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Diffamazione. La riforma torna a Montecitorio. Sì alla norma per i cronisti senza editore. Clausola di non punibilità, se il giornale pubblica la rettifica richiesta. Ma proprio sulle multe e sulla rettifica obbligatoria si concentrano le critiche: le sanzioni penali potranno arrivare fino a 50 mila euro, mentre le rettifiche potranno essere chieste al giornale da chiunque ritenga leso «il proprio onore o la propria reputazione» da un articolo, e dovranno essere pubblicate «gratuitamente, senza commento, senza risposta e senza titolo».

di SEBASTIANO MESSINA
Repubblica 22 giugno 2015


ROMA. Viene confermata l'abolizione del carcere.  Scompare la possibilità di chiedere la cancellazione da Internet degli articoli ritenuti diffamatori.Vengono inasprite le sanzioni per le querele e le azioni civili "temerarie". E viene finalmente prevista una norma per i giornalisti che devono affrontare processi civili e penali dopo il fallimento dell' editore. Sono queste le novità principali della riforma della diffamazione a mezzo stampa, che torna oggi a Montecitorio. «Abbiamo fatto un lavoro serio - dice Walter Verini, Pd, relatore del provvedimento - confermando la cancellazione del carcere per il reato di diffamazione. E la clausola di non punibilità, se il giornale pubblica la rettifica richiesta, tutela il diritto dei cittadini a non essere diffamati e la libertà dei giornali».


Ma proprio sulle multe e sulla rettifica obbligatoria si concentrano le critiche: le sanzioni penali potranno arrivare fino a 50 mila euro, mentre le rettifiche potranno essere chieste al giornale da chiunque ritenga leso «il proprio onore o la propria reputazione» da un articolo, e dovranno essere pubblicate «gratuitamente, senza commento, senza risposta e senza titolo».


Secondo Enzo Iacopino, presidente dell' Ordine dei giornalisti «queste multe non tengono conto della potenzialità economica del condannato, e le rettifiche senza limiti rischiano di trasformare i giornali in buche delle lettere». Sulla stessa linea il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, che contesta l'assegnazione dei processi per diffamazione contro i siti internet al giudice della città del querelante («Costringere una piccola testata a difendersi in cento tribunali diversi diventa una forma indiretta di intimidazione») e avverte: «L' abolizione del carcere non può diventare un paravento per una resa dei conti contro i giornalisti».


La commissione Giustizia ha introdotto una novità importante: «Si è pensato - dice Verini - ai casi di fallimento delle proprietà dei giornali, nei quali direttori e giornalisti vengono lasciati soli a risarcire il danneggiato per diffamazione». E' quel che è successo a molti giornalisti e cominciare dagli ex direttori dell' Unità (De Gregorio, Sardo e Landò) chiamati ad affrontare oltre 50 processi, pagando di tasca loro anche centinaia di migliaia di euro, e dagli ex direttori di E-Polis, Enzo Cirillo e i fratelli Antonio e Gianni Cipriani, coinvolti in 92 processi penali e in 44 cause civili. La nuova norma - che non riguarderà i processi già arrivati a sentenza - consentirà ai giornalisti che pagheranno i risarcimenti di essere inseriti tra i creditori privilegiati dell' editore fallito (o della società in liquidazione). In pratica, dovranno continuare a pagare di tasca loro, ma poi potranno chiedere all' editore "sparito" di versare la sua parte. Per la prima volta, passa un principio: l' editore non può abbandonare i giornalisti al loro destino giudiziario.


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LA RIFORMA DELLA DIFFAMAZIONE. Walter Verini (Pd): “Il cittadino diffamato ha diritto ad una rettifica che è causa di non punibilità: ma, nel caso in cui non ci fosse, ci sarà una giusta sanzione pecuniaria, soprattutto nel caso di attribuzione di un fatto determinato palesemente falso”. - ROMA, 22 giugno 2015. "Il testo che abbiamo elaborato in commissione, e che ora l'Aula è chiamata a votare, è incisivo,



innovativo ed equilibrato. Arriva in un momento difficile per la stampa come contributo non solo legislativo ma anche civile, tutelando i cittadini perbene e incoraggiando la piena libertà di giornalisti e giornali. Resta fuori dal testo il tema della diffamazione nei blog che il Senato aveva introdotto: abbiamo ritenuto che il tema sia assolutamente reale ma che debba essere affrontato in maniera più organica, non con un semplice emendamento. L'auspicio è che il Senato, dopo l'approvazione della Camera, approvi il testo senza modifiche. Dopo circa 2 anni vedere in gazzetta questa legge sarebbe una conquista di tutti".  Lo ha detto il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, Walter Verini, relatore della proposta di legge sulla diffamazione intervenendo in aula alla Camera durante la discussione generale. "L'aspetto più rilevante del testo - spiega Verini - è la cancellazione del carcere per i giornalisti, una norma che non è stata pensata per qualcuno perché si tratta di un principio generale di civiltà. Al contempo il cittadino diffamato ha diritto ad una rettifica che è causa di non punibilità: ma, nel caso in cui non ci fosse, ci sarà una giusta sanzione pecuniaria, soprattutto nel caso di attribuzione di un fatto determinato palesemente falso. Si dà un duro colpo alle querele temerarie, fatte spesso per intimidire i giornalisti e, nelle cause civili, se si agisce con malafede o colpa grave, il Giudice potrà condannare il richiedente al pagamento di una somma fino alla metà del risarcimento richiesto. Infine il fatto che giornalisti e direttori di testate la cui proprietà è fallita potranno rivalersi sulla proprietà stessa in caso di condanna al risarcimento rappresenta una scelta di notevole rilievo".  (ANSA).


