7.7.2015 - In riferimento ad articoli apparsi su siti web il giorno 2 luglio scorso, in cui si evidenzia, con accento evidentemente negativo, il costo del personale di struttura INPGI, corre l’obbligo alle scriventi Organizzazioni Sindacali di fare alcune osservazioni.
La storia recente dell’Inpgi e del suo personale la possiamo far risalire al 1° gennaio 1996, ultimo atto dell’Istituto nel parastato, dove la consistenza organica contava 242 dipendenti, è evidente come la privatizzazione dell’ente abbia prodotto un taglio di circa il 20% del personale.
L’aumento della spesa del personale dal 2007 ad oggi è frutto delle dinamiche contrattuali di primo livello e di una contrattazione aziendale che ha saputo valorizzare la crescita professionale a fronte di un sostanziale blocco delle assunzioni se è vero che dalle 203 unità del 2007 si è passati alle 207 del 2014.
Questo in un quadro generale che si è andato velocemente degradando e che, comunque, ha visto il moltiplicarsi delle attività dell’Istituto anche in virtù di norme che hanno cercato di attrarre gli Enti Previdenziali Privati verso la sfera pubblica; a ciò l’Inpgi è stato in grado di far fronte senza ricorrere ad incrementi di organico (come avvenuto in molti degli altri enti) ed assicurando sempre prestazioni di indubbio livello qualitativo.
Appare anche improprio l’accostamento delle spese del personale a quelle degli organi; delle prime possiamo rispondere con le considerazioni che cerchiamo di offrire, delle altre è titolare il CdA dove, peraltro, componenti e rappresentanti della FNSI trovano posto.
A questo proposito, ma sarebbe superfluo ricordarlo ad un Sindacato di tradizione e di cultura come la FNSI, i tavoli di confronto aperti negli anni sia di 1° che, soprattutto, di 2° livello hanno prodotto sempre accordi estremamente sostenibili e volti ad un continuo efficientamento della struttura.
Nello specifico del Contratto Integrativo Aziendale 2012, alcuni riferimenti contenuti nell’articolo sono decisamente fuorvianti: l’indennità urbana (contributo alla mobilità urbana) ha un alto valore sociale ed un irrisorio impatto economico, l’indennità di mensa (buono pasto) che l’integrativo aveva effettivamente portato a 12 euro (un incremento di ben 50 centesimi!) è stata di li a poco tagliata a 7 euro dalla spending review , cui le Casse hanno dovuto sottostare conferendo allo Stato risorse tolte alla disponibilità degli iscritti, e che, impropriamente, ha coinvolto anche i Lavoratori.
Si legge in negativo anche l’accento posto sugli incentivi all’esodo che, se danno luogo nell’immediato ad un incremento di spesa, producono invece nel medio periodo notevoli riduzioni di costo in quanto riguardano risorse non sostituite o sostituite con inquadramenti al livello di ingresso.
Le politiche e le iniziative che si stanno attivando sono tutte rivolte ad una riqualificazione ed ottimizzazione della spesa per il personale i cui risultati saranno più evidenti già a partire dall’anno in corso, ma è piuttosto sorprendente che un Sindacato di Lavoratori, seppure di altra categoria, nel sacrosanto diritto di difendere il proprio Ente di previdenza, cerchi di coinvolgere i Lavoratori dell’Istituto in una polemica, alquanto sterile, che non gli appartiene.
I Lavoratori, attraverso i loro rappresentanti, dialogano e rendono più efficace la loro azione; non abbiamo dubbi che vogliate un INPGI solido, efficiente ed efficace, è la nostra stessa volontà e per questo vi invitiamo ad un confronto pubblico, con tutti i Lavoratori dell’Istituto, che potremmo tenere a breve.
FP CGIL CISL FP UIL PA