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INPGI. Le capriole di Guido Bossa, che, come presidente dell'Ungp/Fnsi, gioisce per la sospensione ministeriale del prelievo sulle pensioni. Ma quando mai l'UNGP ha mosso un dito per i giornalisti pensionati, visto che si é sempre schierata contro di loro? Bossa si é forse dimenticato che il CdA dell'INPGI il 27 luglio 2015, senza neppure informare preventivamente tutti i colleghi pensionati, né chiedere l'avallo del Consiglio Generale, come sempre avvenuto in passato, ha approvato a larga maggioranza la delibera che tagliava le pensioni INPGI/1? E a favore della delibera del 27 luglio non hanno forse votato tutti i consiglieri dell'attuale maggioranza (compreso il Segretario della FNSI Raffaele Lorusso), che, guarda caso, si sono ora ricandidati con lui nelle liste "INPGI siamo noi"? Bossa ha avallato nell'estate 2014 le stravaganti nuove regole dell'EX FISSA FIEG punitive per 1400 giornalisti pensionati.

di Pierluigi Franz/Candidato Sindaco INPGI 1 e INPGI 2 nelle liste di "INPGI FUTURO".

TESTO ANHE IN ALLEGATO. CLICCA IN ALTO O IN BASSO PER SCARICARE IL DOCUMENTO.


Roma, 4 febbraio 2016.  Per la sua faccia tosta Guido Bossa, presidente dell'UNGP - Unione Nazionale Giornalisti Pensionati e candidato nelle liste "INPGI siamo noi" alle prossime elezioni del 22-28 febbraio per il rinnovo degli organismi amministrativi dell’istituto, si meriterebbe davvero un bel "Tapiro d'oro"! Deve essersi infatti evidentemente convinto che i giornalisti pensionati abbiano tutti perso all'improvviso la memoria e possano essere da lui raggirati come nel "gioco delle 3 carte".


In merito alla lettera con cui ieri i Ministeri vigilanti non hanno convalidato il taglio delle pensioni INPGI, Bossa ha scritto una nota pubblicata nel sito dell'UNGP http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=695, affermando infatti testualmente che: "l’Unione pensionati intende fare la sua parte, con la serietà e la capacità propositiva che ha manifestato nei mesi scorsi e che le è stata ampiamente riconosciuta. Registriamo con soddisfazione che viene sospeso l’intervento previsto sul contributo straordinario a carico dei pensionati".


Innanzitutto Bossa cerca abilmente di mescolare le carte, accreditando una tesi insostenibile, cioé quella che l’Unione pensionati abbia fatto la sua parte con serietà e capacità propositiva, perché al contrario l'UNGP in realtà non ha fatto proprio nulla di buono per i pensionati. Anzi.


Lo dimostra la rilettura dei seguenti links apparsi in questi mesi proprio sul sito dell'UNGP dal 27 luglio 2015 in poi:


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=613


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=614


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=618


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=617


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=619


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=630


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=647


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=654


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=663


http://www.ungp.it/Pagine/C_legginews.asp?ID=655


Egli si spinge poi a tal punto da compiere una vera e propria mistificazione quando afferma persino l'inverosimile, "registrando con soddisfazione (sic!!) che viene sospeso l’intervento previsto sul contributo straordinario a carico dei pensionati". Ma quando mai l'UNGP ha mosso un dito per i giornalisti pensionati, visto che si é sempre schierata contro di loro? Bossa si é forse dimenticato che il CdA dell'INPGI il 27 luglio 2015, senza neppure informare preventivamente tutti i colleghi pensionati, né chiedere l'avallo del Consiglio Generale, come sempre avvenuto in passato, ha approvato a larga maggioranza la delibera che tagliava le pensioni INPGI 1? E a favore della delibera del 27 luglio non hanno forse votato tutti i consiglieri dell'attuale maggioranza (compreso il Segretario della FNSI Raffaele Lorusso), che, guarda caso, si sono ora ricandidati con lui nelle liste "INPGI siamo noi"?


Ricordo che la delibera n. 24 di riforma delle pensioni INPGI 1 é stata varata dal CdA il 27 luglio scorso con il preventivo benestare della Giunta Esecutiva della FNSI (evidentemente con capacità divinatorie, visto che il bilancio tecnico attuariale del professor Marco Micocci, documento fondamentale ed essenziale della riforma pensionistica, é stato consegnato all'INPGI solo parecchi giorni dopo, cioé la mattina stessa del 27 luglio 2015). In pratica quindi il Cda INPGI 1 con un voto a maggioranza ha inteso legiferare sostituendosi indebitamente al Parlamento. A meno che il taglio fosse stato liberamente accettato dai singoli giornalisti pensionati, ma non imposto dall'alto.