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5 GIUGNO 2015 -  5° CONVEGNO “GIUSTIZIA E INFORMAZIONE” A LIERNA (LECCO) SUL TEMA “PROPOSTE DI MODIFICA IN MATERIA DI DIFFAMAZIONE E DI INTERCETTAZIONI: RICERCA DI UN GIUSTO EQUILIBRIO O DI UN BAVAGLIO?”.



INDICE:



1.PREMESSA.  INTERCETTAZIONI. SERVE UNA LEGGE DI UN SOLO ARTICOLO CHE ABOLISCA I SEGRETI ISTRUTTORI IN VIGORE E CHE VIETI DI PUBBLICARE SOLTANTO QUEGLI ATTI PROCESSUALI SUI QUALI IL GIUDICE ABBIA DECISO DI APPORRE IL VINCOLO TEMPORANEO DI SEGRETEZZA.



2. IL GIORNALISTA (COME L’AVVOCATO) DIVENTI PARTE NEL PROCEDIMENTO PENALE.



3. “PROPOSTE DI MODIFICA IN MATERIA DI DIFFAMAZIONE E DI INTERCETTAZIONI: RICERCA DI UN GIUSTO EQUILIBRIO, NON  DI UN BAVAGLIO. IL DIBATTITO IN PARLAMENTO, CHE DECIDERÀ PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA. VIA IL CARCERE PER I CRONISTI, MA NON BASTA. LA LEGGE NON ACCOGLIE NUMEROSE RICHIESTE, PRIME FRA TUTTE LO STOP ALL’USO INTIMIDATORIO DELLE QUERELE E DELLE CAUSE PER DIFFAMAZIONE E LA PARAMETRAZIONE DELLE MULTE E DEI RISARCIMENTI ALLE CAPACITÀ ECONOMICHE DEL CONDANNATO. EDITORI E CRONISTI  SENZA COPERTURA ASSICURATIVA. ANCORA OGGI CHI DELIBERATAMENTE OSTACOLA L’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI CRONACA NON INCORRE IN NESSUNA SANZIONE SPECIFICA. IN CODA ESAME ANALITICO DEL DDL DI RIFORMA.



4. INTERCETTAZIONI. I GIORNALISTI: “NO A SANZIONI PENALI. LA STRADA PIÙ CORRETTA DA SEGUIRE - E SEMMAI DA RAFFORZARE - È QUELLA DI UN MAGGIOR RIGORE SUL PIANO DELLA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE E QUINDI DELLA RESPONSABILITÀ”. IL PARADOSSO DI GRATTERI: “SPIARE I CRONISTI”, MA STRASBURGO NON CI STA. NELL’ATTESA DELLA RIFORMA, SOCCORRE LA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DEI DIRITTI DELL’UOMO VINCOLANTE PER I TRIBUNALI ITALIANI. TRE SENTENZE ILLUMINANTI.



5. LA CONVENZIONE EUROPEA PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DELL’UOMO E DELLE LIBERTÀ FONDAMENTALI  INGLOBATA DAL 1° DICEMBRE 2009, CON L’ARTICOLO 6,  NELLA COSTITUZIONE EUROPEA. IL GIUDICE NAZIONALE DEVE TENER CONTO DELLE SENTENZE DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO AI FINI DELLA DECISIONE, ANCHE IN CORSO DI CAUSA, CON EFFETTI IMMEDIATI E ASSIMILABILI AL GIUDICATO:COSÌ LA CASSAZIONE.  - DI FRANCO ABRUZZO  - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=18001



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.10.6.2015 - .DIFFAMAZIONE A MEZZO MASS MEDIA: presto il ddl nell’aula della Camera. Il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia esalta l’abolizione del carcere per i cronisti, ma dimentica le multe da 5mila a 50mila euro in caso di condanna. E i cronisti compiacenti non gli pongono alcuna domanda. FRANCO ABRUZZO: "La legge di riforma approvata dalla Commissione Giustizia della Camera ha qualche lato positivo e molti negativi. Ci sono luci e ombre ma le ombre sono veramente pesanti. La condanna al carcere è stata abolita, ma viene sostituita con multe esagerate. Le sanzioni pecuniarie spropositate previste sono un limite alla libertà di stampa: questo è un danno per tutti i cittadini, che riceveranno meno notizie sui Palazzi del potere”. IN CODA LA RELAZIONE DI FRANCO ABRUZZO AL CONVEGNO DI LIERNA DEL  5 GIUGNO. - di Francesco M. de Bonis –  TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=18057




 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 






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