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Inpgi avvia i cantieri della riforma - Ieri incontro interlocutorio con editori e sindacato di categoria - Novità “problematiche” Covip sull'«ex fissa».

di Vitaliano D'Angerio e Federica Micardi
Il Sole 24 Ore 10.6.2015


L'Inpgi, l'ente di previdenza dei giornalisti, rompe gli indugi e parla pubblicamente della necessità di una riforma. Un'accelerazione giustificata da un bilancio tecnico di previsione che dovrà essere approvato entro l'anno per obbligo di legge. Ieri, per presentare le possibili leve su cui intervenire, il presidente dell'ente previdenziale Andrea Camporese ha incontrato il sindacato di categoria e la Federazione nazionale degli editori (Fnsi e Fieg). L'incontro è stato interlocutorio e non è stata fornita documentazione scritta. Tra le ipotesi ventilate, ci sarebbe un aumento del contributo pari allo 0,50 per i giornalisti e allo 0,53 per gli editori (questi ultimi però dovrebbero continuare a versare il contributo per gli ammortizzatori dell'1% anche oltre il 2016): attualmente l'aliquota contributiva totale è del 36,33%, incluso Tfr e ammortizzatori, e di questa l'8,79% è a carico dei giornalisti. C'è poi la pensione di anzianità. L'Inpgi ne eroga attualmente 1.632 (erano 795 nel 2007) e oggi si può ottenere con 57 anni di età e 35 di contributi. La proposta, a quanto risulta, è di alzarla almeno a 62 anni (l'anticipata Inps richiede 41 anni e sei mesi per le donne e 42 e sei per gli uomini). Altri possibili interventi evocati sono relativi alle pensioni di reversibilità ed è stato ipotizzato un possibile contributo di solidarietà sulle pensioni. Il quadro sarà chiaro quando l'attuario Marco Micocci fornirà la relazione di previsione. Si sa che il disavanzo dell'ente tra entrate e uscite previdenziali è di oltre 80 milioni di euro; c'è poi la sostenibilità sui futuri tre anni del sistema previdenziale Inpgi che verrà descritta nel bilancio tecnico. Camporese esclude il contributivo esteso a tutti: «Ho chiarito in un documento pubblicato sul nostro sito cosa non intendiamo fare» e ha indicato tra le leve di intervento le contribuzioni, le prestazioni e gli ammortizzatori sociali.


Sui tempi della riforma nessuno si sbilancia. Sembra che l'Inpgi voglia fare in fretta, ma tutto dipende anche dai ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia) che devono approvare la riforma. In proposito tra l'istituto di previdenza dei giornalisti e i ministeri c'è una diversa interpretazione della procedura da seguire. Secondo l'ente previdenziale per approvare la riforma è sufficiente modificare il regolamento Inpgi; i ministeri vigilanti invece ritengono necessario intervenire anche sullo statuto, la"carta fondamentale" in cui sono stabiliti gli assetti previdenziali.


Intanto il 28 maggio la Covip, l’authority della previdenza, in un documento inviato ai ministeri vigilanti ha ribadito il «profilo problematico» del finanziamento Inpgi al fondo ex-fissa (una liquidazione aggiuntiva prevista per i giornalisti e recentemente ridotta). In particolare la Covip ha chiesto che l'Inpgi «effettui una specifica valutazione sulla congruità del tasso di interesse originariamente definito» (pari al 4,6% annuo).



 



 






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