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MAFIA CAPITALI. IMPUTATI SBATTUTI IN PRIMA PAGINA alla faccia del principio di non colpevolezza. La protesta degli avvocati dell’Unione camere penali: “I penalisti italiani, d'ora in poi segnaleranno formalmente ai Procuratori della Repubblica ed agli Ordini dei giornalisti queste violazioni della legge, e si appellano al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Parlamento, agli organi dello Stato ed in particolare a tutti i giornalisti, perché venga respinto questo modo di fare informazione”.


ROMA, 6 giugno 2014. "Quasi tutti i principali quotidiani riportano le immagini dell'ultimo arrestato di turno, novello mostro preso e sbattuto in prima pagina alla faccia del principio di non colpevolezza, dell'espresso divieto previsto dall'art. 114 del codice di procedura penale e degli ulteriori  divieti previsti dalle decisioni del Garante della privacy e dallo stesso codice deontologico dei giornalisti", se ne dolgono gli avvocati penalisti dell'Unione camere penali riferendosi alla seconda tranche di arresti dell'inchiesta 'mafia Capitale.   "Ironia della sorte, proprio questa mattina - rilevano i penalisti - con una iniziativa condivisa dalla Giunta dell'Unione, la Camera penale di Bari, con un gesto simbolico, aveva consegnato al Procuratore della Repubblica ed al Procuratore generale di Bari un lenzuolo bianco come quello utilizzato dalla polizia svizzera per coprire ed occultare integralmente i soggetti tratti in arresto, per la nota vicenda della FIFA, riparandoli dallo sguardo di giornalisti e media eventualmente presenti". "In totale contrasto con la civiltà del paese confinante e con le speranze suscitate dalla iniziativa dei penalisti baresi, le pubblicazioni di oggi, costituiscono invece ancora una volta - sottolineano i penalisti - la riprova del cinismo di buona parte della informazione italiana, che tratta gli esseri umani come trofei da inchiesta giudiziaria, e di chi, ricoprendo ruoli pubblici delicati e funzioni giudiziarie di rilievo, non ha nessuna remora a dare in pasto carne fresca per l'esibizione muscolare quotidiana e per tentare di condizionare la giurisdizione".    "I penalisti italiani, d'ora in poi segnaleranno  formalmente ai Procuratori della Repubblica ed agli Ordini dei giornalisti queste violazioni della legge, e si appellano al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Parlamento, agli organi dello Stato ed in particolare a tutti i giornalisti, perché venga respinto questo modo di fare informazione. L'Unione delle Camere Penali - conclude la nota - chiede inoltre a tutta l'Avvocatura, alle formazioni sociali ed ai cittadini di condividere questa battaglia che è prima di tutto di civiltà oltre che di legalità".(ANSA).



 






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