Roma, 15 marzo 2016. Si è svolta oggi la seconda audizione dei Vertici Inps presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati con riferimento all’Atto Camera 1253 “Disposizioni in materia di pensioni superiori a 10 volte il trattamento minimo Inps”, meglio conosciuto come “Proposta Meloni”.In cosa consista tale proposta è noto: ricalcolare le pensioni in essere, di importo superiore a 5.000 Euro lordi mensili, con il metodo contributivo ed applicare conseguentemente un’eventuale contributo di solidarietà. Ebbene, i Vertici Inps hanno confermato quanto da noi sempre sostenuto:
•I dati per il ricalcolo – nel settore privato – mancano o sono parziali o sono inutilizzabili per vari motivi;
•I dati per il ricalcolo – nel settore pubblico – sono del tutto assenti;
•Molte pensioni, se ricalcolate con il contributivo, aumenterebbero.
In sostanza, ha sostenuto l’Inps, la Proposta Meloni, così come concepita, non è attuabile.
L’On. Meloni, presente all’audizione - non senza qualche resistenza - ha dovuto prendere atto di quanto emerso dal confronto.
Abbiamo seguito la vicenda da vicino attraverso contatti con gli On. Galli e Gnecchi, entrambi autorevoli esponenti PD in detta Commissione, ed abbiamo espresso loro il nostro apprezzamento per l’attenzione alle nostre tesi. A questo punto auspichiamo veramente che da parte dell’On. Meloni cessi quella che riteniamo sin qui essere stata una vera e propria aggressione strumentale e demagogica nei confronti delle nostre pensioni e delle categorie che rappresentiamo. Ovviamente, continueremo a seguire con la massima attenzione l’iter di altre proposte simili, cercando di confutarle sul piano tecnico e mediatico. (TESTO IN www.cida.it)
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PENSIONI. CESARE DAMIANO (PD): " TUTTI I GRUPPI POLITICI DELLA COMMISSIONE LAVORO HANNO CONVENUTO SULLA NECESSITÀ DI TROVARE UNA STRADA DIVERSA DA QUELLA DEL RICALCOLO INDICATA DALLA PROPOSTA DI LEGGE MELONI IN QUANTO NON CONCRETAMENTE REALIZZABILE". - ROMA, 15 marzo 2016. "OGGI, NEL CORSO DELL'AUDIZIONE DELL'INPS SULLE 'PENSIONI D'ORO' IN COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA, ABBIAMO AVUTO CONFERMA DI CIÒ CHE GIÀ SAPEVAMO: CHE IL RICALCOLO CONTRIBUTIVO DELLE PENSIONI PER TUTTI I LAVORATORI NON È POSSIBILE. NON SI TRATTA DI UN DIFETTO IMPUTABILEALL'ISTITUTO, MA DEL FATTO CHE LE LEGGI SULLA previdenza CHE SI SONO SUSSEGUITE DAI LONTANI ANNI '60 PREVEDEVANO DIVERSEMODALITÀ DI CALCOLO". LO DICHIARA CESARE DAMIANO, PRESIDENTEDELLA COMMISSIONE LAVORO ALLA CAMERA. "PRIMA DEL 1968 - SPIEGA - COME È STATO RICORDATO, LE FAMOSE 'MARCHE' SETTIMANALI O MENSILI ERANO LA REGOLA E NON NECESSARIAMENTE ERANO CALCOLATE SULLA RETRIBUZIONE REALMENTE PERCEPITA. QUEI DATI, INOLTRE NON SONO MAI STATI INFORMATIZZATI, IN QUANTO NON ERA NECESSARIO ALL'EPOCA AVERE UN SUPPORTO DIVERSODA QUELLOCARTACEO. IL DISCORSO PER IL PUBBLICO IMPIEGO RIGUARDA L'INTERA CATEGORIA PER LA SPECIFICA MODALITÀ DI CALCOLO ADOTTATACHE PREVEDEVA, FINO AL 1992, L'ESCLUSIVO RIFERIMENTO AGLI ANNIDI SERVIZIO E ALL'ULTIMA RETRIBUZIONE PER IL CALCOLO DELLAPENSIONE. DI FRONTE A QUESTI DATI TECNICI OGGETTIVI CHE L'INPS AVEVA GIÀ FORNITO ALCUNI ANNI FA IN AUDIZIONE, MA CHE ABBIAMO VOLUTO NUOVAMENTE VERIFICARE, TUTTI I GRUPPI POLITICI DELLACOMMISSIONE HANNO CONVENUTO SULLA NECESSITÀ DI TROVARE UNA STRADA DIVERSA DA QUELLA DEL RICALCOLO INDICATA DALLA PROPOSTA DI LEGGE DI FRATELLI D'ITALIA IN QUANTO NON CONCRETAMENTE REALIZZABILE".(ANSA).