CASO REGENI. LA FEDERAZIONE EUROPEA GIORNALISTI (EFJ) APPROVA LA MOZIONE DELLA FNSI "CHE CHIEDE ANCORA E IN MANIERA FORTE VERITÀ E GIUSTIZIA PER GIULIO". AL CAIRO LA SEDE DEL SINDACATO DEI GIORNALISTI ATTACCATA DALLA FOLLA E DA CRIMINALI COMUNI SOTTO GLI OCCHI DEI SERVIZI DI SICUREZZA, CHE NON SONO INTERVENUTI PER FERMARLI.
Roma, 26 aprile 2016. Su Giulio Regeni non cala il silenzio. E dopo le manifestazioni in Italia e in Europa, ora arriva anche la voce dell'Efj, l'European Federation of Journalists, riunita in questi giorni a Sarajevo per la sua assemblea annuale. La Federazione europea dei sindacati dei giornalisti ha, infatti, fatto propria la mozione presentata dalla delegazione della Fnsi, guidata dal segretario generale Raffaele Lorusso, che chiede ancora e in maniera forte verità e giustizia per Giulio Regeni. Ad renderlo noto è la Fnsi. L'assemblea, dedicata alla libertà di stampa e alla tutela dei diritti e alla lotta al precariato, ha approvato anche un'altra mozione presentata dalla Fnsi «sulla grave situazione determinatasi in Turchia nel campo dei diritti civili e della libertà di informazione». A Sarajevo la Fnsi ha poi chiesto ai colleghi degli altri sindacati europei di costituire un coordinamento che abbia il compito di promuovere incontri con i vertici del Parlamento e della Commissione europea sui temi della libertà di stampa e sulla necessità di assicurare efficaci forme di tutela a tutti i cronisti minacciati. A questo proposito, la Federazione nazionale della stampa italiana si farà promotrice dell'istituzione di uno sportello europeo di assistenza e tutela dei cronisti minacciati. «L'approvazione della dichiarazione su Giulio Regeni, proposta dalla Fnsi -afferma il segretario Raffaele Lorusso - dimostra che quella per ottenere verità e giustizia sulla barbara uccisione del ricercatore italiano non è soltanto una battaglia italiana, ma un impegno di tutti i giornalisti europei». «Chiedere che si faccia la verità sul caso di Giulio Regeni -continua Lorusso- significa attivarsi presso tutti i governi europei affinché facciano valere il loro peso diplomatico nei confronti dell'Egitto. È un atto dovuto a Giulio, ai suoi familiari e ai tanti, troppi giornalisti che, in Egitto come in altre parti del mondo, scontano con il carcere o con le persecuzioni l'esercizio del diritto-dovere di informare». (AdnKronos)
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Egitto. Il sindacato dei giornalisti: "La nostra sede attaccata dalla folla". - IL CAIRO, 26 aprile 2016. Ieri manifestanti e criminali comuni hanno tentato di assalire la sede del sindacato dei giornalisti sotto gli occhi dei servizi di sicurezza, che non sono intervenuti per fermarli. E' quanto denuncia un comunicato diffuso dal sindacato a conclusione della riunione straordinaria tenutasi oggi e durante la quale è stato deciso di denunciare il ministro dell'interno, Abdel Ghaffar, e il capo della sicurezza del Cairo. Nel comunicato si denuncia anche che ieri, "in una circostanza senza precedenti", gli agenti hanno impedito ai giornalisti di entrare nella sede del loro sindacato, anche dopo la presentazione di documenti di riconoscimento. Questi eventi - si dice nel comunicato - così come l'aver consentito che per tutta la giornata criminali comuni rimanessero davanti alla sede "sotto la protezione della sicurezza", "ricordano le pratiche dei servizi di sicurezza e del partito nazionale decaduto (il Partito Nazionale Democratico di Hosni Mubarak, ndr) che faceva ricorso ai fuorilegge contro le manifestazioni popolari". (ANSA).
|