Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
  » I fatti della vita
INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  I fatti della vita
Stampa

Articolo del Corriere della Sera suona come un monito per il CdA dell'Inpgi governato da personaggi demagogici (immagini sfuocate di Robin Hood: “Rubo ai ricchi per dare ai poveri”) che vogliono premiare - con i soldi di quanti hanno versato per decenni contributi “d'oro” - chi ha un assegno basso figlio spesso di evasione, sommerso ed elusione.
=================
TAGLI ALLE PENSIONI. ATTENTI A RISPETTARE IL PRINCIPIO DI EQUITÀ. Lotta alla povertà/La proposta del presidente dell’Inps di trasferire reddito da chi ha pagato tanti contributi a chi ha versato meno presenta delle debolezze. Pensioni basse in un ciclo favorevole (1976/2007) significano evasione, elusione e sommerso.

di Alessandra Del Boca* e Antonietta Mundo**
Corriere della Sera 25.7.2015

Il programma con cui il presidente dell’Inps Tito Boeri ha esordito vuole sconfiggere la povertà con lo strumento inusuale della previdenza. Le molte reazioni ne segnalano le debolezze: se si risolvessero i problemi tecnici, questa proposta sarebbe isolata in un mare tale di iniquità da non essere proponibile politicamente. La proposta cuore vorrebbe togliere, come «atto d’equità», a pensioni più fortunate per finanziare le «uscite flessibili», ma si traduce in una nuova tassa per i pensionati.


Il carico fiscale già grava pesante sulle fasce medio-alte: 10,9% dei contribuenti paga 51,2% dell’Irpef; più di 10 milioni di italiani versano in media 55 euro all’anno e quasi 800 mila dichiarano redditi nulli o negativi, contro una ricchezza media pro capite doppia di quella tedesca. Per sostenere chi ha fatto scelte previdenziali a trattamenti bassi si colpisce chi ha contribuito a lungo regolarmente. Un prelievo da pensioni «ricche» a pensioni povere all’interno del sistema previdenziale cambia i termini della tassazione. Non senza conseguenze macroeconomiche: si tolgono porzioni di reddito pensionistico, tassate ad aliquote marginali Irpef del 38%-43%, per dare somme basse ad altri pensionati, che ricadrebbero nella no tax area o nel primo scaglione ad aliquote del 23%, s’abbassa il gettito Irpef, che lo Stato recupererà con nuove tasse o aumentando il debito. I più poveri di oggi sono andati in pensione nell’ultimo trentennio.


Sorprende che lavoratori che hanno vissuto il ciclo favorevole 1976-2007 abbiano pensioni così basse. L’occupazione è sempre cresciuta e la disoccupazione ha oscillato tra 6,5% e 9%, protetta da ammortizzatori più generosi di oggi, ma la contribuzione, soprattutto per donne, agricoli, autonomi, prosecutori volontari è stata bassa o insufficiente. Pensioni così basse in un ciclo favorevole significano evasione, elusione e sommerso. Risultano poveri o privi di reddito in Italia gli oltre 2 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi in nero stimati dall’Istat e la malavita. A questi si aggiungono le elusioni per denunce parziali dei redditi e quindi dei contributi.


La povertà, dipende anche dal ruolo di ammortizzatore sociale che hanno svolto le famiglie e i pensionati; hanno sostituito uno Stato sociale che non sostiene la ricerca di primo impiego, la formazione e la lunga disoccupazione. Il reddito minimo garantito che viene proposto per gli over 55 senza lavoro e senza ammortizzatori è un problema di fiscalità generale, o meglio dovrebbe essere un nuovo ammortizzatore che copre il rischio di disoccupazione lunga, da porsi anche a carico delle imprese che licenziano, come negli Stati Uniti.


Sulla flessibilità in uscita vediamo pericoli tecnici e di politica del lavoro: sul piano tecnico è vero che la soluzione per un calcolo tutto contributivo della pensione, di chi vuole anticipare l’uscita dal lavoro, spalmerebbe il montante maturato in più anni, in relazione alla sua speranza di vita per il principio dell’equivalenza attuariale, ma tale calcolo genererebbe pensioni più basse di circa 20-30% per circa 7-10 anni di anticipo, impoverendo il futuro pensionato, che verrebbe sostituito da un giovane con un più basso livello di contribuzione. Ogni anticipo rispetto all’età legale aumenterebbe il numero dei pensionati peggiorando il rapporto con gli occupati, elemento chiave per valutare la sostenibilità di un sistema previdenziale a ripartizione. L’invecchiamento è uno dei cardini della buona gestione delle risorse umane di un Paese: politiche contrattuali e sociali che ricollochino e frenino la fuoriuscita dal lavoro farebbero risparmiare in sanità, assistenza, previdenza migliorando il benessere.


La normativa del contributivo prevede già un importo minimo di 2,8 volte l’assegno sociale per la pensione anticipata e per la pensione di vecchiaia un importo minimo di 1,5 volte l’assegno sociale. Il pensionato 70enne che non ha raggiunto questi minimi ha comunque diritto all’assegno sociale o parte di esso se ha un reddito inferiore.


L’ultimo punto della proposta sarebbe condivisibile ma non nel nostro Paese e se non si scontrasse con la legge di Stabilità 2015. L’ipotesi che un lavoratore o un pensionato paghi più contributi per garantirsi un reddito maggiore non convince: troppe sono le fonti di erosione improvvise e arbitrarie. La sfiducia nelle politiche previdenziali, che tolgono a chi ha contribuito di più e più a lungo, è già alta: ne è un esempio il taglio retroattivo del pro quota contributivo, vigente dal 2012, solo per chi ha contribuito oltre i 41 anni, anche se la pensione resta entro il limite di rendimento dell’80% della retribuzione (commi 707-9). Non si può pensare che i pensionati affidino altri risparmi all’Inps mentre vengono minati i loro incentivi razionali a farlo. Quando si tratta di fare cassa, la prima manovra, da 30 anni ad oggi, è bloccare la rivalutazione e abbassare il potere di acquisto delle pensioni per la vita residua.


Il patto previdenziale dello Stato con il cittadino non è scritto nella pietra, cambia per arginare le crisi e le variazioni demografiche, ma la sua revisione deve essere accettabile sul piano dell’equità complessiva del Paese.




  • *Professore di Economia Consigliere di Sorveglianza Ubi




  • ** Attuario, ex Coordinatore Generale Statistico Attuariale dell’Inps




TESTO IN http://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20150725/282196534650821/TextView


 


 





Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com