Sette racconti brevi che scandagliano e ragionano su: le vuote giornate di un esodato e di una casalinga poco disperata; un ragazzo che ha pubblicato il suo primo racconto e si confronta con le reazioni dei suoi amici; un muro pieno di scritte che fanno riferimento a tante vite, alcune dense, altre meno; un padre che decide insindacabilmente il nome dei propri figli, a dispetto dell’opinione un po’ disincantata della moglie; un frate che non può far altro che continuare a pregare, anche se ormai tutto sembra perduto; un corteggiamento finito male, nonostante l’attesa; un corteggiamento finito bene, nonostante l’attesa. Ma niente è come sembra e tutto quello che succede è solo un punto di vista. E il vostro?
Recensione: Questo libro è formato da sette racconti che nascondono due lati al loro interno e che possono essere interpretati dal un punto di vista differente in base a chi li legge, non a caso la cover del libro è una persona che porta la maschera.
1-Gesù di nome e Cristo di cognome - In questa parte conosciamo Luca, che poi diventerà Fra’ Luca, che da piccolo si interroga sul perché della fede e sul significato della parola credo. Da grande è disarmato dal mondo che lo circonda che è pieno di violenza, di guerra e di dolore, non si capacita di come le persone si facciano del male tra di loro. L’unica cosa che gli rimane è di pregare e di ricordare come diceva la sua maestra che la fede è un albero dentro di noi che cresce solo se continuiamo ogni giorno a coltivarlo e a dargli da bere.
2-Lavoro e altri disastri - Qui troviamo un esodato, una persona che si ritrova a 56 anni a non avere un lavoro e nemmeno una pensione, non sa come passare le sue giornate che gli sembrano tutte uguali e vuote. A quell’età una persona avrebbe il diritto di vivere la propria vecchiaia con serenità e con una pensione dignitosa invece, deve ancora lottare per sopravvivere. Un giorno scrive in una chat per gioco e trova una casalinga che non sembra interessarsi alla vita dell’uomo ma che anche lei cerca di trovare qualcosa di diverso nelle sue giornate da mamma e moglie.
3-E’ solo un racconto - La storia parla di un ragazzo che ha pubblicato il suo primo racconto e che non si aspetta il successo che ha ottenuto e si confronta con le reazioni delle persone che lo conoscono amici e famigliari. Questi non approvano il suo lavoro o meglio non sono entusiasti di quello che ha scritto anzi alcuni gli ricordano che non andava nemmeno bene in italiano e gli chiedono come gli sia venuto in mente di scrivere un racconto. Mentre dall’altro lato troviamo i commenti degli addetti ai lavori, dei colleghi, degli scrittori e dei lettori in generale che invece descrivono il racconto come fresco, vivace, interessante e pieno di spunti.A volte le persone che ci conoscono non sanno dare il giusto valore a quello che facciamo e ai nostri sogni.
4-Tentativo di esaurimento di un muro salentino - In questa parte l’autore ci parla delle scritte che troviamo nei muri delle nostre città, dove in ogni parola e in ogni singola frase possiamo vedere la vita delle persone che lo hanno scritto e il perché in quel momento hanno sentito di lasciare un proprio ricordo.
5-Il Bar Kimera - Una ragazza che lavora in un bar e che non le piace quello che fa ma non lo ammette e un uomo molto più grande di lei che è abbagliato dalla sua bellezza e che un giorno forse non nel modo più corretto le dice di cambiare la sua vita e di iniziare a viverla veramente andando via da quel bar. Inizialmente non gli dà retta ma poi invece capirà che la scelta che aveva fatto tempo prima era stata la migliore.
6-Sul come chiamare i figli - In questa parte troviamo un bambino che si interroga sul perché si chiami Francesco, la madre non sa cosa rispondergli, semplicemente pensa che la sua domanda sia inutile e che non ci sia un perché ma solamente perché lei e il marito l’hanno voluto chiamare così. Mentre il padre, trova una risposta a questo interrogativo, il nome del bambino gli è stato dato perché suo padre si chiamava così. Per ogni nome ci deve essere un significato o un ricordo legato ad esso.
7-A quei tempi andava più o meno così - L’ultimo racconto ci riporta ad una storia che è successa qualche anno fa quando in fila per compilare delle carte un ragazzo (probabilmente l’autore) si ingegna per conquistare una ragazza che però sembra non essere interessata a lui. Alla fine nonostante tutto quello che ha fatto per la ragazza, lei se ne va e lui se ne sta ancora lì, cercando e sperando di ritrovarla nonostante siano passati dieci anni da quella mattina.
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Titolo: Gesù di nome e Cristo di cognome
Autore: Giuseppe Granieri
Pagine: 42
Casa editrice: goWare
Collana: Pesci rossi
Genere: Racconti
Prezzo cartaceo: 8,99
Prezzo ebook: 4,99
L’autore solo nell’ultima storia è la voce narrante mentre prima si inserisce solamente nei racconti con qualche considerazione personale, descrive probabilmente storie che ha sentito e che lo hanno fatto riflettere. E’ questo il suo obiettivo farci pensare e riflettere su ciò che accade intorno a noi. Una lettura molto scorrevole e veloce anche a tratti divertente e che dà la possibilità al lettore di dare la sua interpretazione e di trarre la sua personale “morale” alla storia.
Giuseppe Granieri (Galatina, 1981), vive a Copertino, Lecce. Laureato in Scienze della comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, è giornalista pubblicista. Scrive di sport e calcio per FcInterNews.it e TuttoMercatoWeb.com. Ha pubblicato i libri Giorgio Faletti e la riscoperta del noir in Italia (Sacco, 2009) e Dal calcio giocato al calcio parlato (Infinito Edizioni, 2013).