Come fa allora Bossa senza chiedere umilmente scusa e fare pubblicamente mea culpa ad avallare ora una tesi che aveva sempre vivacemente contrastato? Evidentemente deve avere molta confusione in testa. Infatti il 27 luglio scorso hanno votato contro il taglio delle pensioni i due consiglieri di "INPGI Futuro" Carlo Chianura e Silvana Mazzocchi, mentre si é astenuta la professoressa Fiorella Kostoris Padoa Schioppa in rappresentanza del ministero del Lavoro che durante il dibattito si era, però apertamente pronunciata per la illegittimità costituzionale di una simile misura. Era, invece, assente alla seduta il consigliere Roberto Carella, fiduciario INPGI del Friuli-Venezia Giulia che per la verità aveva sempre manifestato, però, il suo aperto dissenso al taglio delle pensioni. In particolare la delibera del Cda, che ieri i due ministeri vigilanti non hanno avallato sul punto, prevedeva - a partire dal 1° gennaio 2016 - un taglio di tutte le pensioni da 6.000 euro lordi a 91.250 euro lordi l’anno nelle seguenti misure: a) dello 0,5% da 6 mila a 30 mila euro: b) dell’1% da 30 mila a 60 mila euro; c) dell’1,5% da 60 mila a 91.250 euro. E parallelamente prevedeva anche un prolungamento per altri 5 anni fino al 31 dicembre 2021 del taglio imposto fino al 31 dicembre 2016 dalla legge di stabilità del governo Letta (n. 147 del 2014) nella misura:


 a) del 6% sui trattamenti pensionistici complessivamente compresi tra 91.251,16 e 130.358,80 euro (da 14 a 20 volte il minimo INPS);


 b) del 12% sui trattamenti pensionistici complessivamente compresi tra 130.358,80 e 195.538,20 euro (da 20 a 30 volte il minimo INPS);


 c) del 18% sui trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 195.538,20 euro (oltre 30 volte il minimo INPS).


 


Su tale taglio, imposto dalla legge, dovrà comunque pronunciarsi di nuovo tra 5 mesi la Consulta dopo la clamorosa bocciatura decisa dalla stessa Corte Costituzionale con la sentenza n. 116 del 2013.  Bossa ha sempre fermamente contrastato un principio di diritto per me invalicabile, cioé che l'INPGI/1 deve pagare le pensioni, non tagliarle per far fronte al pesante disavanzo dell'Istituto e alla mancanza di liquidità. Infatti, se si intacca il plurisecolare principio della certezza del diritto, non si colpiscono - come alcuni vorrebbero erroneamente far credere - solo i pensionati INPGI 1. Infatti, a sua volta, la riduzione dei vitalizi si ritorcerebbe automaticamente come un boomerang anche contro i giornalisti giovani e meno giovani ancora in attività di servizio che si vorrebbe far finta di tutelare. Insomma, é facile prendersela con i pensionati, ma sarebbe solo un palliativo per depistare l'attenzione su un fittizio scontro intergenerazionale giovani/anziani in vista delle prossime elezioni fissate per fine febbraio prossimo senza risolvere alla radice il problema. Su questo punto vi sono oggi 2 distinte Scuole di pensiero: Bossa appartiene a quella che sostiene che i tagli delle pensioni INPGI servivano per mantenere condizioni di miglior favore che altrimenti i giovani iscritti non potrebbero mai vedersi applicate.


L'altra Scuola cui appartengo anch'io é, invece, assolutamente contraria a qualunque taglio delle pensioni INPGI 1 deciso dal CdA non solo perché non rientra nelle sue competenze, né tantomeno in quelle della FNSI - sindacato unitario dei giornalisti - che non ha alcuna facoltà in tal senso come "Parte Sociale" così come la FIEG. Infatti da anni i pensionati INPGI stanno già facendo la loro parte ed hanno versato nelle casse dell'Istituto più di 20 milioni di euro sia per effetto del blocco della perequazione dei vitalizi (si sta profilando un “congelamento” all’infinito delle pensioni, mentre il costo della vita continua, purtroppo, ad aumentare), sia del pesante taglio, che riguarda 1.100 giornalisti pensionati, per la quota eccedente i 91 mila 250 euro lordi annui. Per la cronaca un mese fa il tribunale di Palermo si è rivolto alla Corte Costituzionale, ritenendo illegittima anche la legge Renzi che ha ricongelato di fatto con effetto retroattivo quasi tutte le pensioni dei giornalisti dopo la favorevole sentenza della Consulta n. 70 del 2015.


A ciò aggiungasi che i giornalisti pensionati INPGI 1 sono anche degli ottimi contribuenti e i loro vitalizi si sono ulteriormente da tempo ridotti anche per effetto di una tassazione IRPEF scriteriata (addizionali comprese) da parte dello Stato, delle Regioni e dei Comuni che non ha eguali in Europa. Tanto é vero che aumenta sempre più il numero dei pensionati italiani - giornalisti compresi - che vanno a vivere all'estero per beneficiare di migliori condizioni di natura fiscale. Appare quindi come una balla colossale la questione del cosiddetto patto intergenerazionale tra giovani giornalisti in attività e pensionati INPGI 1 come sostengono, invece, il Segretario Generale della FNSI Raffaele Lorusso, il Presidente dell'INPGI Andrea Camporese e la maggioranza del CdA INPGI, i quali, però, continuano a dimenticarsi anche nelle relazioni di accompagno dei bilanci dell'Istituto, di ringraziare i pensionati INPGI 1 per aver versato in questi anni nelle casse dell'Istituto somme ragguardevoli, destinate appunto a mantenere condizioni di miglior favore che altrimenti i giovani iscritti non potrebbero mai vedersi applicate.


