Verdini: il Giornale della Toscana chiuso per costi troppi alti. «Non sono un diavolo, sono appassionato di editoria».
Firenze, 12 aprile 2016. «Non sono un diavolo», «voglio essere sincero, anzi di più». Denis Verdini racconta in tribunale a Firenze, la sua verità sulla gestione de Il Giornale della Toscana, al processo che lo vede imputato per la gestione della cooperativa che editava la testata e per il crack del Credito Cooperativo fiorentino. Per Verdini, un'esperienza finita male, principalmente per le difficoltà del mercato e per gli alti costi da sostenere, nel tentativo, «di inserirsi nello spazio tra La Nazione e Repubblica». Ma, ha sottolineato Verdini, «sono orgoglioso di aver aiutato a diventare giornalisti molti di coloro che scrivono oggi, perché c'è bisogno di una certa trafila. Noi come Giornale della Toscana aiutammo 40 aspiranti giornalisti a diventarlo». Le cose iniziarono ad andare male, fino alla chiusura della testata, anche per la diminuzione dei fondi all'editoria. «Alessandro Fiesoli -ha detto ancora Verdini- era stanco di mettere soldi nel Giornale, si prese la briga di organizzare la cooperativa», quella Nuova editoriale che poi editò anche Metropoli «Il Giornale per vivere dal 1998 al 2001 aveva fatto spendere 10 milioni di euro. I soci erano stanchi di questa storia.» Per Verdini, nell'esperienza de Il Giornale della Toscana, ha scontato la sua «passione innata per l'editoria». (askanews)
|