ROMA, 17 aprile 2015. "Le proposte dei procuratori di Roma e Milano sono preoccupanti perché rivelano, ci auguriamo inconsciamente, la nostalgia di bavagli e censure che credevamo appartenere ad un'epoca storica nefasta". È il commento di Raffaele Lorusso, segretario della Federazione nazionale della stampa, alle proposte avanzate dai capi delle procure di Roma Giuseppe Pignatone e di Milano Edmondo Bruti Liberati in commissione Giustizia della Camera. "Ipotizzare di regolare una materia così complessa e delicata evocando sanzioni pecuniarie per i giornali e i giornalisti - sottolinea Lorusso in una nota - significa perdere di vista il dettato Costituzionale. La pubblicazione di notizie, anche coperte da segreto, non può mai costituire un reato e neanche un illecito perché soddisfa un interesse generale: quello dei cittadini ad essere correttamente informati. Chi non lo avesse ancora capito, o più semplicemente, lo avesse dimenticato,
farebbe bene a rileggere le sentenze pronunciate negli ultimi anni dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. I giornalisti hanno il dovere di pubblicare le notizie di cui vengono a conoscenza, anche se scomode. Né può essere addebitata ai giornalisti la pubblicazione di notizie che sarebbero dovute restare segrete. Eventuali violazioni di legge andrebbero addebitate a chi quelle notizie avrebbe dovuto tenere segrete né si può pensare a ulteriori forme di censura". Per il segretario Fnsi, "si tratta di tentativi pericolosi che, purtroppo, si inseriscono nella tendenza, sempre più diffusa a livello europeo, a limitare la libertà di espressione e il diritto di cronaca. È un pericolo che il sindacato dei giornalisti italiani, insieme con le altre associazioni sindacali europee, a cominciare dai sindacati di Francia e Spagna, avverte e contro il quale auspica una mobilitazione insieme con le altre forze sociali e con l'opinione pubblica.
Nessuno invoca il libero arbitrio per i giornalisti. Va comunque ricordato che i giornalisti non hanno libero accesso alle ordinanze dei giudici, come invece è stato detto dai procuratori, e questa può essere l'occasione per regolare tale accesso. Fermo restando che gli abusi vanno sempre perseguiti e sanzionati, soprattutto in sede disciplinare, i bavagli e le censure segnerebbero il ritorno ad un passato di cui non si avverte alcuna nostalgia". (ANSA).
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GIOVANNI LEGNINI (CSM): “E’ NECESSARIO UNO SFORZO DI SINTESI MOLTO ACCURATO DA PARTE DEL LEGISLATORE. SERVE UNA SOLUZIONE EQUILIBRATA NON UN COMPROMESSO AL RIBASSO". - CATANIA, 17 aprile 2015. "Ho letto la posizione espressa dai procuratori Pignatone e Bruti Liberati che è sicuramente interessante su un tema sul quale va maturando una convergente consapevolezza della necessità di un intervento normativo". Lo ha detto il vicepresidente del Csm sulle ipotesi di riforma per le intercettazioni a margine di un incontro promosso da Unicost a Catania. Il vicepresidente del Csm ha sottolineato che è necessario "uno sforzo di sintesi molto accurato da parte del legislatore". "Non è materia - ha aggiunto Legnini - sulla quale si può sostenere di avere la soluzione in tasca. Trattandosi di valori di rilevanza costituzionale come la giurisdizione, la riservatezza e il diritto di cronaca, l'esito deve essere frutto di una soluzione equilibrata non compromessa al ribasso". (ANSA).
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Rodolfo Sabelli (Anm): “La proposta di Pignatone e Bruti Liberati offre una risposta ad uno dei problemi che è stato sollevato, ovvero, la diffusione di intercettazioni estranee al tema processuale che è un problema che esiste". - CATANIA, 17 aprile 2015. La proposta dei magistrati Pignatone e Bruti Liberati "offre una risposta ad uno dei problemi che è stato sollevato, ovvero, la diffusione di intercettazioni estranee al tema processuale" che "è un problema che esiste". Lo ha affermato il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli a margine di un incontro di Unicost al Palazzo di giustizia di Catania. "Noi, come associazione magistrati - ha aggiunto – abbiamo osservato che sarebbe utile realizzare dei momenti di confronto, con le garanzie giurisdizionali, in cui il giudice decide quali intercettazioni sono utili e necessarie in relazione al processo e quali non lo sono. Questa proposta - ha sottolineato Sabelli - mira proprio ad evitare che possano avere diffusione tutte quelle intercettazioni che non hanno passato questo vaglio giurisdizionale di pertinenza rispetto al tema processuale". Secondo il presidente dell'Anm "è una soluzione senz'altro preferibile al divieto di riportare il testo delle intercettazioni nelle ordinanze cautelari". "Questo – ha spiegato - sarebbe un danno per lo stesso indagato, che non potrebbe neanche conoscere dal l'ordinanza cautelate il testo delle intercettazioni, ma potrebbe conoscerne solo la loro interpretazione. E sarebbe un danno anche - ha concluso Sabelli - per la conoscenza, e quindi per il controllo diffuso, sulle quelle intercettazioni che un giudice ha ritenuto pertinenti e utili al tema processuale".(ANSA).
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.16.4.2015 – .Senato. Commissione Giustizia. Intercettazioni. Ascoltati i Pm Pignatone e Bruti Liberati. Proposta: “Rendere pubblicabili le ordinanze conle quali si mette fine a un'indagine, non invece tutti gli altri atti che vengono depositati per essere messi a disposizione della difesa. E sanzioni pecuniarie preferibilmente per gli editori o per i giornalisti che violano le regole, per i quali va comunque esclusa la misura del carcere”. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=17485