Il Presidente dell'UNGP Bossa non ha poi preso posizione neppure contro il divieto che il Segretario Generale della FNSI vorrebbe far imporre per legge a tutti i giornalisti in pensione di anzianità e di vecchiaia di effettuare qualsiasi collaborazione (vedere a pagina 7 della memoria consegnata da Raffaele Lorusso alla Commissione Cultura della Camera il 19 novembre 2015 nell’ambito della riforma della legge sull’editoria, cliccare su http://www.fnsi.it/Contenuti/Content.asp?AKey=17934 ). Infatti, mentre sarebbe assolutamente più che legittimo fissare delle regole ferree per impedire nei giornali il lavoro di pensionati o, peggio, di prepensionati con la legge 416, impropriamente utilizzati al desk o addirittura come inviati, limitatamente almeno alle pensioni di anzianità e soprattutto a quelle di vecchiaia sarebbe evidente l’incostituzionalità di un simile divieto.


Ciò infatti violerebbe sia l’attuale possibilità per i pensionati di poter cumulare le pensioni INPGI 1 con le collaborazioni giornalistiche superiori ai 21 mila 800 euro l’anno, sia con la legge Berlusconi dell’estate del 2011, che consente ai giornalisti pensionati di collaborare sotto forma di lavoro autonomo, ma con l’obbligo di versamento di un contributo previdenziale all’INPGI 2 nella misura del 5% oltre all’eventuale 2% se l’editore non versasse questa quota. Anche sul punto l'UNGP é stata totalmente assente.


Il capitolo finale riguarda la cosiddetta indennità EX FISSA FIEG che deve pagare l'INPGI al momento del pensionamento di un giornalista.


A partire dalla primavera del 2010 circa 1.400 giornalisti pensionati (1.200 che hanno lasciato il lavoro in redazione entro il 31 luglio 2014 e 200 andati in pensione successivamente per i quali scatta ora il limite massimo di indennizzo di 65 mila euro, "tetto" che anche la RAI avrebbe intenzione di applicare tra breve ai giornalisti del servizio pubblico) sono ancora in attesa di essere pagati della cosiddetta EX FISSA FIEG, che in soldoni rappresenta un secondo trattamento di fine rapporto.


I circa 1.400 giornalisti pensionati oggi in lista di attesa di pagamento vantano nei confronti della FIEG un credito complessivo astronomico che si aggira intorno ai 130 milioni di euro (dei quali circa 25 milioni di euro per i cosiddetti “accantonamenti”). Ma in aggiunta la FIEG deve comunque restituire all'INPGI anche il prestito di 12 milioni di euro con cui é stato pagato 6 mesi fa il 1° acconto!


Ma, se tutto andrà bene e senza avere idonee garanzie - come neppure il rilascio di cambiali a firma FIEG - sulla puntualità del pagamento di quanto già previsto contrattualmente, saranno rimborsati dall'INPGI 1 nella migliore delle ipotesi solo a rate da pagare tra i 12 e i 15 anni, cioè fino al 2027-2030!


Nella migliore delle ipotesi questi colleghi dovrebbero essere pagati in rate annuali ed ottenere il saldo presumibilmente entro il 2027-2030, anzichè in un’unica soluzione come è avvenuto in passato. Altrettanto gravemente penalizzati sono stati, però, anche i moltissimi colleghi andati in pensione creditori dei cosiddetti "accantonamenti" dell'EX FISSA FIEG per complessivi 25 milioni di euro. Erano tutti convinti di essere pagati in brevissimo tempo con la maggiorazione degli interessi maturati nel periodo in cui era scattato l'"accantonamento", come confermato ogni anno con tanto di raccomandata postale dell'INPGI. Ma anch'essi sono finiti ingiustamente nella maxi rateazione.


E allora che ha fatto l'UNGP per questi 1.400 giornalisti giornalisti? Assolutamente nulla. Non ha neppure preso posizione contro la costituzione in giudizio al tribunale civile da parte del Segretario Generale della FNSI Raffaele Lorusso contro quei colleghi pensionati - compresi persino quelli rimasti ancora iscritti al Sindacato - che hanno "osato" rivolgersi alla magistratura per ottenere quanto loro legittimamente dovuto per l'EX FISSA FIEG in base a precisi accordi contrattuali.


Ma, quello che ritengo più grave é che il Presidente dell'UNGP Bossa abbia avallato nell'estate 2014 le stravaganti nuove regole dell'EX FISSA FIEG, che erano state cambiate in corsa dalla FNSI addirittura con valore retroattivo penalizzante nei confronti di colleghi già da tempo in pensione sin dalla primavera del 2010 senza neppure minimamente consultarli.



 







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