APPELLO DEI CRONISTI LOMBARDI A SINDACO, PREFETTO E QUESTORE DI MILANO: “CHIEDIAMO IL MASSIMO SFORZO PER CANCELLARE LE SCRITTE CON OFFESE E MINACCE AI CRONISTI SUI MURI DEGLI STABILI DI MILANO”.
Milano, 7 luglio 2015. Nei giorni scorsi il Gruppo cronisti lombardi ha inviato una lettera al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, al prefetto Francesco Paolo Tronca e al questore Luigi Savina per chiedere la cancellazione delle scritte con offese e minacce ai cronisti sui muri dei palazzi di Milano. “Durante gli anni del terrorismo Milano ha pagato un pesantissimo tributo. Questa è la città di Walter Tobagi ucciso il 28 maggio del 1980 per aver svolto in modo puntuale e coraggioso il suo lavoro di cronista. E sempre a Milano, in quegli stessi anni, furono gambizzati, feriti e aggrediti molti giornalisti proprio per il loro impegno e l’indipendenza del loro operato – si legge nella lettera firmata dal presidente del Gruppo cronisti Lombardi Cesare Giuzzi –. Purtroppo negli ultimi mesi sono apparse sui muri di Milano scritte e minacce nei confronti di alcuni cronisti. Minacce e insulti con nomi e cognomi che campeggiano sulle pareti di diversi stabili di proprietà privata e pubblica (Aler o comunale) in quartieri come il Ticinese, il Lorenteggio, il Giambellino. In altre scritte i giornalisti sono definiti addirittura terroristi”. “Sappiamo che, per fortuna, questi episodi non sono neppure paragonabili agli eventi più tragici del passato. Tuttavia la loro sola presenza è un’offesa alla memoria dei colleghi caduti sotto i colpi del terrorismo. Ma è anche un pesante avvertimento nei confronti dei cronisti che oggi sono impegnati su temi complessi e delicati come quello del disagio abitativo e delle politiche di accoglienza – prosegue la missiva inviata al sindaco, al prefetto e al questore di Milano –. Si tratta di minacce esplicite e ancor peggio pubbliche affinché tutti le vedano, con uno scopo preciso: intimorire, scoraggiare, fermare chi si occupa di questi temi. Per questo chiediamo alle istituzioni uno sforzo collettivo per cancellare offese e minacce dai muri di Milano. Per ridare, anche nei fatti, al lavoro dei cronisti lombardi la dignità e il rispetto che meritano”.
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