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PREVIDENZA TRADITA. Un pensionato incazzato con i giornalisti amici di Renzi&Boeri: “Vorrei chiedere il loro stipendio, vorrei chiedere qual è il loro mansionario, quante ore lavorano, quante sedi hanno cambiato, quante persone hanno gestito, quante decisioni piene di responsabilità hanno preso, quali sono le loro attuali responsabilità!”.


21.5.2015 - Ciao Franco. Così come ha fatto la sig.ra Wanda ed altri tuoi lettori, mi permetto anch’io di segnalarti un mio disagio. Ai giornalisti che considerano “pensione d’oro” una rendita di 3.000 euro l mese, oltre che chiedere il loro stipendio, vorrei chiedere qual è il loro mansionario, quante  ore lavorano, quante sedi hanno cambiato, quante persone hanno gestito, quante decisioni piene di responsabilità hanno preso, quali sono le loro attuali responsabilità! Vorrei solo segnalarti e poi mi taccio, che per un briciolo di carriere offerta dalla mia azienda, ho dovuto sobbarcarmi 9 trasferimenti. Tutto ciò significa nove traslochi, nove volte sradicare la famiglie e portarla in un ambiente nuovo, nove volte ricominciare o trovare nuove amicizie, nove volte dover mentire ai figli del perché si cambia continuamente città, motivazioni e giustificazioni non sempre convincenti ed accettate con molto scetticismo. Di tutti questi  disagi, il signor giornalista cosa ha da dire o da commentare. Gli posso solo dire che quanto percepito come pensione è semplicemente un piccolo ristoro (a fronte di contributi d’oro versati da me e dal mio datore di lavoro) dei sacrifici e della disponibilità data e messa a disposizione della mia azienda. E’ appena il caso di ricordare che il “do ut des”  è stata una regola di vita, per chi come me ha accettato un’attività  professionale itinerante. Grazie al rispetto di  questi principi che oggi posso permettermi una vita da pensionato serena e appagante. Ti ringrazio dell’attenzione e ti auguro una serena giornata. Rino Impronta.



 






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