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Riforma pensioni, intesa nel governo: accordo Damiano e Baretta su Quota 97 (62 anni di età, 35 anni di contributi, con penalizzazione dell’8%). Abbandonato il ricalcolo degli assegni in essere su base contributiva.
Roma, 28 maggio 2015. Sulla questione della riforma pensioni 2015, sembra che si stia raggiungendo un accordo all'interno del governo Renzi e si stia lavorando intorno ad una convergenza tra maggioranza ed opposizione sulla proposta della cosiddetta Quota 97 per favorire un'uscita flessibile dal mondo del lavoro. Sulla materia è intervenuto anche Pierpaolo Baretta, sottosegretario all'Economia, che ha rilasciato dichiarazioni importanti, da un lato chiudendo alla questione del ricalcolo degli assegni su base contributiva, dall'altro aprendo invece al ddl di Damiano sulle uscite flessibili. Dopo la convergenza della Lega Nord con Damiano, ora sembra arrivare anche l'accordo con il governo Renzi.
ASSE DAMIANO-BARETTA SU QUOTA 97 E RIFORMA PENSIONI 2015 DEL GOVERNO RENZI, NEWS 28 MAGGIO. - Il sottosegretario all'Economia del governo Renzi, Pierpaolo Baretta, è intervenuto in una nota per sottolineare quali potrebbero essere alcune contraddizioni della prossima riforma pensioni per il 2015. La questione riguarda il ricalcolo in chiave contributiva degli assegni già in essere e degli assegni per il futuro. Il ragionamento è il seguente: se si apre alla flessibilità in uscita con un sistema di penalizzazioni e contemporaneamente si attua il ricalcolo su base contributiva, gli unici che potrebbero ottenere ancora una pensione sostenibile sarebbero coloro che percepiscono assegni molto alti, per gli altri si rischierebbe uno scenario con pensioni poco al di sopra del minimo (cioè della pensione sociale). Baretta, insomma, rilancia il discorso del ministro Poletti e soprattutto rilancia la proposta della Quota 97, l'ormai celebre ddl n. 857 di Cesare Damiano, come possibile soluzione definitiva.
QUOTA 97 E RIFORMA PENSIONI 2015: IL GOVERNO RENZI STUDIA LE PROSSIME MOSSE. - Secondo Pierpaolo Baretta, l'ipotesi di un ricalcolo contributivo non può prevedere quegli strumenti di gradualità che invece offre il ddl n. 857 di Cesare Damiano, di cui lui stesso è co-firmatario. Si tratta di una proposta che fa della semplicità la sua forza, sottolinea il sottosegretario: se si esce infatti con il requisito anagrafico minimo, 62 anni, si ha una penalizzazione dell'8%, se si esce un anno dopo la penalità diminuisce, fino ad azzerarsi con uscita a 66 anni. Il requisito contributivo restano i 35 anni, e si tratta di un sistema di flessibilità che va pagato con il prezzo di una penalità. Sull'argomento è intervenuto ovviamente anche Cesare Damiano che, dopo aver dichiarato di trovarsi d'accordo con Poletti e Baretta sulla questione dell'iniquo passaggio al contributivo, sottolinea come l'Inps di Tito Boeri dovrebbe dedicarsi maggiormente a questioni più urgenti, come quella che riguarda gli esodati e l'opzione donna, piuttosto che intestardirsi sulla questione del passaggio al contributivo.
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