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Mafia. Mario Ciancio Sanfilippo. Ordine dei giornalisti: “Perchè siamo parte civile. Vogliamo tutelare la categoria dei giornalisti siciliani, il decoro e il prestigio dell'Ordine e la dignità personale e professionale dei dipendenti della Sicilia e del gruppo editoriale guidato da Ciancio, fortemente lesi dalle gravissime imputazioni addebitate al loro direttore-editore”. Il sindacato siciliano accanto alle redazioni.


PALERMO, 19 giugno 2015.  Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia ha presentato oggi al Gup del Tribunale di Catania la richiesta di costituzione di parte civile nel procedimento che vede imputato di concorso in associazione mafiosa il direttore-editore del quotidiano La Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo. "Tale scelta, operata nell'assoluto rispetto del principio della presunzione di non colpevolezza - si legge in una nota dell'Ordine - mira a tutelare la categoria dei giornalisti siciliani, il decoro e il prestigio dell'Ordine e la dignità personale e professionale dei dipendenti della Sicilia e del gruppo editoriale guidato da Ciancio, fortemente lesi dalle gravissime imputazioni addebitate al loro direttore-editore. Questo perché i direttori dei quotidiani hanno un fondamentale ruolo di garanzia e di cerniera tra l'Ordine e gli iscritti, nell'ottica e con l'obiettivo del rispetto delle norme di legge, deontologiche, disciplinari e contrattuali". L'Ordine dei giornalisti di Sicilia sottolinea che "è da sempre impegnato nella lotta contro la mafia, anche nel ricordo degli otto colleghi assassinati da Cosa nostra". "Auguriamo al collega Ciancio - conclude la nota - di poter dimostrare di non essersi messo a disposizione dell'associazione criminale o di singoli suoi rappresentanti, mediando con esponenti della politica e della pubblica amministrazione. Ma fino a quando la contestazione sarà questa, noi non potremo che stare dalla parte processuale opposta alla sua, a tutela anche dei giornalisti suoi dipendenti, estranei alle contestazioni dei magistrati e capaci di fare sempre il proprio dovere".(ANSA).


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MARIO CIANCIO SANFILIPPO. GIORNALISTI. IL SINDACATO SICILIANO SI SCHIERA COMPATTO AL FIANCO DEI COLLEGHI DELLE REDAZIONI CHE DA SEMPRE HANNO SVOLTO IL LORO LAVORO CON LA MASSIMA PROFESSIONALITÀ E INDIPENDENZA DI IDEE, E NEL RISPETTO DEI LETTORI E DELLA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE. - Catania, 19 giugno 2015. Il sequestro di 17 milioni di euro, a Mario Ciancio Sanfilippo, rappresenta uno snodo cruciale dell'inchiesta che affolla le cronache ormai da molti mesi e che tiene col fiato sospeso centinaia di dipendenti a vario titolo legati all'editore catanese. L'Associazione siciliana della stampa, nel rispetto delle funzioni e delle prerogative di ciascuno, si schiera compatta al fianco dei colleghi delle redazioni che da sempre hanno svolto il loro lavoro con la massima professionalità e indipendenza di idee, e nel rispetto dei lettori e della deontologia professionale. Il sindacato regionale dei giornalisti segue con grande attenzione lo sviluppo della vicenda giudiziaria. Alla magistratura va tutta la fiducia possibile: convinti come siamo che debba essere lasciata lavorare nella assoluta serenità e senza alcuna polemica o pressione esterna. Si sollecita, però, anche celerità. Questa vicenda infatti si snoda su due piani paralleli: quello giudiziario e quello economico-occupazionale. Per questo il sindacato chiede la massima attenzione per le decine di giornalisti e di lavoratori impegnati nelle redazioni e nel settore editoriale nel suo complesso e che adesso, per triste paradosso, rischiano di pagare due volte: il prezzo altissimo della crisi dell'editoria e, ora, l'incertezza del destino aziendale alimentata dal percorso giudiziario in atto.



 



 


 






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