INTERCETTAZIONI. David Ermini (Pd) boccia Gratteri: un paradosso spiare i cronisti.
ROMA, 22 maggio 2015. II responsabile Giustizia del Pd David Ermini — dopo essere sbottato in opposizione al giudizio duro del Csm (poi modificato) contro il ddl anticorruzione, di cui è relatore — ora prende di petto il procuratore Nicola Gratteri, che Renzi ha voluto come consulente a Palazzo Ghigi: «Pur condividendo lo spirito della proposta del dottor Gratteri per separare il gossip e le conversazioni penalmente irrilevanti dalle intercettazioni pubblicabili, non possiamo accettare il controllo delle telefonate e dei tabulati dei giornalisti per scovare chi è la talpa. Per combattere l'eccesso di intercettazioni pubblicate non possiamo mica consentire altre intercettazioni. Sarebbe un paradosso, pericoloso tra l'altro...». Gratteri ha proposto di aumentare la pena edittale per la pubblicazione arbitraria (da un minimo di 2 anni a un massimo di 6) in modo da consentire alla polizia giudiziaria di intercettare i giornalisti: «Le intercettazioni e i controlli sui tabulati, insiste Ermini, verrebbero eseguiti dopo che è stato compiuto il reato... Per verificare chi parla con chi..». Invece, Ermini condivide la proposta di Gratteri che costringerebbe la polizia ad inserire nelle informative per il pm solo conversazioni penalmente rilevanti tralasciando gossip e corna. Di tutto questo se ne riparlerà a luglio perché nel calendario di giugno della Camera non c'è traccia di intercettazioni. (D.Mart. – Corriere della Sera)
|