28.4.2015- Il Presidente INPS Tito Boeri, nel corso del forum promosso a Palazzo Colonna dalla Cassa dei Dottori Commercialisti, ha affermato che "a differenza di altre forme previdenziali private, la Cassa dei Dottori Commercialisti ha saputo per molti aspetti anticipare i problemi ed affrontarli", innanzitutto riguardo al tema dei "diritti acquisiti", dimostrando che, "in alcuni casi, si può applicare un principio, in qualche modo insito nel nostro sistema fiscale", e cioè che "non solo chi ha di più deve dare di più, ma anche chi in passato ha avuto di più deve adesso contribuire maggiormente". Boeri sostiene che “l'esperienza applicata ai vertici dell'Ente privato con il contributo di solidarietà va esattamente in questa direzione”. Perciò ha concluso “non possiamo che guardarvi con interesse” (ANSA 23/04/15).
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In primo luogo mi preoccupa che il Presidente di un Ente di rilievo nazionale come l’INPS non sappia che il prelievo di solidarietà a suo tempo imposto ai pensionati della Cassa Dottori Commercialisti per il periodo 2009/2013 fu giudicato illegittimo dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza n. 26102/2014, ritenendo che un regolamento non possa incidere sui diritti acquisiti e tagliare i trattamenti in essere.
In secondo luogo Tito Boeri, che sembra apprezzare molto i “contributi di solidarietà”, mostra di non sapere che il primo contributo di solidarietà imposto con la Legge n. 111/2011, fu giudicato incostituzionale dalla Consulta con sentenza n. 116/2013 e che anche il secondo Contributo di Solidarietà, di cui alla Legge 147/2013, è stato rinviato alla Corte Costituzionale.
Inoltre al Presidente Boeri sembra sfuggire che i pensionati/lavoratori iscritti agli ex-Fondi Speciali di Previdenza confluiti nell’INPS (come ad esempio INPDAI, Fondo Trasporti, Fondo Elettrici, Fondo Telefonici, Fondo Volo) pagano dal 2012 un ulteriore Contributo di Solidarietà che fu introdotto dal Governo Monti con la Legge n. 214/2011.
Per ultimo va sottolineato che la Consulta sta per pronunciarsi sulla legittimità, per il biennio 2012-13, del blocco totale della perequazione automatica sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo INPS. A questo si aggiunga la riduzione dell’indice di perequazione da attribuire agli assegni superiori a quattro volte il minimo, come stabilito dalla precitata Legge n. 147/2013 per il periodo 2014-16.
Tutto questo insieme di norme punitive per i pensionati ha fatto sì che una pensione erogata nell’anno 2000 - che dovrebbe avere una rivalutazione monetaria ad oggi del 31% - nel 2015 sia inferiore alla pensione inizialmente liquidata.
Complici i blocchi totali o parziali della perequazione automatica, che non hanno consentito che il recupero di un terzo dell’inflazione, le imposte soprattutto locali visto che le addizionali regionali e comunali sono mediamente aumentate rispettivamente del 95% e del 60%, e infine i contributi di solidarietà trattenuti a vario titolo nel corso del periodo.
Al Presidente Boeri, che con l’operazione “INPS - A porte aperte” intende dimostrare come certe categorie di pensionati percepiscano assegni liquidati con il metodo retributivo superiori del 20-30% rispetto a quanto avrebbero dovuto legittimamente ricevere calcolando le stesse pensioni con il metodo contributivo, vorrei porre questa domanda: “Possibile che nessuno dei suoi collaboratori Le abbia mai fatto presente che le pensioni in 15 anni hanno perso mediamente il 25% e che, a causa delle manipolazioni dell’indice di perequazione automatica, perderanno altrettanto nei prossimi 10-15 anni?”.
Di fronte a questa evidenza, che lei non può disconoscere, non le sembra che i pensionati abbiano già dato e che non sia il caso di continuare ad insistere, da parte sua, su tesi di “ricalcolo” o di “contributi di solidarietà” aggiuntivi, che non possono che essere interpretati come veri e propri “espropri”?
E soprattutto, professor Boeri, che tiene così tanto alla trasparenza, non ritiene che sia il caso di raccontare “tutta” la verità, senza ulteriormente equivocare sulla commistione illegittima fra previdenza e assistenza, tanto per fare apparire che il costo delle pensioni italiane è a livelli davvero proibitivi, cosa che è del tutto falsa?
Sarebbe una forma elegante per dimostrare che lei, prof. Boeri, ha rispetto per lavoratori che sono stati in attività decine di anni, versando lauti contributi nella speranza di raccogliere le loro spettanze in vecchiaia.