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5.1.2016 - Iniziativa dell'Unci a Catania nel giorno in cui è stato ricordato il sacrificio del giornalista e scrittore Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia nel 1984. TESSERA ONORARIA A RICCARDO ORIOLES, FIRMA STORICA DE "I SICILIANI". Una dichiarazione di Claudio Fava all'Ansa.

Catania, 5 gennaio 2016 - Il Gruppo Siciliano dell'Unione nazionale cronisti italiani ha ricordato oggi il sacrificio del giornalista Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia il 5 gennaio del 1984 con una cerimonia che ha avuto luogo in tarda mattinata a Catania davanti alla lapide alla memoria dello scrittore originario di Palazzolo Acreide (Sr). A conclusione della cerimonia il Gruppo siciliano dell'Unione cronisti ha consegnato, alla presenza del vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales - la tessera onoraria al collega Riccardo Orioles. All'evento hanno partecipato anche i consiglieri nazionali dell'Unci Giuseppe Lo Bianco ed Elena Giordano, il presidente regionale dell'Unci, Andrea Tuttoilmondo, il segretario provinciale dell'Assostampa catanese, Daniele Lo Porto,  il tesoriere del Consiglio direttivo regionale Daniele Ditta ed il componente dello stesso organismo siciliano Gioia Sgarlata. La consegna del tesserino è stata preceduta da un minuto di silenzio dedicato al giornalista-scrittore e due omaggi floreali sono stati deposti a nome dell'Unci Nazionale e per conto dei cronisti siciliani. "Voglio ringraziare l'Unione cronisti - ha detto Orioles, firma storica del periodico "I Siciliani", fondato da Giuseppe Fava - per questo tesserino che mi viene consegnato nel giorno in cui si ricorda un grande giornalista come Pippo Fava. Questo gesto dell'Unci l'ho apprezzato davvero tanto, sono commosso". "Il tesserino a Riccardo Orioles - ha osservato Leone Zingales - viene consegnato per testimoniare l'impegno di un collega che ha sempre dimostrato, in tutti questi anni, di svolgere il mestiere con coraggio e professionalità e che ha raccolto l'eredità di Giuseppe Fava. Oggi celebriamo Giuseppe Fava - che ho conosciuto nel 1983 - anche nel ricordo della figlia Elena, scomparsa recentemente e che è stata molto vicina all'Unione cronisti partecipando alle Giornate della Memoria dedicate ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo. Il suo impegno e la sua vicinanza ci mancheranno". "Giuseppe Fava è una di quelle figure grazie alle quali le nuove generazioni di cronisti hanno maturato il proprio amore verso questa professione - ha detto il presidente regionale dell'Unci Andrea Tuttoilmondo -. Riconoscere a Riccardo Orioles la tessera onoraria dell’Unione Cronisti, è un modo per esprimere il profondo senso di gratitudine nei confronti di chi contribuì a realizzare una delle esperienze  più importanti nella storia giornalistica siciliana". (UNCI)


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MAFIA. CLAUDIO FAVA: "DOLORE E VUOTO IN PIÙ PER LA SCOMPARSA DI ELENA".  - CATANIA, 5 gennaio 2016.  A 32 anni dalla morte Catania ricorda Giuseppe Fava, il giornalista assassinato il 5 gennaio 1984 davanti il Teatro Stabile, dove stava andando a prendere una nipotina che partecipava ad una recita. L'appuntamento per la città è davanti la lapide che lo ricorda. Sul luogo del delitto, in quella che è diventata via Giuseppe Fava. Con un'assenza 'pesante': quella della figlia Elena, presidente della Fondazione dedicata al giornalista, morta lo scorso dicembre. "E' un dolore in più, un vuoto in più - osserva suo fratello Claudio, componente la commissione parlamentare Antimafia - sarà più difficile per tutti. Catania è un città generosa, ma che deve mettere a nudo i tanti anni di silenzio. E' l'unica città dove se devi ricostruire una mappa della mafia i nomi sono rimasti sempre quelli: Santapaola, Ercolano, Mazzei... Qui c'è un passato che è ancora presente".  "Ci sentiamo tutti un po' più soli e un po' più orfani - osserva Claudio Fava - il modo in cui Elena in questi anni non è stata solo accanto a ciascuno di noi, ma ha rappresentato nel modo più visibile, concreto, appassionato e generoso il dovere e la fatica della memoria, è una cosa di cui tutti dobbiamo esserle grati. Non soltanto noi della famiglia, ma l'intera città. E' un appuntamento di particolare mestizia e allo stesso tempo che rinnova il sentimento della vita, della lotta, della battaglia. Siamo qui anche con lei e per lei". Per Claudio Fava, l'insegnamento ricevuto dal padre è stato quello "che tenere la schiena dritta è l'unica risorsa che ci distingue da chi vuole imbavagliarci, costringerci al silenzio e all'obbedienza. Mi sembra che quell'insegnamento, nel suo essere giornalista e nell'impronta della sua esistenza, è attuale e necessaria. Ne abbiamo bisogno - osserva - e ne ha bisogno chi fa il mestiere che fu di mio padre. Dopo 32 anni c'è una generazione di giornalisti che hanno l'età dei nostri figli e hanno imparato a non piegare la, schiena mi pare pensare che ciò sia avvenuto anche perché hanno conservato forte e saldo il ricordo di quelli come Giuseppe Fava". Per Claudio Fava, Catania "è una città diversa quella in cui morì mio padre, e al tempo stesso le rassomiglia". "Forse è l'unica città al mondo - sottolinea - in cui se dobbiamo declinare nomi e cognomi di famiglie mafiose che comandano, forse dovremmo fare gli stessi nomi di 40 anni fa. Gli Ercolano, i Santapaola. Come se qui le dinamiche del potere mafioso e non soltanto mafioso si siano un po' anchilosate. E questo - chiosa Claudio Fava - è un debito con cui dobbiamo fare i conti tutti". (ANSA).



 


 


 


 


 


 


 


 





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