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PREVIDENZA. LELLO DI GIOIA: “NO ALLA SVENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DELLE CASSE”. COSÌ IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI CONTROLLO SULL'ATTIVITÀ DEGLI ENTI PREVIDENZIALI AL FORUM DELLA CASSA RAGIONIERI.
Roma, 22 aprile 2015. «Giudico negativamente la vendita forzata dei beni immobili delle Casse previdenziali. Oggi il mercato non riprende: i dati che ci forniscono le associazioni di categoria sulle vendite del mattone sono assolutamente negativi, quindi c'è la necessità, per quel riguarda la proprietà complessiva delle Casse, di tempi più lunghi. Lo abbiamo già comunicato al ministero dell'Economia e delle Finanze, e credo che ci ascolteranno, perché è giusto che non si svenda il patrimonio degli enti previdenziali professionali». Lo ha detto Lello Di Gioia, presidente della Commissione Parlamentare di controllo sull'attività degli enti previdenziali, nel corso del forum «Il comparto immobiliare negli investimenti delle Casse di previdenza» promosso dalla Cassa Ragionieri a Roma. «Sarebbe auspicabile - ha spiegato Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri - un percorso condiviso tra governo, enti previdenziali e mondo bancario per lo studio di soluzioni che facciano da sostegno all'accesso al credito agevolato riservato ai consumatori che aspirano all'acquisto della prima casa e, magari, ai professionisti che vorrebbero dotarsi di un ufficio di proprietà». «Per vendere una parte del patrimonio immobiliare di proprietà delle Casse di previdenza, che in alcuni casi registra anche una bassa redditività, è necessario effettuare un'attenta analisi del mercato e delle condizioni economico-finanziarie del contesto in cui si intende andare ad operare. I dati rilevabili in questo delicato momento storico - ha concluso il numero uno dei ragionieri - fanno emergere una preoccupante debolezza del mercato e incertezze sulle previsioni di ripresa». «Da parte del ministero dell'Economia c'è la disponibilità a trovare un'intesa che possa soddisfare sia l'ente controllore sia le Casse, quindi sui vincoli temporali dei 5 anni, ad esempio, sicuramente ci sarà maggiore predisposizione alla comprensione», ha sottolineato Mauro Marè, presidente del Mefop (società partecipata dal Mef) e ordinario di Scienza delle Finanze presso l'Università della Tuscia. «L'obiettivo del Mefop è quello di introdurre regole - ha aggiunto - e criteri di maggiore trasparenza per rendere più forti le Casse». Secondo Dario Valentino, amministratore delegato di Investire Immobiliare Sgr, «il provvedimento posto in consultazione giunge in un momento molto complicato per il settore immobiliare e potrebbe mettere ulteriore pressione sull'industria che ha sofferto di una profonda crisi di durata pluriennale». «Con i nuovi limiti cinque Casse dovrebbero vendere una parte anche rilevante del portafoglio diretto - ha affermato Luca Petrichella, direttore Fondi Fabrica Immobiliare Sgr - 14 Istituti dovrebbero scendere dal 100% al 25% delle quote detenute nei fondi riservati nati generalmente dopo gare pubbliche per ottimizzare la gestione del portafoglio immobiliare e 10 dovrebbero diversificare le Sgr». Alberto Segneghi, responsabile Pubblic Affairs di BNP Paribas Reim Sgr, ha evidenziato come ci siano «segnali di ripresa economica che però il mercato immobiliare segue con lentezza, anche a causa di un eccesso di offerta 'concorrente rispetto alla domanda. È necessario quindi scongiurare dismissioni forzose allo scopo di mantenere i valori patrimoniali evitando forti sconti nel portafoglio; attuare preventivamente una valorizzazione del patrimonio, che sarà possibile solo grazie alla ripresa economica; governare le politiche di dismissione dei patrimoni residenziali in un contesto di tensione abitativa». «La previsione normativa di smobilizzare, in tempi assegnati dallo schema di decreto del MEF, buona parte dei patrimoni immobiliari delle Casse previdenziali - ha detto Simone Boschi, consigliere di amministrazione della Cassa ragionieri -, può abbattersi negativamente sugli equilibri delle Casse». «Questa previsione, infatti, può incidere sui flussi finanziari, sulle auspicate plusvalenze, sull'adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche, cioè proprio quelle, maturate con il sistema contributivo, che saranno già di per sé estremamente basse e sottodimensionate rispetto a quelle correnti, quelle che invece risentono dei prodigiosi effetti del devastante sistema retributivo, proveniente da tempi in cui si faceva previdenza non preoccupandosi dell'effetto boomerang che avrebbe di lì a breve scatenato il 'teorema di Anchise’ secondo cui il peso previdenziale dei padri ricade sulle spalle dei figli». In conclusione, Elisabetta Polentini, consigliere nazionale sindacato Anc, ha sottolineato come oggi «circa il 90% degli immobili di proprietà delle Casse sia di natura residenziale: occorre tenere conto dei diritti di prelazione degli inquilini. Esiste dunque un aspetto sociale da non sottovalutare. In più, il mattone nelle casse previdenziali è considerato dagli iscritti, che sono opinione pubblica, quale sostenibilità futura della propria pensione». (AdnKronos)
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