Cari Colleghi Abruzzo, Antolini e Franz, avrete il mio voto e quello dei colleghi che con me condividono le preoccupazioniper lo stato del nostro Istituto di previdenza. C’è bisogno del contributo e del rigore di professionisti che hanno già dimostrato sul campo come si serve la categoria. Bisogna voltare pagina e aprire a una stagione coraggiosa di riforme.
BASTA CON L’INPGI-BANCOMAT. Per crisi vere o presunte, dismissioni, accorpamenti, decimazioni, prepensionamenti, esuberi e per tutte le altre “trovate” gli editori si rivolgano al governo e alla fiscalità generale. L’Inpgi non è l’ammortizzatore sociale buono per tutte le occasioni che rimborsa o finanzia a piè di lista. L’Inpgi riscuote contributi ed eroga pensioni sulla base dei contributi versati dagli iscritti-soci. Davvero bizzarro: come giornalisti paghiamo le tasse anche per finanziare lo stato sociale e in più dobbiamo pagare la socialità della categoria.
E A PROPOSITO DI CONTRIBUTI: bisogna dispiegare sul territorio della Repubblica gli ispettori per smascherare e sanzionare l’evasione, iniziando dagli uffici stampa pubblici e privati e dalle aziende che inquadrano con contratti non giornalistici. In questo settore c’è moltissimo da fare.
GESTIONE IMMOBILIARE. Nello Statuto dell’Inpgi (se non l’hanno cambiato) è scritto che l’Istituto deve promuovere ed agevolare l’acquisizione della casa da parte del giornalista-socio. La politica dell’Istituto in questi anni ha puntato nella direzione opposta, come hanno testimoniato colleghi che hanno fatto parte degli organi statutari di via Nizza. Risultato: canoni alle stelle e fuori mercato degni più di una finanziaria speculativa che di un ente sociale, appartamenti vuoti, giornalisti costretti a lasciare le case dove erano da anni e da anni pagavano regolarmente l’affitto, spese di ristrutturazione aumentate. La dismissione di larga parte del patrimonio immobiliare che appare inevitabile anche per volontà del governo, può essere una buona occasione per ripartire riqualificando gli investimenti, ma non può essere liquidata come una decimazione cadorniana: questo si, questo no, questo forse. Il nuovo consiglio di amministrazione deliberi con trasparenza se mettere sul mercato gli immobili antecedenti o costruiti entro il millenovecento…… Tutti sanno che le case più vecchie sono quelle con costi di manutenzione più alti. Particolare cura va rivolta ai colleghi inquilini in regola, ai pensionati, agli anziani.
ORGANI STATUTARI. Tornino alla snellezza di una volta. Niente “stati generali” ma un consiglio di amministrazione che risponde alla categoria e agli organi vigilanti . Risulti chiara e forte la voce del Collegio dei sindaci.
AGLI ELETTI IL RIMBORSO SPESE DOCUMENTATE. Al presidente, se chiederà l’aspettativa, lo stesso stipendio che prendeva in redazione. Il DG sia preso da fuori con contratto a termine e retribuzione legata (non per finta) agli obiettivi.
Subito fuori dall’Inpgi la Fieg e la Fnsi, che fanno altri mestieri. Queste alcune idee che mi permetto di segnalare, in un corretto rapporto tra elettore e (mi auguro) eletti. Con simpatia.
Innocenzo Cruciani (ex consigliere Inpgi degli anni d’oro, n. d. r. )