24.6.2015. I consiglieri di Inpgi Futuro hanno fatto presente che, al di là delle motivazioni politiche o ideologiche, è opportuno tenere presente che un organo amministrativo come il Cda dell'Inpgi non può sostituirsi al Parlamento modificando trattamenti pensionistici in essere. E' peraltro tutto da verificare se al Parlamento stesso spetti un simile diritto.
Il vicepresidente dell'istituto Paolo Serventi Longhi ha scritto oggi ad alcuni pensionati una mail cui ha allegato lo schema contributivo ipotizzato dall'istituto per i pensionati. Serventi ipotizza che con questo contributo (in basso vedete lo schema consegnato al Cda giornalistico e reso pubblico dal vicepresidente) l'istituto incasserebbe 100 milioni in 10 anni. E' bene precisare che nella riunione informale di ieri il risparmio è stato stimato in 6 milioni annui, pari a 60 nel decennio e non 100.
Ma il problema è un altro. Quello che Serventi non dice è che per principio il taglio delle pensioni non può essere accettato perché compito dell'Inpgi è pagarle e non tagliarle. L'entità del taglio è del tutto secondaria perché, una volta passato il principio, il taglio può essere nel tempo più volte replicato e incrementato dall'Inpgi o dal governo di turno. E' ovviamente possibile applicare un contributo, ma solo se il pensionato è d'accordo.
P.S. Come mai non vediamo una sola parola sul possibile risparmio per i 350 mila euro lordi annui del presidente Inpgi, i 25 mila euro dei consiglieri, i 250 mila euro per il collegio sindacale (sette membri) nonché per quel paio di centomila euro erogato ai fiduciari regionali? Forse il prelievo che si potrebbe chiedere ai pensionati non è famigerato. Ma certo quel vago senso di reprimenda che si nota nel testo diffuso da chi fino a ieri è stato parte responsabile del disastro, e oggi non ha nemmeno la dignità di tagliare le proprie prebende, appare ridicolo e offensivo.
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INPGI, IL GIALLO DELLE PENSIONI CON 40 ANNI DI CONTRIBUTI: SCOMPAIONO? LA PROTESTA DI PUNTOEACAPO. Wwwpuntoeacapo.org - Sono giorni decisivi per la riforma previdenziale allo studio dell'Inpgi. Il voto finale è previsto entro luglio, ma nel frattempo scoppia il giallo delle pensioni di anzianità con 40 anni di contributi. Sin dallo scorso anno era chiaro a tutti i soggetti chiamati a esprimersi sulla riforma, Cda dell'Inpgi in primis, che non sarebbe stato toccato il diritto di andare in pensione di anzianità con ben 40 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Lo sosteneva fino a ieri e lo aveva scritto il presidente Andrea Camporese in un articolo scritto, pubblicato sul sito istituzionale dell'Inpgi e ora misteriosamente scomparso. Lo recuperate qui, sintetizzato e commentato.
Nella bozza di riforma mandata in visione a Fnsi e Fieg il 19 giugno scorso, invece, questa facoltà è misteriosamente scomparsa dalle ipotesi. A notarlo per primi sono stati colleghi che hanno avuto la possibilità e la fortuna di iniziare a lavorare a venti anni di età o poco più.
I consiglieri eletti con Inpgi Futuro hanno subito chiesto spiegazioni su questa modifica, ricevendo ieri - in una riunione informale del Cda dedicata all'argomento - una doccia scozzese: il diritto a questa pensione sarebbe eliminato.
Si è levata a questo punto una protesta trasversale alle componenti sindacali, che ha visto aderire anche il segretario della Fnsi Lorusso. Il taglio è una eventualità che sembra ispirata soprattutto dagli uffici dell'Inpgi, preoccupati dalle proiezioni dell'attuario sugli scenari futuri dell'istituto, ma non condivisa praticamente da nessuno dei consiglieri. I motivi di questo dissenso sono chiari. Nel momento in cui - tra il 2016 e il 2018 - si aprirebbe una finestra per un contingente tra i 630 e i 750 colleghi circa, è chiaro che con le clausole di salvaguardia previste dall'istituto potrebbero essere centinaia i giornalisti che deciderebbero di andare in pensione con questa formula prima che per loro sia troppo tardi. Insomma: con lo scopo di eliminare una possibile fonte di spesa pensionistica, l'Inpgi potrebbe essere colpito da effetti devastanti.
Questo per tacere delle legittime aspettative di vita di questi colleghi che nei decenni hanno versato fiori di contributi, spesso portando a riscatto o ricongiunzione in misura onerosa contributi dall'Inps. Contributi che Inpgi si è fatto pagare.
Alla fine della riunione il presidente Camporese, che è sembrato imbarazzato per la situazione che si era venuta a creare, ha chiesto di formulare nelle prossime settimane una proposta che possa fare uscire dall'impasse.
Puntoeacapo ritiene che una misura come quella ipotizzata ieri porterebbe caos e guai all'istituto e lederebbe diritti legittimamente ottenuti. Chiediamo a Camporese di tenere presenti queste osservazioni.
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