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RIFORMA PENSIONI INPGI: GLI STRAVOLGIMENTI STATUTARI E LE GRAVI DIMENTICANZE CONTENUTI NEL DOCUMENTO DELLA GIUNTA FNSI.E a che titolo l'INPGI vorrebbe ora tagliare le pensioni in corso di pagamento visto che il suo unico obbligo statutario e istituzionale é, invece, solo quello di pagarle, visto anche che la Cassazione e la Corte Costituzionale con tutta una serie di decisioni conformi hanno in casi analoghi bocciato questa possibilità di taglio? (TESTO ANCHE IN ALLEGATO)
di Francesco M. de Bonis
L'8 luglio scorso la Giunta della FNSI ha approvato a maggioranza la bozza di riforma delle pensioni INPGI in cui si prevede, tra l'altro, il taglio di tutte le pensioni INPGI 1 in corso di pagamento. All'inizio del documento (vedere allegato 1 in calce) si legge che la Giunta ha esaminato "le ipotesi di modifica delle prestazioni previdenziali dell’INPGI, proposte dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto e le relative valutazioni attuariali". Ma é davvero così? Assolutamente no, visto che il Consiglio di amministrazione INPGI in alcuna seduta ufficiale quest'anno non si é mai occupato della riforma delle pensioni, né ha tantomeno valutato il nuovo bilancio tecnico attuariale e dovrebbe affrontare l'argomento, comprese le valutazioni attuariali, solo il 27 luglio prossimo. E allora su che ha deliberato la Giunta della FNSI? E poteva comunque deliberare il taglio delle pensioni? Assolutamente no, visto che lo Statuto della FNSI non prevede tale facoltà, mentre l'UNGP (Unione nazionale giornalisti pensionati) in base all'art. 2 del suo Statuto deve “tutelare gli interessi morali e materiali dei giornalisti pensionati, rappresentandoli nelle istanze sindacali, previdenziali e assistenziali e tutelare parimenti i titolari di pensione di reversibilità, indiretta e supplementare, erogate dall'I.N.P.G.I.”. A sua volta l'art. 2 dello Statuto dell'Associazione Stampa Romana si prefigge tra l'altro di "promuovere il benessere dei pensionati", mentre l'art. 2 dello Statuto del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati presso l’A.S.R. si prefigge di "garantire gli interessi morali e materiali dei giornalisti pensionati e delle loro famiglie", rappresentandoli nelle istanze associative, sindacali, previdenziali e assistenziali. In conclusione, non solo non esiste per la FNSI alcuna possibilità di tagliare le pensioni INPGI 1 in corso di pagamento, ma non potrebbe proprio farlo perché violerebbe sia gli Statuti delle Associazioni in essa federate, sia di organismi di base da essa affiliati come l'Unione Nazionale Giornalisti Pensionati (UNGP). Tale diritto “é riconosciuto ai giornalisti professionali iscritti alle AA.RR.SS. e titolari di pensione, considerato che il trattamento di quiescenza, cosi come generalmente concepito e disciplinato nei sistemi pensionistici, è una proiezione della retribuzione percepita in attività di servizio" (vedere art. 38 lettera b dello Statuto FNSI). Peraltro perché mai l'INPGI dovrebbe interpellare la FNSI e la FIEG (sic!) per ottenere il via libera ad un taglio delle pensioni INPGI 1 in corso di pagamento, taglio mascherato dall'introduzione di un contributo di solidarietà che semmai spetterebbe solo al Governo o al Parlamento? Come può allora la FNSI dare il suo benestare al taglio delle pensioni quando tale argomento esula completamente dalle sue competenze dovendosi occupare, come Parte Sociale, dei contratti di lavoro a tutela dei lavoratori in attività di servizio? Peraltro risultano iscritti al sindacato neppure un terzo dei giornalisti pensionati, che non avrebbero più alcun motivo di restare iscritti al sindacato, tenendo anche conto che 1.200 di essi devono addirittura essere ancora pagati della cosiddetta Ex Fissa prevista da accordi siglati dalla FNSI, ma non rispettati dalla FIEG che ha un debito con l'INPGI di circa 140 milioni di euro pagabili in almeno 12 anni, cioé entro il 2027! E a che titolo l'INPGI vorrebbe ora tagliare le pensioni in corso di pagamento visto che il suo unico obbligo statutario e istituzionale é, invece, solo quello di pagarle, visto anche che la Cassazione e la Corte Costituzionale con tutta una serie di decisioni conformi hanno in casi analoghi bocciato questa possibilità di taglio? E perché nella bozza di riforma si parla a vanvera che si intende con essa avviare un patto di solidarietà intergenerazionale, ma ci si dimentica, tuttavia, di sottolineare che la stragrande maggioranza dei pensionati INPGI 1 sta già pagando da anni un pesante obolo all'Istituto che ha così potuto beneficiare (ma, stranamente, senza dire neppure grazie, ndr) di circa 20 milioni di euro per effetto sia del blocco della perequazione sui vitalizi, cioé della rivalutazione monetaria in base agli indici ISTAT, sia del taglio delle pensioni oltre 91 mila euro lordi l'anno? E' corretto tutto ciò? E come si concilia il taglio anche sulle pensioni più basse dal 1° gennaio 2016 per le quali il governo Renzi ha deciso di restituire con gli arretrati a partire dal 1° agosto prossimo la perequazione bloccata da anni? E a che titolo e a favore di chi i giornalisti in attività di servizio dovrebbero continuare a versare ogni mese all'INPGI 5 euro (cioé 70 euro l'anno)? E come mai nella tabellina a pagina 11 si prevede un risparmio di spesa per l'INPGI/1 di 6 milioni di euro solo a partire dal 2017, visto che la riforma scatterebbe, invece, dal 1° gennaio 2016? Non c'é forse un errore di data? Ed é corretta la procedura ora adottata, ma che é diametralmente opposta da quella seguita 10 anni fa dall'INPGI, pur essendo rimaste in vigore le stesse norme di legge? Nel 2005 la riforma fu infatti votata prima dal Cda, poi dal Consiglio Generale INPGI e quindi inviata alle Parti Sociali e parallelamente ai Ministeri vigilanti (vedere allegato 2 in calce). Ora invece la Giunta della FNSI si é pronunciata su una bozza di lavoro del Presidente INPGI Camporese addirittura 20 giorni prima della seduta del CdA INPGI in cui sarà discussa e non é previsto neppure alcun passaggio al Consiglio Generale INPGI come nel 2005, nonostante si tratti di una riforma considerata epocale! Apri l'allegato per leggere il seguito cccccccccc
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