta all'imputato. Infatti, secondo l'ipotesi accusatoria, la parte offesa e' l'Inpgi, l'istituto di previdenza dei giornalisti, unica parte che sarebbe stata legittimata a fare richiesta e che, invece, non l'ha fatta. Le presunte truffe ipotizzate nell' inchiesta sarebbero state perpetrate ai danni di tre enti previdenziali: Cassa dei ragionieri, Enpam (medici) e Inpgi. Nel dettaglio, la truffa ai danni dell' istituto dei ragionieri ammonterebbe a 52 milioni di euro, quella alla cassa dei medici a 20 milioni e, infine, quella per i giornalisti a 7,6 milioni di euro. Cassa dei ragionieri ed Enpam hanno chiesto di essere parti civili nei confronti di Giorgio Magnoni e oggi il tribunale ha accolto la loro richiesta. Così come e' stata accolta la richiesta dei liquidatori di Sopaf in concordato preventivo (per tutti i reati contestati) e quella di una settantina di ex azionisti di Sopaf (per il solo reato di bancarotta). Oltre all'Ordine dei giornalisti, sono state escluse come parti civili l'Ordine provinciale di Milano dei medici e degli odontoiatri, tre giornalisti impegnati a livello sindacale e i commissari giudiziali di Sopaf.
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Per il Tribunale di Milano il danno è solo dell'Inpgi, ma l'istituto non è d'accordo - MILANO,14 aprile 2015. Il danneggiato dall'eventuale truffa all'Inpgi è l'istituto di previdenza e non i singoli giornalisti. Con questa motivazione la I Sezione Penale del Tribunale di Milano ha respinto, oggi, la richiesta di costituzione di parte civile dell'Ordine nazionale dei Giornalisti e di tre giornalisti che, a titolo personale, ne avevano avanzato richiesta. Con la stessa motivazione non è stato ammesso come parte civile anche l'Ordine dei Medici di Milano. Il Collegio giudicante avrebbe dovuto, inoltre, pronunciarsi sulla richiesta di patteggiamento dei Magnoni (4 anni e 6 mesi per Giorgio e 3 anni e 6 mesi per il figlio Luca), ma sul punto la decisione è stata rinviata all'udienza del 19 maggio. L'avvocato di Giorgio Magnoni, a sostegno dell'opposizione della parte civile, ha, tra l'altro, esibito un documento dell'Inpgi nel quale l'istituto ribadisce che dall'operazione Sopaf non ha subito alcun danno ma, anzi, ci ha guadagnato. (www.giornalistitalia.it)
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.13.4.2015 -.LA CRONISTORIA DELLA VICENDA SOPAF/INPGI DAL 2009 AD OGGI. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=17216