BLOCCO DELLA PEREQUAZIONE. PUBLICHIAMO l'ordinanza della sezione lavoro del Tribunale di Palermo (giudice monocratico Giuseppe Tango) che ha accolto le ragioni di un pensionato assistito da CIDA. Va all'esame della Consulta il dl 65/2015 (convertito nella legge 109/2015) nella parte in cui prevede che per i pensionati, titolari di trattamento pari o inferiore a cinque volte il minimo Inps, sia riconosciuta la rivalutazione nella misura solo del 20%". I giudici hanno ritenuto che “la suddetta rivalutazione è di entità talmente modesta da indurre a ritenere che anche la nuova normativa mantenga un contrasto con i principi dettati dalla Costituzione e con l’interpretazione che degli stessi principi ha fornito la Corte Costituzionale”. FRANCO ABRUZZO (presidente UNPIT): "La sentenza è una bomba a orologeria sulla testa del Governo Renzi/Padoan. Se è irragionevole la rivalutazione nella misura solo del 20% salta tutto l'impianto del dl 65/2015 che ha ridimensionato la portata della sentenza 70/2015 della Consulta. Il dl 65 ha violato, scrive il giudice, gli articoli 3, 36 e 38 della Costituzione". - LA SENTENZA IN ALLEGATO
Roma, 25 gennaio 2015. Con ordinanza del 22 gennaio 2016 (IN ALLEGATO, ndr) il Tribunale di Palermo, nel procedimento promosso da CIDA e dalle proprie Federazioni, per conto del dott. Giuseppe Cardinale, ha dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del comma 25 dell’art. 24 del decreto legge n. 201/2011, convertito nella Legge 214/2011, come recentemente modificato dal decreto legge n. 65/2015 convertito nella legge n. 109/2015, nella parte in cui prevede che per i pensionati, titolari di trattamento pari o inferiore a cinque volte il minimo Inps, sia riconosciuta la rivalutazione nella misura solo del 20%. Il Tribunale di Palermo ha infatti ritenuto che “la suddetta rivalutazione è di entità talmente modesta da indurre a ritenere che anche la nuova normativa mantenga un contrasto con i principi dettati dalla Costituzione e con l’interpretazione che degli stessi principi ha fornito la Corte Costituzionale”. Il Tribunale di Palermo ha pertanto disposto la trasmissione degli atti di causa alla Corte Costituzionale. Ancora una volta ci viene data ragione: ora attendiamo con fiducia il pronunciamento della Suprema Corte. (comunicato CIDA).
IL COMMENTO DI GIORGIO AMBROGIONI - Il Tribunale di Palermo “ha dato ragione alle tesi di dirigenti in merito al blocco della perequazione dei trattamenti previdenziali”: lo afferma Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida la confederazioni di dirigenti, manager ed alte professionalita’. “Quando a luglio scorso dichiarammo che la sentenza della Corte Costituzionale, in tema di perequazione automatica delle pensioni, era stata impropriamente interpretata dal Governo con il dl n.65 (poi convertito nella legge 109/2015) avevamo ragione”, spiega Ambrogioni commentando la decisione del Tribunale di Palermo che, con ordinanza del 22 gennaio, ha ritenuto che la rivalutazione proposta dalla legge “è di entita’ talmente modesta da indurre a ritenere che anche la nuova normativa mantenga un contrasto con i principi dettati dalla Costituzione e con l’interpretazione che degli stessi principi ha fornito la Corte Costituzionale”. Il Tribunale di Palermo ha disposto la trasmissione degli atti di causa alla Corte Costituzionale e, “ora attendiamo con fiducia il pronunciamento della Suprema Corte”, ha concluso il presidente della Cida.
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