17.7.2015 -Il Consiglio di amministrazione INPGI é seriamente intenzionato a varare il 27 luglio prossimo la riforma delle pensioni, ivi compreso il taglio dei vitalizi in corso di pagamento. Al momento non si conosce ancora il testo definitivo. Ma non si esclude che la bozza finale sia diversa da quella inviata un mese fa dal Presidente INPGI Andrea Camporese alle Parti Sociali ed intitolata "IPOTESI DI INTERVENTI PER LA SOSTENIBILITA' DELLA GESTIONE PREVIDENZIALE INPGI" che é stata votata a maggioranza l'8 luglio scorso dalla Giunta Esecutiva della FNSI.
Un dato balza, però, subito agli occhi: il percorso scelto stavolta dall'INPGI per varare la riforma é del tutto diverso da quello seguito nel 2005 quando la riforma delle pensioni fu prima approvata dal Consiglio di amministrazione con delibera n. 72 del 30 giugno 2005, poi fu ratificata il 1° luglio dal Consiglio Generale e solo 5 giorni dopo fu trasmessa alle Parti Sociali (FNSI e FIEG) e parallelamente ai Ministeri vigilanti del Lavoro e dell'Economia e Finanze.
Ora invece, pur essendo in vigore le stesse regole, é stata già inviata da un mese alle Parti Sociali una bozza che a larga maggioranza raccoglierebbe il voto favorevole dei giornalisti presenti in CdA.
Ma, se il testo definitivo fosse diverso, che valore avrebbe il parere espresso dalla FNSI l'8 luglio? E quale sarebbe la procedura più corretta: quella attuale o quella di 10 anni fa?
Quanto al possibile taglio delle pensioni INPGI/1 già in corso di pagamento e che assumerebbe la forma di un contributo di solidarietà per attuare un "Patto intergenerazionale" tra giovani giornalisti e anziani in pensione, nella bozza di riforma ci si dimentica del tutto di dire che i giornalisti pensionati stanno già facendo da tempo la loro parte avendo contribuito a far risparmiare all'INPGI/1 circa 20 milioni di euro grazie sia al blocco della perequazione delle pensioni del 2008, 2012, 2013, 2014 e 2015, sia al nuovo taglio delle pensioni oltre 91 mila 250 euro lordi l'anno a partire dal 1° gennaio 2014 in poi.
Infine va risolto il quesito già posto da molti colleghi e da Associazioni regionali stampa se l'INPGI/1 possa tagliare di sua iniziativa l'importo di una pensione in corso di pagamento. La Cassazione con ripetute sentenze del 2014 e 2015 ha risposto che i diritti acquisiti non si toccano e le Casse privatizzate non possono imporre un contributo di solidarietà, che taglia le pensioni, con un atto amministrativo che non ha forza di legge. E anche la Corte Costituzionale é sulla stessa linea. Insomma, se il CdA INPGI decidesse di andare avanti lo stesso, infischiandosene di questi verdetti, i giornalisti pensionati potrebbero presentare una valanga di ricorsi al giudice del lavoro. Frattanto l'Istituto dà un prestito di 12 mln di euro alla Fieg (per pagare una piccola fetta dei suoi debiti per la ex fissa, debiti che ammontanoi a 140 nln), stanzia 3 milioni di euro per garantire una risibile e demagogica copertura Casagit a 6mila giornalisti autonomi (500 euro procapite) senza aver lanciato un bando come impone la normativa Ue e quella nazionale. Ma c'è altro: l'Inpgi regala 21 mila euro in più dell'Inps a chi percepisce l'indennità di disoccupazione e 17 mila euro in più rispetto all'Inps ai neo-pensionati. La Procura di Milano sostiene che l'Istituto ha regalato 7,6 milioni di euro alla Sopaf con l'acquisto di 225 quote Fip, vicenda che ha spinto il Pm Gaetano Ruta a incriminare il presidente dell'ente Andrea Camporere per truffa alla Fondazione e corruzione. Camporese percepisce una indennità annua lorda di 314mila euro, 64mila euro in più del presidente della Repubblica. L'Inpgi è ente sostitutivo dell'Inps ed è pubblica amministrazione. IL presidente dell'Inps, che amministra 17 milioni di pensionati (contro gli 8mila dell'Inpgi), percepisce una indennità di 102mila euro (in http://pensioni.manageritalia.it/2015/02/27/sullo-stipendio-di-tito-boeri/)
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.19.6.2015 - .INPGI - Il Cda vara una manovra lacrime e sangue (il progetto è pubblicato qui sotto). Il documento trasmesso alla Fnsi e alla Fieg in vista del confronto prima di sottoporlo ai ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) per l’approvazione definitiva. Questo “piano” colpisce tutti sotto forma sia di tagli alle prestazioni sia di contributi aggiuntivi da versare all’Istituto da parte di editori, giornalisti in attività (e anche nella loro veste di futuri pensionati) e giornalisti pensionati (comparto sul quale la legge e lo Statuto dell’Istituto non conferiscono alcun potere alle parti sociali, Fnsi e Fieg). Per quanto riguarda le pensioni in essere l’Inpgi si attribuisce poteri parlamentari quando stabilisce che gli attuali prelievi in vigore (ex legge 147/2013) fino al 31 dicembre 2016 saranno prorogati per i successivi 5 anni a partire dal 1° gennaio 2017. I prelievi sono del 6% sulle pensioni da 91.250,16 a 130.358,8 euro; del 12% da 130.358,81 a 195.538,20 euro; del 18% oltre 195.538,20. Il Cda, inoltre, prevede un prelievo dello 0,5 sulle pensioni da 0 a 30.000,00 euro; dell’1% da 30.001,00 a 60.000,00 euro; dell’1,5% da 60.001,00 a 91.251,15 euro. La domanda è una sola: l’Inpgi può introdurre prelievi per via amministrativa sulle pensioni esclusi dalla Cassazione? IN CODA la giurisprudenza più recente sulle pensioni.– TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=18138